Formia / Grande commozione per i funerali di Romeo Bondanese, in tantissimi per l’ultimo saluto [VIDEO]

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FORMIA – La prima vera giornata di primavera per tentare di asciugare le lacrime di una comunità ancora incredula e sgomenta. Con il lancio nel cielo terso di Formia di tanti palloncini di colore bianco e celeste si sono conclusi in una gremita chiesa di San Giovanni – nel piazzale antistante e nella sottostante via Emanuele Filiberto c’era molta più partecipazione, composta e silenziosa, rispetto alla ricorrenza del Santo patrono del 24 giugno – i funerali di Romeo Bondanese, il giovane studente di 17 anni vittima la sera di Carnevale di un’aggressione mortale che avuto per triste scenario il terrazzo di via Vitruvio che sovrasta la darsena de “La Quercia” .

Ad accogliere alle 15 in punto il feretro dello studente proveniente da Roma, b dove sabato è stato sottoposto ad una lunga autopsia presso il Policlinico Agostino Gemelli, sono stati, tra gli altri, il Prefetto ed il Questore di Latina, Maurizio Falco e Michele Spina, il commissario Prefettizio del Comune Silvana Tizzano. Il loro gesto è stato bello e simbolico: subito si sono affiancati ai genitori di Romeo, Tina e Domenico, e al fratello maggiore della vittima, Francesco. A loro e a più riprese parole di commozione e di consolazione sono state pronunciate nella sua omelia da Monsignor Luigi Vari, l’Arcivescovo di Gaeta che ha officiato le esequie affiancato da tanti sacerdoti della Forania di Formia. E naturalmente il presule della Chiesa gaetana, che già in mattinata aveva concelebrato presso la chiesa del Villagio Don Bosco, ha condiviso il messaggio toccante lanciato sull’altare della chiesa di San Giovanni, al termine dei funerali, dallo zio di Romeo, Salvatore Orsini.

Intervenendo dopo un docente, una compagna di classe ed un amico di Romeo, ha esternato pubblicamente il pensiero dei genitori della vittima di un’aggressione ancora tutta da chiarire: “seppur distrutti dal dolori, non sono animati da alcun spirito di vendetta. Inseguono solo una giustizia che sia però celere e giusta” – aveva detto il portavoce della famiglia Bondanese e di quella del cugino coetaneo di Romeo, in ospedale ricoverato con quaranta punti di sutura che gli ha letteralmente squarciato il quadricipite di una gamba. Prima della sua toccante omelia Monsignor Vari aveva accolto Tina, Domenica e Francesco in questi termini: “Vogliano solo darvi una carezza che asciughi le lacrime dei vostri, dei nostri occhi”. L’Arcivescovo di Gaeta nel suo atteso intervento, subito dopo la lettura del vangelo domenicale di Marco (Gesù che per quaranta giorni è tentato dal demonio nel deserto), esordisce subito con “Caro Romeo”. Utilizza la seconda singolare per esternare la sua commozione perché qualcuno “ha fatto bene a ricoprire la tua bara con lo stendardo di San Giovanni. E’ un po’ il segno della bontà, dell’orgoglio e della fede di questa città. Caro Romeo, a 17 anni gli occhi sono fatti per innamorarsi della vita, le mani – qui è il primo riferimento di Monsignor Vari al presunto omicida di Romeo, il coetaneo di Casapulla ora ai domiciliari dopo che il Gip ha derubricato il reato di omicidio volontario in omicidio preterintenzionale – servono solo per accarezzare, sostenere gli amici ed abbracciare. A 17 anni il tempo che si conosce è solo il futuro”.

In un altro passaggio dell’omelia il presule della Chiesa di Gaeta parla, sempre rivolgendosi alla vittima riposta in una bara bianca su cui campeggiava un cuscino di tante rose bianche, di “troppa violenza e incoscienza che ti hanno strappato alla vita. Purtroppo le nostre parole sono troppo poche per capire”. Nella parte centrale dell’omelia Monsignor si rivolge al Padre nostro” che “ci invita a stare un silenzio e a ridisegnare la vita. Il tempo di Romeo è ora nelle mani di Dio che ridisegna il nostro tempo, di tanti giovani e di chi ha visto fuggire – il secondo riferimento al giovane di Casapulla – la vita di Romeo. Purtroppo non è stato l’amore che ha ucciso il nostro Romeo. L’amore lo terrà in vita, nella memoria del vuoto del cuore. Ma Dio è amore e non si perde nessuna vita. Ma dove c’è amore non c’è violenza, l’amore non sferra pugni, non toglie la possibilità di amare ancora. L’amore si impara dai nostri genitori, non si cancella da solo. Ora il disegno dell’amore è nella mani di tutti noi. Ci siamo troppo distratti e a questi ragazzi gli abbiamo smontato il mondo. La strada per rimontarlo – ha concluso Monsignor Vari rivelando di aver ricevuto un messaggio di condoglianze del fondatore di “Libera” don Luigi Ciotti da estendere ai genitori di Romeo Bondanese – è non dare istruzioni….di farlo insieme con l’umiltà dei grandi, il coraggio e la fiducia di voi giovani…”

AUDIO Omelia integrale Monsignor Luigi Vari, Arcivescovo di Gaeta

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Tutti si adoperino perché una tragedia così immane non si ripeta più. Con questo monito il Prefetto Falco ha salutato ponendo le sue mani sul feretro di Romeo prima del suo ultimo viaggio verso il cimitero di Castagneto. Formia, tuttavia, in occasione dei funerali di questo giovane calciatore (cresciuto nel vivaio del Cassio Club e grande tifoso della Juventus) è stato assoluta protagonista di grande lezione di civiltà. Con sincera compostezza e assoluta maturità ha tributato un doveroso omaggio al sacrificio di un ragazzo che guardava alla sua vita con gioia e fiducia. Il Questore di Latina Michele Spina ha sostenuto che le indagini del commissariato di Polizia di Formia, devono fare il loro corso accertando la reale dinamica dei fatti e tutte le responsabilità del caso. La fretta potrebbe rivelarsi una cattiva consigliera.

INTERVISTE Maurizio Falco, Prefetto di Latina, e Michele Spina, Questore di Latina

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