SUD PONTINO – Una vera e propria organizzazione in grado di gestire lo spaccio di sostanze stupefacenti su un territorio vastissimo, da San Felice Circeo sino a Sessa Aurunca, San Giorgio a Liri e Sora (in provincia di Frosinone) passando naturalmente per Gaeta, Formia e Minturno. I suoi componenti, ben 59, sono stati raggiunti da altrettanti avvisi di conclusione delle indagini preliminari da parte del sostituto procuratore Stefano Luciani della Procura di Roma (e non della Direzione Distrettuale antimafia) che ha sintetizzato l’attività di questo sodalizio attraverso ben 125 capi d’imputazione.
La Procura di piazzale Clodio ha collocato gli episodi della detenzione e spaccio di droga in un arco temporale vastissimo, dal 2008 al 2015, ora al vaglio delle memorie che i legali difensori ( tra gli altri Vincenzo Macari, Luca Scipione, Massimo Signore, Pasquale Cardillo Cupo e Giovanni Valerio) presenteranno al pm inquirente prima della quasi certa richiesta di rinvio a giudizio al Gup. Alla testa di questa organizzazione ci sarebbe stato Giuseppe Fedele di Minturno svolgendo il “ruolo di promotore, di organizzazione e direzione”. Secondo le risultanze investigative della Procura di Roma l’uomo, di 66 anni, è stato in grado di vantare amicizie con alcuni clan camorristici del napoletano e del casertano, di gestire in maniera monopolistica lo spaccio di cocaina e hashish su un vasto comprensorio territoriale e di obbligare i pusher a rifornirsi da lui facendo leva, per l’appunto, sui suoi rapporti con la criminalità organizzata campana.
Una situazione che si è incrinata, quest’ultima, nel corso del tempo. Fedele – e l’ha accertato la brillante operazione anti droga “Touch & Go” dei Carabinieri della Compagnia di Formia – dovette fare i conti con il clan dominante del rione napoletano “Don Guanella” pronti ad avere la gestione di alcune piazze dello spaccio tra il sud pontino ed alcuni centri della Ciociaria e dell’alto casertano. Nella conclusione delle indagini preliminari il sostituto procuratore Luciani individua, per esempio, agli addetti alla commercializzazione, trasporto e custodia della droga e , naturalmente,i fornitori alle strette dipendenze dei clan della camorra.