Minturno / Violenza sessuale, la vittima minorenne ritratta le accuse

Cronaca Minturno

MINTURNO – Se non è stato una ritrattazione poco è mancato. Ha assunto toni drammatici l’atteso incidente probatorio che, richiesto dal Gip del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce, ha visto contrapposti in due aule separate del palazzo di giustizia di piazza Labriola un imprenditore napoletano di 60 anni residente a Minturno e la figlia ora 16enne della compagna dell’uomo. L’adolescente, che frequenta un istituto di scuola superiore di Cassino, si era recata presso il commissariato di Polizia di Formia dove l’uomo gestisce una pizzeria al taglio e di cui è dipendente la madre nonché compagna dell’imprenditore.

Davanti il Gip Di Croce ed il sostituto procuratore Chiara D’Orefice la ragazzina, assistita da una psicologa, ha quasi rivisto, modificandole quasi integralmente, le accuse che aveva rivolto al compagno della madre, 35enne di nazionalità ucraina, nella denuncia formalizzata il 9 gennaio scorso. Aveva raccontato che dal dicembre 2017 il compagno della madre si era reso protagonista di gravissime condotte al punto da finire nel registro degli indagati con la pesantissima ipotesi accusatoria di violenza sessuale. L’uomo, difeso dall’avvocato Sandro Salera, avrebbe costretto la ragazzina, all’epoca 13enne, ad avere un rapporto sessuale completo ed altri approcci che l’indagato avrebbe video registrato. La giovane, che ha nominato l’avvocato Giovanni Valerio quale legale di parte civile, ha ammesso davanti al Gip Di Croce di aver esagerato nel formulare quelle gravi accuse nei confronti di un uomo di cui inizialmente non aveva una grande considerazione per poi cambiare idea nel corso del tempo.

I verbali dell’incidente probatorio sono stati naturalmente secretati, il suo contenuto ora tornerà sulla scrivania del magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Emanuele De Franco che, nel momento in cui le testimonianze sono state cristallizzate, avrà tre opzioni da percorrere: disporre nuove indagini a carico dell’indagato, chiedere l’archiviazione o, in alternativa, sollecitare al Gup il rinvio a giudizio dell’imprenditore minturnese.