GAETA – La Procura di Cassino aveva disposto finanche la sua sospensione dal servizio presso la filiale di Gaeta dell’ex Autorità portuale di cui è stato da sempre un punto di riferimento e, per un lasso temporale, anche responsabile. A distanza di cinque anni Franco Spinosa, 54 anni, ha messo in cassaforte una seconda assoluzione. Dopo quella relativa all’operazione “Porto Sicuro” sulla presunta ed illegittima gestione dei materiali pericolosi sulle banchine del locale porto commerciale, Spinosa ha dimostrato la sua totale estraneità relativamente ad un secondo filone d’inchiesta aperto dal sostituto Procuratore Alfredo Mattei. Lo ha decretato il Tribunale di Cassino (presidente Donatella Perna, a latere Martina Di Fonzo e Tania Tavolieri) che ha di nuovo bocciato la linea investigativa della locale Procura che, alla luce delle indagini svolte dalla Capitaneria di porto di Gaeta, aveva chiesto il rinvio a giudizio di Spinosa per due capi d’imputazione.
Per il primo l’apprezzato funzionario dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale era accusato di abuso d’ufficio perché dopo l’aprile 2015 avrebbe omesso di disporre la sospensione dell’autorizzazione a svolgere lavori in ambito portuale per un periodo di sei mesi nei confronti di una rinomata impresa locale. Era incappata in tre violazioni della normativa che regolamenta la movimentazione di prodotti commerciali “pulverulenti” – petcoke incluso -, violazioni accertate dalla Capitaneria di Porto tra il 28 maggio 2013 ed il 26 marzo 2015. Spinosa, insomma, era accusato, nonostante le segnalazioni inviate dalla Capitaneria all’Autorità portuale, di aver applicato un decreto, il numero 8 del 14 gennaio 2013, dell’allora presidente dell’Authority che avrebbe provocato la sospensione all’autorizzazione all’esercizio portuale da parte dell’impresa di Gaeta. Per il Pm Mattei il concessionario ne avrebbe tratto un ingiusto vantaggio patrimoniale continuando a beneficiare della possibilità di operare all’interno del porto commerciale di Gaeta nonostante fosse incorso nelle tre violazioni amministrative segnalate dalla Capitaneria.
E non è finita. Franco Spinosa è stato costretto a difendersi dall’accusa di omissione perché, sempre ai sensi del decreto presidenziale numero 8/2013, non avrebbe sospeso il permesso di accesso al porto, per un periodo di sei mesi, per alcuni autotrasportatori, anche loro incorsi nella violazione della normativa sulla movimentazione dei prodotti commerciali pulvirenti. Nell’ambito di una non facile istruttoria dibattimentale i difensori di Spinosa, gli avvocati Vincenzo Macari ed Alfredo Zaza d’Aulisio, sono riusciti a dimostrare, invece, l’insussistenza delle due imputazioni attribuite a Spinosa che, al termine, del processo, è stato assolto.
Una legittima soddisfazione è stata esternata dal collegio difensivo del funzionario dell’ex Autorità portuale del Lazio: “Si tratta di un’ulteriore pronuncia che conferma l’assoluta correttezza, formale e sostanziale, dell’operato dell’Autorità Portuale nel porto di Gaeta e, nello specifico, del nostro assistito. E’ un operato sempre improntato ai principi di correttezza, buon andamento e trasparenza”.