FORMIA – “Proseguendo il percorso terapeutico e con la certificazione della mia negatività torno lentamente alla nostra libreria“. La “sua” libreria – a Formia – è diventata, in questa toccante lettera aperta affidata al suo profilo social, la “nostra” libreria, quella di Enza Campino che sceglie questo aggettivo possessivo alla luce delle innumerevoli dimostrazioni di affetto che si sono moltiplicate, in particolare da quando Alberto Angela, ha dato la “forma e la dignità di una storia” al suo contagio e successivo ricovero a causa del Covid-19.
“Non avrei mai immaginato di usare questa pagina per delle comunicazioni personali – inizia Enza – ma è successo. Ho sentito la necessità di farvi sapere cosa mi stava accadendo mentre ero ricoverata per aver contratto il Covid e quindi il perché della nostra momentanea chiusura. Poi, Alberto Angela ha dato a quanto mi è accaduto la forma e la dignità di una storia. E come tutto ciò che lui racconta, con stile unico e con la sua grandissima umanità, è arrivato ad un numero impressionante di persone. Fra queste, voi. Mi avete mandato auguri, messaggi di sostegno e incoraggiamento. Quindi, ora che mi sono completamente negativizzata, desidero ringraziare lui e voi dal profondo del cuore”.
L’annuncio della sua guarigione, tanto atteso dalle persone che oggi lei ringrazia, diventa, dunque, l’occasione per lei di tributare un pensiero di riconoscenza a chi ha avuto una parola gentile e speranzosa per la sua persona, per la sua salute, alle volte riportando ricordi e sottolineando come il suo intervento su un acquisto abbia condizionato la scelta di una copertina e da lì un’esperienza di lettura vissuta in grado di migliorare la propria esistenza emotiva. Quella che si è verificata al suo indirizzo – durante il lungo periodo di malattia – è stata un’esternazione di sentimenti costante quasi in netta contrapposizione con quanto accade di routine.
“Capita raramente – sottolinea in un altro passaggio della lettera Enza – che nel quotidiano ci si dica cosa si prova l’uno per l’altro, l’opinione che abbiamo soprattutto se sono rapporti non d’amicizia o parentali, per esempio con un negoziante dal quale ci serviamo, con l’impiegato di un ente, con chi presta servizi. Eppure questo interagire influisce in maniera determinante sull’armonia delle nostre giornate. A me è accaduto e i vostri pensieri legano me a voi per il consiglio di un libro che poi vi è piaciuto, l’aiuto a scegliere quello giusto da regalare, l’emozione provata durante una delle serate letterarie di ‘Libri sulla cresta dell’onda’ che organizziamo da circa 30 anni: cosa potrei volere di più?”.
C’è della sorpresa delle parole di Enza, ma soprattutto un’energia ritrovata ed un desiderio mai sopito di tornare in mezzo ai suoi autori, tra le pagine dei suoi scaffali, a dare consigli e confrontarsi sull’ultima uscita, il capolavoro imperdibile, la penna esordiente.
“Cosi, proseguendo il percorso terapeutico e con la certificazione della mia negatività, come dicevo, torno lentamente nella nostra libreria con questa ricchezza. Al mio quotidiano fatto di amore per i libri che non potrebbe essere una tale fonte di gioia se non avessi la possibilità di condividerlo con voi. Vi aspetto! Enza”.
“… quanto poteva essere bello anche il linguaggio umano” (Il vecchio che leggeva romanzi d’amore – Luis Sepùlveda) Buon rientro Enza!
(Foto di copertina di Andrea De Meo: Enza Campino e Luis Sepùlveda)