Attualità

Fondi / Consiglio comunale, sotto la lente d’ingrandimento le nomine di De Filippis (Pd) e Peppe(NoiConFondi)

FONDI –  Il Tribunale civile di Latina, dopo una lunga discussione che c’è stata martedì pomeriggio, si è riservato la decisione se accogliere o meno il ricorso dell’ex candidato a sindaco del Partito Democratico e della lista civica “Camminare Insieme” al comune di Fondi, Raniero De Filippis, contro la delibera del consiglio comunale che nella seduta d’insediamento del 24 ottobre non convalidò l’elezione a consigliere comunale dell’esponente Dem grazie alle 1750 preferenze ottenute in occasione del primo turno del voto amministrativo del 20 e 21 settembre.

Ufficialmente la maggioranza a guida Forza Italia aveva sollevato l’incompatibilità di De Filippis perché dirigente di prima fascia della Regione Lazio. Il legale dell’uomo politico, l’avvocato Ermanno Martusciello (lo stesso che nel 2017 strappò al Tribunale di piazzale Clodio lo status di eleggibilità del neo sindaco di Roma Virginia Raggi), ha sostenuto come la vicenda del suo assistito non rientrerebbe in nessuno dei casi di ineleggibilità e incompatibilità contenuti nel decreto legislativo numero 267/2000,il testo unico degli enti locali. Semmai sarebbe potuta e dovuta essere disciplinata dal decreto legislativo numero 39 del 2013, la più conosciuta legge Severino, sull’inconferibilità degli incarichi e l’incompatibilità tra incarichi dirigenziali ed il ruolo di consigliere comunale. Di conseguenza De Filippis avrebbe avuto 15 giorni di tempo per rimuovere la presunta causa di incompatibilità.

Il Tribunale di Latina ha discusso un ricorso – si sono costituiti il comune di Fondi con l’avvocato Antonio Romano di Aversa e il consigliere Salvatore Venditti che, in qualità di primo dei non eletti , subentrò a De Filippis – in cui campeggiava un parere pro veritate di 17 pagine dell’avvocato Martusciello. Vi si chiedeva il rispetto e la tutela del diritto costituzionale dell’elettorato passivo, dunque degli elettori votanti a prescindere da presunte casi di ineleggibilità e incompatibilità. La difesa del comune di Fondi l’ha pensato diversamente. A suo dire De Filippis commise una personale superficiliatà di cui avrebbe dovuto tener conto. Più precisamente, dopo aver ottenuto l’okay dalla Regione a beneficiare dell’aspettativa non retribuita, non informò in tempo il segretario comunale di Fondi, l’avvocato Anna Maciariello. Se potesse tornare indietro, De Filippis rifarebbe tutto. Il suo caso – a suo dire – non è regolato dal Tuel ma dalla legge Severino che offre 15 giorni di tempo per sanare o rimuovere la causa di incompatibilità: “Ma non mi hanno dato tempo e – ha accusato De Filippis – tantomeno hanno voluto ascoltarmi”.

L’accusa che De Filippis muove ora è un’altra, di natura politica, per cui la sua decadenza l’ha definita una bomba ad orologeria “disinnescata in maniera davvero arruffona”. Il 24 ottobre il neo consiglio comunale di Fondi uscito dal sofferto ballottaggio vinto da Beniamino Maschietto ai danni dell’ex sindaco di Forza Italia Luigi Parisella doveva insediarsi “a tutti i costi”. La rinnovata assise avrebbe potuto chiedere tutto il tempo necessario per verificare la posizione dell’ex candidato a sindaco del Pd. Ma la convalida dei 24 neo eletti consiglieri comunali campeggiava al primo punto e, non fosse stato sbrigato questo adempimento procedurale, il neo consiglio non avrebbe potuto insediarsi entro i 20 giorni (termine praticamente scaduto) previsti dalla norma e sciogliere altri ed importanti nodi rimasti insoluti dopo lo svolgimento del ballottaggio: il varo della nuova Giunta…. C’era fretta la mattinata del 24 ottobre 2020: se il neo sindaco azzurro Maschietto non avesse indicato gli assessori e,di conseguenza, ed il consiglio non avesse surrogato i consiglieri dimissionari (pronti a far parte dell’esecutivo) sarebbe implosa l’intera maggioranza uscita vincitrice dalle urne venti giorni prima. Tutto qui.

De Filippis sa di aver mosso, sul piano sostanziale, accuse di ingerenza nella gestione amministrativa al comune di Fondi nei confronti del Senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone. Tra i due il rapporto sempre stato di amore e odio che ha avuto come palcoscenico privilegiato la Regione dove De Filippis ha scalato tutte le tappe nei posti chiave dell’Ente, dai tempi dell’assessorato all’ambiente ricoperto nella Giunta di Piero Badaloni da Giovanni Hermanin. Fazzone presidente del consiglio regionale guardava – con Francesco Storace a capo della Giunta di centro destra – mal sopportava un Dirigente conterraneo contiguo al centro sinistra al punto che di De Filippis durante il governo di Piero Marrazzo si ipotizzava un incarico a vice segretario generale della stessa regione.

Quand’era ormai prossima l’epurazione del dirigente originario di Lenola con l’elezione di Renata Polverini a presidente De Filippis avrebbe commesso – secondo la versione di Forza Italia – un’imperdonabile provocazione: ottenere la dirigenza delle politiche sociali il cui assessorato era diretto dall’Udc formiano Aldo Forte. De Filippis trovò un ideale scudo politico contro il quale la fatwa di Claudio Fazzone non avrebbe potuto incidere. E così è stato. De Filippis ha chiesto di tornare ora al suo posto ma l’ha fatto con una “tristezza nel cuore. Da ottobre i vertici provinciali e regionali del partito di cui sono stato candidato a sindaco non hanno mai ritenuto opportuno farmi una telefonata. Hanno soltanto commissariato il partito di Fondi con un giovane consigliere di Minturno (Matteo Marcaccio). Era tutto un disegno pre ordinato a tavolo. Un cattivo pensiero che purtroppo si è concretizzato”.

Un fatto è centro. I nuovi equilibri all’interno della stessa maggioranza di centro destra al comune di Fondi sono al centro di un altro contenzioso, questa volta davanti il Tar del Lazio. A promuoverlo sono stati i primi due non eletti consiglieri comunali di Forza Italia, gli ex assessori Onorato Di Manno e Giorgia Salemme. Hanno chiesto che venga rimosso dall’incarico il consigliere della lista “Noi con Fondi” Arcangelo Peppe semplicemente perché in sede di scrutinio fu commesso un mero errore materiale: vennero attribuiti a questa formazione civica circa cento voti che, invece, erano di….Forza Italia. Agli azzurri fondani vennero assegnati 9 anziché 10 consiglieri comunali e a beneficiarne fu…due volte Peppe: lui in consiglio, la moglie Santina Trani in Giunta come assessore agli Affari generali. Il Tar di Latina ha congelato l’intera controversia chiedendo di avere entro due settimane da parte del comune di Fondi e della Prefettura il manifesto elettorale, il verbale di proclamazione degli eletti comprensivo degli allegati e la famosa contestata da De Filippis, quella di convalida degli eletti. Il Tar deciderà il 9 giugno e sino a quel giorno la coppia Peppe-Trani sarà al suo posto: consigliere comunale il primo, assessore la seconda. Il giorno dopo Forza Italia chiederà il conto al sindaco Maschietto: Di Manno a rafforzare ulteriormente il proprio gruppo consiliare, il ritorno in Giunta Giorgia Salemme nell’ambito delle famigerate quote rose.

Share