SPERLONGA – Poco meno di quattro anni. Tanto è durato il sequestro di una delle strutture ricettive più belle ed accoglienti di Sperlonga, l’Hotel Ganimede. Il Giudice monocratico del Tribunale di Latina Fabio Velardi, nonostante il parere contrario della Procura di Latina, ha restituito l’immobile, che insiste lungo il litorale di ponente di Sperlonga, agli aventi diritto, due dei quali sono il sindaco ed il vice sindaco del borgo saraceno, Armando Cusani e Francescantonio Faiola. Sono i soci al 50% della “Resorts & Hotels Sperlonga srl”, la società proprietaria della struttura alberghiera ai danni della quale il 31 maggio 2017 il sostituto procuratore Giuseppe Miliano aveva chiesto, attraverso i Carabinieri, di sequestrare con l’ipotesi di lottizzazione abusiva in concorso.
La richiesta all’epoca venne accolta dal Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario. La Procura della Repubblica del capoluogo pontino contestava una serie di atti da ritenersi nella sostanza “illegittimi e illeciti”. Avrebbero di fatto autorizzato una volumetria pari a 4.125 metri cubi rispetto a 2.494 metri cubi – era la volumetria originariamente attribuita al lotto, il 41 – provocando un incremento determinato dall’omesso computo di superfici coperte e chiuse su tre lati, del corpo scala del corpo di fabbrica delle scale, delle superfici dei porticati. Dopo quasi quattro anni di battaglia giudiziaria anche a colpi di perizie, il Tribunale Monocratico di Latina ha accolto ora l’istanza di dissequestro presentata dagli avvocati Luigi Panella, Vincenzo Macari, Angelo Palmieri, Alfredo Zaza D’Aulisio e Roberto Fusco e ha ordinato l’immediata restituzione del bene agli aventi diritto, a Cusani, Faiola ed Antonio Pignataro, amministratore unico, quest’ultimo, della società e all’epoca nominato custode giudiziale dell’albergo posto sotto sequestro. Il provvedimento del giudice Velardi, che ha anticipato l’applicazione della prescrizione, segue di alcune settimane lo svolgimento dell’ultima udienza del processo penale in corso davanti il Tribunale di Latina nei confronti del sindaco Armando Cusani.
Il perito della Procura aveva fornito una ricostruzione leggermente diversa rispetto al contenuto delle indagini preliminari promosse dallo stesso Sostituto Procuratore Giuseppe Miliano. Nel senso che aveva datato i presunti abusi realizzati nel 2014 e, dunque, suscettibili di beneficiare della prescrizione ormai dietro l’angolo. In questo processo sono imputati, oltre ai vertici della “Resorts & Hotels Sperlonga srl”, anche Antonio Faiola, responsabile del settore urbanistico del comune di Sperlonga e firmatario del permesso a costruire numero 12 del 2008, il tecnico progettista Antonio Camerota, il successore di Faiola Massimo Pacini sotto processo perché firmatario dell’autorizzazione paesaggistica emessa con la determinazione numero 182/2014 e, inoltre, Francesco Paolo Zannella e Giorgio Palandri in qualità di funzionari della stessa Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici che emisero il parere favorevole poi servito a Pacini per il rilascio dell’autorizzaziione paesaggistica.
La Procura attenzionò questo progetto perché rientrava nel discusso piano integrato di intervento che, approvato attraverso due accordi di programma del 1999 e del 2004, sono argomenti di un altro delicatissimo processo penale in fase ancora di svolgimento. Per gli abusi, ormai prescritti (e dunque non più materia di confisca alla luce di una discussa sentenza della Corte di Cassazione, realizzati all’interno dell’albergo di proprietà del sindaco e del vice sindaco di Sperlonga si attende la sentenza in programma il 18 febbraio. Intanto la proprietà della struttura (stimata con un valore di diversi milioni di euro), attraverso il proprio collegio difensivo, fa sapere di essere orientata a riaprire i battenti magari in prospettiva della prossima stagione turistica. Covid 19 permettendo…