FORMIA – Bocche ermeticamente cucite nel commissariato di Polizia di Formia dopo il ritrovamento martedì mattina di un altro coltello, il secondo, nel mare della darsena de La Quercia di Formia a poche decine di metri dal luogo in cui martedì scorso è stato ucciso, al termine di un’aggressione ancora ricca di misteri, Romeo Bondanese, di appena 17enne. Ad effettuare il recupero è stato un sub della Guardia Costiera che al termine di un’immersione ha rinvenuto un coltello da cucina che – secondo quanto è trapelato – avrebbe un manico di plastica di colore nero. Sarebbe stato utilizzato nel corso dell’aggressione della sera di Carnevale nel corso della quale è stato ucciso Bondanese con un fendente secco all’arteria femorale e ferito gravemente il cugino coetaneo? E’ presto per dirlo.
Il coltello naturalmente è stato sequestrato e ora è al vaglio di meticolosi accertamenti balistici da parte della polizia scientifica del Commissariato per appurare innanzitutto se sia stato utilizzato nell’aggressione della serale di Carnevale e se abbia o meno provocato le ferite che hanno ucciso Romeo e ridotto in fin di vita il cugino. A dare una mano agli inquirenti formiani sarà ora il medico legale, il dottor Vincenzo Maria Grassi che, incaricato dal sostituto procuratore della Procura dei Minorenni Maria Perna, ha effettuato, tra sabato e domenica, affiancato ai consulenti della difesa e delle parti offese, l’autopsia sul corpo di Romeo e ha coordinato la visita medico legale nei confronti del cugino coetaneo, probabilmente il vero bersaglio dell’aggressione. Il giovane sta molto meglio rispetto alle ore drammatiche che hanno fatto seguito all’omicidio di Romeo ed il suo migliorato quadro clinico ha motivato i sanitari dell’ospedale “Dono Svizzero” a dimetterlo. Intanto i legali delle pari offese, gli avvocati Vincenzo Macari, Tina Di Russo e Matteo Moriggi, hanno chiesto un incontro al sostituto procuratore Perna e al vice questore di Latina Michele Spina con l’obiettivo di definire quanto prima la dinamica e le responsabilità del grave fatto di cronaca.
Di sicuro il cugino di Romeo prima di essere dimesso ha parlato a lungo con gli inquirenti ma il verbale del suo interrogatorio è stato secretato con destinazione il pm titolare delle indagini presso la Procura dei Minorenni. A Casapulla, località alla periferia di Caserta in cui vive con la famiglia il presunto autore del delitto di Romeo Bondanese, il sindaco Renzo Giuseppe Lillo prova a non spezzare un sottilissimo cordone ombelicale con la comunità di Formia. Ha rivelato di aver inviato al commissario prefettizio del comune di Formia Silvana Tizzano una lettera di vicinanza della cittadinanza di Casapulla a quella formiana e per esprimere le condoglianze alla famiglia per la morte di Romeo. “I fatti accaduti a Formia martedì scorso accomunano le due comunità ad un dramma che per motivi diversi coinvolgono famiglie dei nostri comuni”.
Intanto ad una settimana esatta dalla tragica aggressione di via Vitruvio i giovani – compagni di scuola e amici in comune della vittima e del cugino – sono stati protagonisti martedì sera di un altro momento di riflessione e di preghiera sul luogo dell’omicidio. Sono stati coordinati dal parroco della chiesa del villaggio don Bosco, don Mariano Salpinone, lo stesso sacerdote che sabato pomeriggio aveva svolto proficuamente un ruolo di mediazione tra i giovani ed il commissariato di Polizia dopo il divieto di svolgere un pacifico flash mob, che non era stato richiesto e tantomeno autorizzato, nell’attigua area mercatale di via Spaventola. La concessione degli arresti domiciliari al 17enne di Casapulla aveva creato un mix di rabbia e di incredulità alla vigilia dei funerali di Romeo.
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