FORMIA – La miglior difesa è l’attacco. O almeno. L’imprenditore della sanità privata di Formia Maurizio Costa ha deciso di passare al contrattacco “spiegando con le carte e non con le chiacchiere da bar” alcuni presunti contenziosi che – stando ad alcune anticipazioni di alcuni organi di stampa – vedrebbero parte in causa la clinica privata convenzionata “Casa del Sole Tommaso Costa srl” di Formia. Costa, che della struttura di via Giuseppe Paone è l’amministratore insieme a al cugino Massimo, ha indetto una conferenza stampa questa mattina a cui hanno partecipato il figlio Giovanni in qualità di responsabile della qualità, l’avvocato Silvestro Conte e, soprattutto, una folta rappresentanza tra medici, infermieri e semplici ausiliari.
La famiglia Costa ha ribadito più volte come la struttura sanitaria non debba essere “argomento di speculazione e, peggio ancora, di attacchi di natura elettorale” perché “una seria, apprezzata e credibile attività imprenditoriale non può essere confusa con l’attività amministrativa del comune e, ora, con la campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco di Formia. Maurizio, Massimo e Gianni Costa hanno escluso all’unisono categoricamente che “ci siano procedimenti penali aperti” oltre a quelli – con un riferimento principale alla tragedia della 21enne calabrese Maria Chiara Mete deceduta nel gennaio 2019 all’ospedale di Latina in seguito ad un intervento di rinoplastica eseguita un mese prima presso la clinica privata di Formia – “che voi della stampa avete già abbondantemente seguito”.
Nessuna inchiesta, dunque, sui ricoveri gonfiati o inventati per truffare il servizio sanitario regionale. La conferma l’ha fornita la stessa Procura della Repubblica di Cassino e, soprattutto, il sostituto Valentina Maisto. Ha chiesto il 28 luglio 2020 al Gip di archiviare definitivamente un procedimento penale inaugurato dopo la presentazione di una denuncia da parte di un ex cuoco della struttura sanitaria. Ipotizzava il reato di truffa aggravata in relazione alla nascita di una coop in house che, denominata “Raggi del Sole” , ha operato dal 2014 al 2018, attraverso la presentazione di regolari fatture, per svolgere essenzialmente mansioni di ausiliarato all’interno della stessa clinica. La proposta di archiviazione del procedimento è figlia di una lunga attività investigativa del gruppo di Formia della Guardia di Finanza: “Dagli elementi acquisiti nel corso delle indagini non emergono fattispecie elusive e penalmente rilevanti – scrivevano le Fiamme Gialle alla dottoressa Maisto – riconducibili alla “Casa del Sole” e alla cooperativa “Raggi del Sole”. La scelta dell’azienda di ricorrere ad un processo di outsourcing per la gestione operativa di una o più funzioni in precedenza svolte all’interno dell’organizzazione aziendale è dettata da motivi convenienza in termini di risparmio dei costi operativi ed efficienza dei processi gestionali”. La Guardia di Finanza era andata oltre nella sua informativa alla Procura di piazza Labriola: “A fronte dell’esternalizzazione del servizi la clinica ha sostenuto oneri superiori rispetto ai costi del personale rilevati nella contabilità della “Raggi di Sole rilevati al personale dipendente impiegato nell’erogazione delle prestazioni lavorative”. Insomma la nascita della cooperativa fu controproducente…altro che tentativo di truffare l’erario…
Con l’annuncio della Procura di archiviare il procedimento penale il dipendente cuoco della “Casa del Sole”, che il 31 luglio 2019 lamentava comportamenti vessatori da parte della sua proprietà, è stata denunciato per calunnia e, naturalmente, licenziato dal suo posto di lavoro. La querelle dei ricoveri falsi è stata sollevata sempre nel 2019 – naturalmente con un chiaro intento vendicativo – da un altro dipendente fedele che del cuoco allontanato è fratello… gemello. Anche qui le cartelle hanno dato ragione alla clinica formiana. Si tratta di un infermiere o, meglio, di un caposala che il 26 luglio 2018 era stato licenziato perché i suoi comportamenti sul posto di lavoro. Il giudice del Lavoro del Tribunale Annalisa Gualtieri il 12 maggio 2020 ha emesso una sentenza davvero shock: oltre a respingere il ricorso del lavoratore ad essere reintegrato sul proprio posto di lavoro, ha condannato l’ex caposala a riconoscere al suo ex datore di lavoro 5600 euro. Le motivazioni sono inverosimili ….”
Il lavoratore, abusando reiteramente del suo ruolo di coordinamento, ha adottato, nel tempo, una prassi che prevedeva il pagamento di una vera e propria tangente dei medici esterni per poter accedere alle sale operatorie. Le prenotazioni, gestite dall’infermiere, tanto avevano successo, consentendo al chirurgo di operate, quanto più quest’ultimo si obbligava a corrispondere una somma di danaro a favore dello stesso infermiere – si legge nella sentenza del giudice Gualtieri – il cui importo era oggetto di un vero e proprio accordo tra il caposala ed il medico”. Il Tribunale di Cassino è arrivato a sostenere come questo infermiere infedele avesse contravvenuto “finanche a quel minimo etico che si identifica nel nucleo dei doveri fondamentali dei lavoratori”. La sua è stata una “gestione del proprio luogo di lavoro esclusivamente improntata a finalità indebite ed illecite”, un modus operandi “spiccatamente padronale in spregio degli interessi datoriali e dei diritti dei colleghi infermieri e medici che hanno inevitabilmente portato alla lesione del vincolo fiduciario”.
L’amministratore Maurizio Costa non ha escluso nell’intervista allegata che “i diffamatori articoli di stampa di cui si stanno già occupando i nostri avvocati” siano stati veicolati da alcuni studi legali che conoscevano i ricorsi (ma anche le successive denunce penali) del caposala formiano interessato a riguadagnare il proprio posto di lavoro. “Non lo so e neanche mi interessa saperlo – ha aggiunto l’imprenditore e fondatore della lista “Ripartiamo con voi” che nel 2018 ha contribuito alla vittoria elettorale di Paola Villa – ma questa denigratoria campagna stampa deve conoscere ora una conclusione. Immagino che questo non sia stato il primo e neanche l’ultimo attacco portato alla clinica della mia famiglia. Ma se qualcuno pensa di boicottare il tentativo di far nascere una coalizione elettorale trasversale con la partecipazione di “Ripartiamo con voi”, di una parte del Pd dell’ex sindaco Sandro Bartolomeo, degli amici della Lega, dell’Udc e, spero, di Forza Italia, si sta sbagliando di grosso. Mi dispiace che una certa stampa abbia parlato di condotte illegali quando, sentenze di Tribunale alla mano, ad esserne promotore ai danni della nostra struttura siano stati alcuni nostri ex dipendenti”.
A parlare di “tanta gratuita e voluta confusione che non fa bene all’immagine di una realtà imprenditoriale importante della nostra città e alla serenità di tante generose maestranze e delle rispettive famiglie” è stato Gianni Costa, responsabile qualità della “Casa del Sole”. Il suo è stato un intervento tecnico che non poteva non affrontare il “casus belli” delle degenze lievitate: “Si sappia – ha aggiunto nell’intervista video allegata – che per falsificare una cartella clinica c’è bisogno dell’apporto di una decina di soggetti…a cominciare dal medico di base del paziente. Se così fosse, dovremmo mandare a casa tanti di loro che chiedono di essere curati da noi. Li assistiamo anche quando, soprattutto nella parte conclusiva di ogni anno, esauriamo il budget che la Regione Lazio ci mette a disposizione e senza che abbiamo poi la possibilità di recuperare la parte eccedente nell’accreditamento dell’anno successivo. Un dato su tutti: al termine del 2018 abbiamo messo a disposizione gratuitamente dell’utenza del territorio un milione e 571 mila euro per far fronte a ricoveri nel trimestre ottobre-dicembre che non avremmo potuto accettare. L’Asl poi con noi firma abitualmente protocolli d’intesa per migliorare le prestazioni. E mi piace ricordare il trasferimento da noi di una parte del “Dono Svizzero” in occasione di una rimozione di un residuato bellico nel maggio 2019 e la scorsa primavera della Uoc della chirurgia dell’ospedale di Formia in occasione delle prime avvisaglie della diffusione del Covid.
La stessa Asl effettua ricognizione periodiche e nell’ultima ha rinvenuto nel reparto operatorio “acquisite, presenti e funzionanti” talune apparecchiature richieste. E poi la qualità – ha concluso Gianni Costa – Abbiamo tre certificazioni oltre a quella, più importante, che riguarda il nostro rapporto,di natura umana e di disponibilità, con i nostri pazienti. Chiedete a loro”.
INTERVISTE Maurizio Costa e Gianni Costa, amministratore e responsabile qualità Clinica “Casa del Sole Tommaso Costa” Formia