GAETA – Si difende a ragione e a denti stretti il canile “Dog’s Village” di Gaeta contro l’errata interpretazione offerta ad una recente ordinanza della terza sezione del Consiglio di Stato che, a firma dell’ex Ministro degli Esteri Franco Frattini, che aveva confermato l’efficacia di un analogo provvedimento (il numero 425/2000) del Tar circa una diversa gestione numerica dei cani all’interno dell’accogliente ed innovativo rifugio realizzato tra non pochi investimenti economici nei pressi della collina de “Le Vignole”, a metà strada tra Bevano e la piana di Sant’Agostino a Gaeta. A chiarire meglio una difficile querelle tecnico-amministrativa è Lucio La Croix, una delle promesse (mantenute) della pallamano gaetana che una scommessa dal 2002 l’ha vinta: ha realizzato una struttura davvero innovativa per la custodia (temporanea) e assistenza di tanti amici a quattro zampe.
La sua società, la “Val srl”, attraverso l’assistenza legale dell’avvocato Alfredo Zaza D’Aulisio, aveva soltanto impugnato al Tar prima e Consiglio di Stato poi il contenuto di una determina del settore veterinaria dell’Asl del 31 agosto scorso che non eccepiva il numero di cani ospitati quanto la densità degli spazi ricavati nel rifugio per ciascun cane in difficoltà o abbandonato. L’Asl aveva emanato una direttiva che, applicando il decreto legislativo numero 26 del 2014, fissa un limite di superfice molto garantista per l’ospitalità dei cani ricoverati. Nel senso che un cane avente un peso superiore ai 30 chilometri deve avere uno spazio minimo di sei metri quadrati a testa per favorire il suo sgamba mento . E’ stato questo il concetto che il Consiglio avrebbe dovuto esprimere in maniera circostanza. Lo tiene a sottolineare in un’intervista video Lucio La Croix che, senza mai eccedere nella polemica che caratterizza invece altri imprenditori impegnati in un settore in ascesa ed in evoluzione, tiene a precisare come il “Dog’s Village” di Gaeta sia dotato di un’autorizzazione del comune di Gaeta per ospitare 667 cani (successiva alle linee guida dell’Asl di Latina) a fronte delle quale e dell’ordinanza del Consiglio di Stato la struttura ha dovuto “tempestivamente” adeguarsi.
Al momento i cani ospiti del rifugio sono scesi correttamente a 431 per rispettare gli obblighi normativi ma La Croix, che mostra lettere contenente attestati di riconoscimento da parte di tutti i comuni del sud pontino (il dirigente del settore Opere Pubbliche del comune di Formia Antonio Fracassa definisce la struttura “una vera eccellenza”), non ne fa un dramma. Ha accettato il contenuto dell’ordinanza del Consiglio di Stato come una sfida a migliorarsi: “Siamo da una parte contenti per i nostri cani che hanno più a spazio a disposizione per muoversi – ha subito esordito – D’altra qualche disagio economico lo stiamo avvertendo ma siamo giovani imprenditori e vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno. Vogliamo avere il tempo per riorganizzarci per creare nuovi spazi che il Consiglio di Stato, ripeto, ci ha sottratto dopo una diversa interpretazione normativa fornitaci dall’Asl”. Si tratta di una limitazione che ha riguardato esclusivamente il rifugio che costituisce un canile moderno unitamente al canile sanitario.
Qui il “Dog’s Village” si è davvero superato con ambienti nuovissimi, qualificati e sofisticati al punto che lo stesso ufficio veterinario dell’Asl vi si appoggia a cadenza settimanale per monitorare il quadro clinico di 84 tra cani e gatti vittime di incendi o di patologie varie. Il canile sanitario delle Vignole è composto da un’accettazione h 24, da un check in predefinito, da sale operatorie e per la successiva degenza. A fare la differenza è l’amore per questi animali in difficoltà del direttore sanitario Mario Tamazzini, di tre qualificati veterinari (Manila Fazzone, Daniela Di Tucci e Anna Lanzallotto), di tre amministrativi e di una dozzina di operai che stanno condividendo, a prescindere da una scontata ordinanza del Consiglio di Stato, nuovi progetti di ampliamento e di sviluppo che dovranno sempre perseguire una duplice finalità: il benessere degli animali e nuove ricadute di natura occupazionale a favore di un territorio depresso qual è quello di Gaeta e dell’intero Golfo Rispettando poi alla lettera precise prescrizioni in tema ambientale ed energetico (sui tetti del rifugio insistono tanti pannelli solari che contribuiscono a garantire un sostanziale contributo energetico green) in una zona di assoluto pregio naturalistico, la struttura della “Val srl” ha avviato un interessante dialogo a distanza con le più importanti associazioni animaliste del territorio e della regione.
Tra queste l’”Ada” (associazione difesa animali) di Gaeta, l’”Acl”, “Animali insieme”, “Difesa del cane” e “Bastardi di razza”. Rosaria Sorabella è la loro attenta ed instancabile portavoce: “Il nostro intento non è controllare ma collaborare – aggiunge nell’intervista allegata – Un momento è quello della diffusione della cultura dell’adozione degli animali. Inseguiamo molto il benessere di un cane ma se ci rendiamo conto che il cittadino che intende adottarlo non è all’altezza l’animale rimane qui che, forse, è meglio per tutti”.
INTERVISTE Lucio La Croix, amministratore “Val srl” e Rosaria Sorabella, coordinatrice “Ada” Gaeta
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