FROSINONE – Otto anni di reclusione per tentato omicidio: è la condanna inflitta dal Gup del Tribunale di Frosinone Antonio Bragaglia Morante al termine del rito abbreviato che vedeva come imputato un 78enne di Torrice. Lo scorso anno, a maggio, per una questione di confine, ha imbracciato un fucile calibro 12 e ha sparato al nipote. Secondo la ricostruzione degli investigatori prese l’arma all’interno della sua abitazione non appena si rese conto che il nipote, di 58 anni, stava per tagliare l’erba su un piccolo fazzoletto di terreno, di pochi metri quadrati, che i due si contendevano.
Quel giorno il pensionato, incensurato, colpì il nipote al braccio sinistro con il suo fucile regolarmente detenuto. Il ferito, a cui fu amputato l’arto dilaniato dai pallini della cartuccia, venne trasportato al san Camillo di Roma con una eliambulanza. Lo zio invece fu arrestato dai carabinieri di Torrice con l’accusa di tentato omicidio e posto ai domiciliari. Il punto focale del processo era esattamente questo. Non a caso l’accusa a carico dell’uomo, difeso dagli avvocati Rosario Grieco e Silvia Latini, aveva chiesto otto anni di reclusione quanti ne ha concessi il Gup riconoscendo le attenuanti.
Il dottor Bragaglia Morante si è riservato la decisione di concedere al 78 enne di Torrice la revoca degli arresti domiciliari, la cui difesa ha comunque preannunciato ricorso in appello. La vittima era rappresentata dall’avvocato Federica Nardoni.