“L’ennesimo sciopero cui siamo costretti intende richiamare l’attenzione dei cittadini e degli operatori del diritto, in primis gli avvocati e i magistrati di ruolo, affinché si impegnino con sempre maggiore forza nella difesa della magistratura precaria in servizio, insostituibile strumento di risposta alla domanda di giustizia, costantemente insidiata da una gestione ministeriale inadeguata e inefficiente. Siamo pronti a batterci per una giustizia giusta, che tale sia anche con chi concorre ad amministrarla, ma chiediamo rispetto per la funzione che esercitiamo e per i principi costituzionali che sanciscono la dignità del lavoro e l’indipendenza di chi concorre all’esercizio della giurisdizione”. E’ questa la premessa alla nuova azione di protesta annunciata, in una nota, da Feder.m.o.t – Federazione Magistrati Onorari di Tribunale (componente di Consulta M.O.), che vedrà i Giudici Onorari aderire all’ “astenzione” indetta dal prossimo 19 gennaio fino al 22.
Un’iniziativa che introduce in questo nuovo anno un’istanza protratta già nel 2020, con analoghe forme di protesta, volta a rivendicare i diritti eocnomici e previdenziali dei magistrati onorari italiani; il 2021 – secondo quanto annunciato dal Presidente Feder.m.o.t Dr. Raimondo Orrù – si apre, dunque, “nel medesimo solco con la pronuncia del Tribunale di Roma”.
“Accerchiato dalla Commissione Europea, dalla Corte di Giustizia UE, dalla Corte Costituzionale, dal Comitato per i diritti sociali e dai Tribunali amministrativi e ordinari, il Ministero della Giustizia – spiega il Dr. Orrù nella medesima nota- ha dovuto ritrattare, nelle parole ma non nei fatti, le anacronistiche dichiarazioni rese in una recente interpellanza e ammettere la necessità di un cambio di passo nella gestione, sino ad ora biasimevole, della magistratura onoraria. Denunciamo, nondimeno, il serpeggiante pericolo che l’entrata in vigore della Riforma Orlando, deleteria per i cittadini e i magistrati di ruolo non meno che per quelli onorari, venga semplicemente differita, procrastinando ulteriormente l’attuale status precario di questi giudici e pubblici ministeri, ai quali si disconosce ogni debito diritto e ogni necessaria tutela”.
“Chiediamo con forza – si legge in conclusione – un intervento autorevole del legislatore, sollecitato dalla stessa ANM e dal Presidente della Corte Costituzionale, cui si sono aggiunte le parole di sostegno della Presidenza della Repubblica, affinché si provveda con decretazione d’urgenza a recepire incondizionatamente i principi costituzionali espressi dalla stessa Consulta e dalle Alte Corti sovranazionali, restituendo ai magistrati precari – segnatamente a quelli in servizio – una condizione lavorativa adeguata al rilievo della funzione accudita, alla quantità e alla qualità del loro lavoro, nel rispetto delle prerogative della magistratura di ruolo e degli altri poteri dello Stato”.