FORMIA – Rita, Giuseppe, Christian e Marco: una piccola squadra formato famiglia a cui lo scorso 9 gennaio è venuto a mancare il “capitano” Franco Lombardi e che, questa mattina, si è riunita per ricevere il ricordo dei tifosi di quell’indimenticabile mediano del “Formia Calcio”.
La moglie e i tre figli dell’ex-capitano della squadra bianco-azzurra del Golfo, sono stati accolti dal gruppo degli “SSF Ultras Formia” che hanno voluto rendere omaggio all’uomo e al calciatore, al suo impegno sportivo e al suo attaccamento alla maglia; al giocatore che, pur di non tradire i colori della sua maglia – opponendosi alla volontà dell’allora presidente della squadra Aldo Ferrucci, che l’avrebbe voluto vendere al Sessa Aurunca – smise di giocare a calcio.
Era il 1962 ed un determinato 29enne compì questa sofferta scelta: avrebbe giocato, ma solo per la sua città come faceva in prima squadra dall’età di 17 anni, dove si ritrovò catapultato insieme agli altri suoi compagni dell’ Under 18 per problemi economici societari.
Scrisse la parola fine su quegli anni di amore per il calcio e la sua squadra; anni iniziati accumulando sonore sconfittte – “mio padre ricordava un 7 a 0 a San Cesareo con la squadra locale”, ha raccontato il figlio Christian Lombardi – per poi venir fuori pian piano, insieme ad altri, tra gli elementi migliori. Tra questi, insieme ad altri, Washington Parisio, a cui da poco meno di un anno (aprile 2020) è stato dedicato lo stadio della città di Formia costruito nella frazione collinare di Maranola.
Undici compagni di squadra protagonisti in quegli anni di tanti episodi divenuti aneddoti. Come quella partita giocata a Fondi e persa a tavolino per un’invasione di campo dopo le risposte di Parisio all’indirizzo degli “sfottò” pronunciate dalla tifoseria avversaria.
“Solo i carabinieri – ha raccontato il primogenito Giuseppe Lombardi – riuscirono a scortare fuori i giocatori che, con le proprie autovetture, riuscirono a ritornare a casa. Alcuni tifosi del Fondi fecero comunque degli appostamenti e, nel mentre a Formia si spargeva la voce dei calciatori sotto assedio e si preparavano macchine per andarli a liberare, alcune macchine dei giocatori del Formia furono intercettate. Quella con a bordo mio padre ed il portiere De Fabritiis venne fermata e, dopo alcuni inviti a scendere, De Fabritiis abbassò il finestrino e venne colpito da un cazzotto in faccia. Riuscirono a scappare e raggiunsero Formia dove, intanto, l’arrivo delle macchine fermò la ‘spedizione punitiva’. Per quella partita il Formia subì un 2 a 0 a tavolino con squalifica del proprio capitano (mio padre) per 2 giornate. Il ritorno, però, mio padre organizzò la rivincita. L’entrata allo stadio fu prevista dalla parte del Coni. Mio padre con altri giocatori e tifosi permisero l’ingresso esclusivamente agli 11 giocatori rispedendo tutti a casa. Negli spogliatoi gli undici giocatori del Fondi decisero che era meglio non giocare la partita e fecero ritorno a casa a casa con conseguente sconfitta a tavolino per 2 a 0”.
Interruppe così la sua carriera da professionista gravida di soddisfazioni e di “mille battaglie”, sottraendosi a qualsiasi dinamica ritenesse lontana dall’autentico spirito sportivo e rinnovando una fedeltà che oggi i tifosi più devoti hanno voluto celebrare.
Ad appena due settimane dalla sua morte, cogliendo l’occasione di sottolineare anche una grande passione che fino a circa settant’anni ha comunque legato Franco ai campi di calcetto, gli Ultras hanno inciso una targa e donato alla sua famiglia quella maglia numero 8 che – come anche la numero 4 in un’altra fase- gli è appertenuta negli anni dei suoi successi calcistici.
“Mia madre si è molto commossa ed è stata molto felice di questo riconoscimento” – ha commentato il figlio più piccolo, Marco Lombardi, non mancando di precisare l’entusiasmo e la gratitudine che ha colto anche loro figli.
“Ringraziamo come famiglia gli Ultras – ha aggiunto Christian – per aver tributato questo omaggio a nostro padre. Sicuramente un gesto che lo avrebbe riconciliato con quell’amore a cui dovette rinunciare per volontà che dei valori sportivi aveva ben poco”.
Così dicendo, il figlio di Franco Lombardi, Christian ci anticipa anche una volontà progettuale. “Chiederemo al Comune ed alla Società – ha spiegato – di poter piantare due alberi ed una targa commemorativa nell’aiuola antistante l’ingresso allo stadio. Gli alberi saranno uno con fiori bianchi (biancospino) ed uno con fiori blu. Colori del Formia e di Formia”.
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