GAETA – Il Comune di Cassino, città che l’aveva adottato da qualche annoi, solo lunedì aveva annunciato che questa “eccellenza” sarebbe diventata un murales nell’ambito di un progetto di riqualificazione urbana. Chissà se Claudio Coccoluto ha avuto il tempo e la possibilità di essere informato di una gratificazione che, ora dopo la sua prematura scomparsa, avrà di sicuro un’accelerazione. Sicuramente uno dei più prestigiosi dj della scena internazionale avrebbe condiviso la ‘mission’ del progetto del sindaco Enzo Salera: dare ai più giovani delle figure a cui ispirarsi, soprattutto in questo periodo, dove c’è bisogno di simboli o di grandi storie di persone che hanno influenzato epoche e sono patrimonio di una comunità.
Coccoluto aveva soltanto 59 anni e ci ha lasciati tutti increduli all’alba di martedì nella sua abitazione di Cassino circondato, travolto, dall’affetto della moglie Paola e dei figli Gianmaria e Gaia. Ha issato purtroppo bandiera bianca al cospetto di un brutto male che l’ha portato via troppo in fretta naturalmente alla sua famiglia e a quella Gaeta dove Claudio era nato e cresciuto prima di diventare nel corso del tempo il suo principale ambasciatore. Coccoluto arrivava da una famiglia umile ed onesta come tante di Gaeta e, nonostante tutto, lascia ora un vuoto incolmabile nel panorama musicale e culturale in Italia e non solo. Ha fatto ballare intere generazioni di giovani e quando ha cominciato nella seconda metà degli anni settanta, dai tempi della mitologica Radio Andromeda, una delle prime radio libere di Gaeta e dell’intero Golfo, la sua passione aveva già un carattere pedagogico: la musica quale deterrente per sviare il ricorso all’eroina e a forme estreme e radicalizzate della politica di quegli anni.
Quelli erano anni grigi e pesanti anche in una realtà provinciale come quella del Golfo ma Coccoluto era un predestinato e, soprattutto, aveva talento ed intuito. Nelle sue amabili interviste ha sempre messo al centro dei suoi indelebili ricordi papà Erasmo. Aveva un negozio di elettrodomestici in via Lungomare Caboto che naturalmente vendeva 45 e 33 giri. E’ stato un modo, come tanti, per il giovanissimo Claudio per imparare ad usare i piatti, far scivolare il disco in vinile su un panno grigio. All’epoca non c’erano i computer ma il giovane Coccoluto con un po’ di estro e fantasia ha fatto un ricorso ad un piccolo mixer e, oplà, quel negozio è diventato una mini discoteca sul principale lungomare della città. Che questo ragazzo facesse tanta strada lo si è capito subito dominando le consolle delle principali discoteche di Gaeta e Sperlonga e soprattutto di quella regina,di Formia, che è si è rivelata subito uno snodo della sua lunga, ricca e poliedrica carriera. Al Seven Up di Gianola, prima che le bombe della camorra provocassero danni e vittime umane, Coccoluto è diventato ben presto un mito per tanti giovani delle sua generazione. Che arrivassero da Gaeta, Formia, Minturno o (d’estate) dalle lontane Torino, Milano e Genova poco importava. Coccoluto ha guadagnato sul campo la qualifica di “dj resident”. Basta rispolverare lo slogan pubblicitario del Seven Up di quei bellissimi anni purtroppo condizionati dai tentacoli della camorra imprenditrice: “SevenUp: music, light and show. Dj resident: Claudio Coccoluto”.
Il Golfo giustamente cominciava a stare stretto a Coccoluto. E così che dall’Histeria di Roma – un altro monumento della notte dei primi anni ottanta – arrivò una telefontata da Marco Trani con un compito per niente facile: sostituire al mixer chi, come Corrado Rizza, che aveva già spiccato il volo nella disco music internazionale. Ma Coccoluto si distinse ben presto anche come imprenditore. Voleva offrire posti di lavoro quasi per sdebitarsi simbolicamente nei confronti di coloro che avevano pensato al suo lavoro. E così prima di diventare il primo Dj proveniente dalla vecchia Europa ad esibirsi al prestigioso Sound Factory Bar di New York, creò a Roma il “Goa”, l’unico club italiano di quegli anni a presenziare nelle classifiche mondiali del settore. Un merito che condivise con il suo socio, Giancarlino Battafarano, guarda un po’ lo stesso che su facebook ha reso noto a Gaeta, all’Italia e al mondo la prematura scomparsa di Claudio Coccoluto. Essenziale, raffinato, mai banale, il dj di Gaeta ha incarnato l’utopia di una movida lontana da pregiudizi , di una libertà “totale”, di un innovatore che l’ha portato a creare la musica “underground“ e ad essere vivace produttore di se stesso.. con la realizzazione di sei compilation in otto anni, l’ultima del quale, risalente al 2008, fu la sua consacrazione artistica: ben quattordici 14 tracce mixate in un’unica sequenza di vinili ed effetti mixati a mano libera.
Il dj originario di Gaeta si è rivelato un vero e proprio Ulisse della creatività . A Radio Deejay fu l’ideatore di C.O.C.C.O – così si faceva chiamare Coccoluto nel suo ambiente – uno spazio in cui mixava in diretta come ai tempi di Radio Andromeda ma non disdegnava di dialogare con il pubblico. Naturalmente la sua carriera non poteva non sintetizzarla in un libro per Einaudi e in un docufilm autobiografico, “Vinilici”, il cui merito, grazie alla regista di Fulvio Iannucci, è stato quello di esplorare in anni fantastici e contradditori e di raccontare diversi mondi, su tutti quello della notte , che stavano cambiando.
Gaeta in queste ore è una città triste. La prematura scomparsa di Coccoluto è stata per il sindaco Cosmo Mitrano “un brusco risveglio, una notizia che ci ha riempito di dolore e sconcerto. Tutti conoscono il suo esordio quando ha iniziato a fare il Dj a 13 anni, per hobby, nel negozio di elettrodomestici del padre. Da qui è partita la sua brillante carriera diventando un Dj di statura internazionale e protagonista dell’avanguardia in consolle, tra i capostipiti della house music per oltre quarant’anni. Ha portato in tutto il mondo il nome di Gaeta, un ambasciatore della nostra città, a lui dobbiamo molto. Ricordo, in particolar modo, il capodanno 2017 di Gaeta, una serata indimenticabile per tutti noi che aveva organizzato con un altro grande amico che ci ha lasciati troppo presto, Dino Pascali. Alla moglie Paola e ai figli Gianmaria e Gaia ha concluso il sindaco Mitrano – giungano le nostre più sentite condoglianze. Caro Claudio, Gaeta ti è grata ed è onorata di averti avuto come figlio. Gaeta non ti dimenticherà mai.
Claudio Coccoluto è stato una diversità che si è fatta apprezzare, il suo mito ha avuto un carattere cromatico ben preciso, il tricolore. Nonostante portasse sulle sue spalle tante borse piene di dischi, si è rivelato un leader (poco silenzioso) di una certa rivoluzione musicale grazie ad fantastica combinazione di straordinaria eleganza , capacità tecniche eccezionali e, soprattutto, di un’infinita cultura musicale. Dove l’ha imparata? Per le strade umili della sua Gaeta,nella bottega di papà Erasmo che, prima di tutti gli altri, gli ha insegnato la libertà di inseguire i propri sogni. Un messaggio attualissimo in un’era condizionata dall’incertezza del Coronavirus…