GAETA – Due giudizi autonomi per mettere all’angolo due colossi dell’energia, l’Italgas e l’Enel. Li ha dovuti affrontare una consumatrice residente in pieno centro a Gaeta che, dopo cinque anni di attesa, ha visto prevalere le proprie ragioni grazie ad una sentenza del giudice di pace della città del Golfo Cecilia Bonacci. Nel 2015 la donna aveva ricevuto una bolletta “pazza” dell’Italgas con un importo di 2100 euro.
Il mancato pagamento le costò l’interruzione del servizio che perdurò per diversi mesi. La cittadina si rivolse a quel punto ad un legale, l’avvocato Enrico Lisetti, che , dopo tre anni, ottenne un primo riconoscimento da un altro giudice di pace di Gaeta, Gianfausto Palange, che condannò nel 2018 l’Enel, nel frattempo subentrata ad Italgas nella gestione del servizio, a risarcire la donna relativamente alle conseguenze del disservizio subito a causa dell’interruzione della condotta distributrice del gas.
La vicenda finì qui? Neanche per idea. Sulla scorta della sentenza del giudice Palange l’avvocato Lisetti inaugurò un secondo contenzioso davanti l’ufficio del giudice di pace di Gaeta e chiese ad Enel di voler restituire, alla luce di un suo preciso diniego, i 2100 euro che la donna era stata costretta a pagare in ogni caso – nel corso del primo giudizio – per poter riattivare le condutture dell’impianto del gas. Dopo due anni e mezzo di contenzioso, il giudice di pace ha condannato Enel a risarcire i 2100 euro indebitamente incassati. L’ente nazionale per l’energia elettrica durante l’istruttoria ha tentato di scaricare la responsabilità sul gestore precedente, l’Italgas, ma la dottoressa Bonacci con la sentenza pubblicata il 3 gennaio è stata implacabile: l’Enel provveda a risarcire la signora di Gaeta ha subito troppe ingiustizie e ha avuto molta pazienza ad attendere.
“Le due sentenze favorevoli hanno si riconosciuto giustizia ma – ha commentato l’avvocato Lisetti – hanno premiato la donna che con molta perseveranza ha fronteggiato i gravi deterrenti legati alla lentezza della macchina giudiziaria e, soprattutto, per i rilevanti costi che per molti cittadini, anche gravemente sfiduciati, non vale la pena dover affrontare”.