FONDI – “Il diritto dell’elettorato passivo (articolo 51) è inquadrabile nella sfera dei diritti inviolabili sanciti dall’articolo 2 della carta Costituzionale!”. E la censura politicamente più rilevante che la prima sezione civile del Tribunale di Latina ha rivolto alla maggioranza di centrodestra che guida il comune di Fondi dopo aver rivinto le elezioni amministrative dello scorso autunno. L’occasione è stato l’accoglimento del ricorso dell’ex candidato a sindaco del Partito Democratico e della civica “Camminare Insieme” al comune della piana, Raniero De Filippis contro la mancata convalida della sua elezione al consiglio deliberata dalla sola maggioranza nell’atto inaugurale della consiliatura il 24 ottobre scorso.
Sono davvero tanti i rilievi procedurali che il collegio giudicante (presidente Pier Luigi De Cinti, giudici Paola Romana Lodolini e Concetta Serino) ha rivolto alla gestione di quella seduta, la prima dopo la sofferta vittoria al ballottaggio del sindaco di Forza Italia, Lega e liste civiche Beniamino Maschietto. De Filippis era stato definito “incompatibile” rispetto all’incarico di dirigente di prima fascia della Regione Lazio. E invece il legale dell’esponente Dem, l’avvocato Ermanno Martusciello, ha dimostrato esattamente il contrario. Il Tribunale di Latina non solo ha condiviso le sue rimostranze, ma è andato oltre sostenendo innanzitutto che l’incarico di Dirigente di prima fascia della Regione non è considerato tra gli undici motivi ostativi di ineleggibilità previste dall’articolo 60 del testo unico degli Enti locali, il decreto legislativo 267 del 2000.
Il Tribunale di Latina ha aggiunto anche che il ruolo apicale di De Filippis semmai sarebbe dovuto essere gestito normativamente dal Decreto Legislativo numero 39 del 2013, la più famosa legge Severino che disciplina il rapporto tra gli incarichi dirigenziali, interni ed esterni, nelle Pubbliche Amministrazioni in rapporto ai mandati elettorali di Regione, Provincia e Comuni superiori ai 15mila abitanti
De Filippis ha avuto ragione per due ordini di motivi. Innanzitutto aveva chiesto, primancora dell’insediamento del rinnovato Consiglio comunale di Fondi, al suo datore di lavoro, la Regione Lazio, l’aspettativa per svolgere il mandato di consigliere comunale scaturito dalla sua candidatura a Sindaco per conto del Pd e della lista civica “Camminare Insieme”. Ma commise l’errore – secondo la segreteria generale del comune di Fondi – di non comunicare l’esito, positivo, prima della convalida in aula della sua elezione? Poco importava, ha sentenziato il Tribunale di Latina nelle 15 articolate pagine della sua ordinanza. De Filippis doveva entrare in Consiglio come esponente delle minoranze ed eventualmente avrebbe dovuto e potuto avere 15 giorni di tempo per rimuovere la presunta causa di incompatibilità. Presunta perché, prima dell’adozione della delibera consiliare numero 55 del 24ottobre 2020, l’incompatibilità già non esisteva più: la Regione Lazio aveva già concesso il suo nulla osta per l’aspettativa a favore del dirigente che ha guidato i settori Ambiente e Servizi sociali in un arco temporale che va dalla presidenza di Piero Badaloni a quella di Piero Marrazzo passando attraverso la maggioranza di centro destra di Francesco Storace.
Il Tribunale di Latina arriva a considerare “punitiva” la “pregiudiziale” cacciata di De Filippis dal Consiglio comunale fondano anche per un’altra ragione. Con la delibera consiliare numero 55 non venne convalidata soltanto la sua elezione a Consigliere comunale ma il Consigliere anziano Vincenzo Carnevale, con l’avallo della Segreteria comunale, autorizzò la surroga di De Filippis con il primo dei non eletti dello schieramento Pd-Camminare Insieme, Salvatore Venditti. Fu il primo errore aggiunto ad un secondo compiuto da parte della maggioranza di centro destra fondano. Al Comune era arrivato un parere pro veritate del legale di De Filippis, l’avvocato Ermanno Martusciello, lo stesso che ha costituito il ricorso davanti il Tribunale di Latina. Ma anche il candidato sindaco sconfitto Luigi Parisella aveva chiesto di revocare tutto ed, eventualmente in autotutela, la parte della delibera 55 che surrogava De Filippis con il giovane Venditti. La proposta di Parisella venne definita dal dirigente regionale di “buona volontà”. Ma cadde nel vuoto.
Questa “perseveranza a calpestare un mandato elettorale di 1750 persone” ha dato il ‘la’ al ricorso del Tribunale il cui esito costituisce ora una duplice doccia fredda per la Giunta Maschietto. La prima di ordine politico, la seconda di natura erariale. Il Tribunale di Latina ha condannato il Comune di Fondi, infatti, a riconoscere a De Filippis e a Venditti (che si è costituito attraverso l’avvocato Francesca Giannetti) 4980 euro ciascuno per le rispettive spese legali sostenute, oltre l’Iva, il Cpa ed il rimborso spese generali al 15%. Senza dimenticare la parcella che andrà riconosciuta al legale indicato dalla Giunta che, nonostante disponesse di un’avvocatura interna, ha scelto l’avvocato Antonio Romano di Aversa in “considerazione della complessità della materia”.
La riabilitazione di De Filippis è stata commentata con un secco “no comment” da parte dell’amministrazione Maschietto, ora in procinto di valutare se ricorrere o meno in appello. A chiederle di fermarsi in tempo è la coalizione che ha cercato proprio di contendere la vittoria al ballottaggio al candidato e vice sindaco uscente di Forza Italia. Il suo competitor, proprio l’ex sindaco di Fondi Luigi Parisella, aveva ricevuto prima del ballottaggio un endorsement da parte di De Filippis. Probabilmente in quel momento il Dirigente regionale ha ricevuto una fatwa politica, ora annullata da un Tribunale, che ha pagato a caro prezzo con la sua cacciata dal rinnovato consiglio comunale.
“Riscossa Fondana”, “ La Mia Fondi” e “Fondi Terra Nostra” hanno auspicato che la Giunta “non insista nel perseverare nell’errore, ricorrendo in appello, causando un ulteriore danno. La decisione del Tribunale di Latina ha dimostrato come una scelta politica, oltre a calpestare la volontà popolare, ha fatto emergere la grossolanità, la superficialità e l’accanimento di chi ha ideato, disposto ed eseguito un grave danno alla democrazia cittadina. Mai prima di questa incresciosa vicenda si era assistito, a memoria d’uomo, in Consiglio comunale, all’iniziativa diretta della maggioranza di espellere chi era stato legittimamente votato nell’opposizione. La gravità di questa vicenda è data dalla pervicacia dimostrata da maggioranza e giunta nell’avvalorare dapprima la fallace ricostruzione giuridica della segretaria comunale; poi nel cestinare disinvoltamente un parere legale (avvalorato in pieno dal Tribunale) sulla scorta dell’opinione del presidente del consiglio Giulio Mastrobattista”.
Raniero De Filippis attenderà ora il primo consiglio utile per togliersi la soddisfazione di sedersi al suo posto. Le minoranze hanno già fatto sapere che il suo “impegno, passione e competenza, palesati già quando ha diretto settori primari della Regione Lazio , saranno utili per il buon governo al comune di Fondi”. De Filippis in consiglio resterà forse poco. Forse lascerà il passo a Venditti “che ha meritato ampiamente il consenso popolare, con lo studio attento delle tematiche e le proposte avanzate”.
Al dirigente originario di Lenola interessava inseguire una riabilitazione politica e primancora personale. Eccola arrrivata… e dura è stata la risposta politica di De Filippis alla maggioranza targata Forza Italia: “E’ stata questa una vittoria della Democrazia contro l’arroganza del potere. Non avevo dubbi sulle capacità di Salvatore Venditti, che ringrazio per la speciale solidarietà dimostratami e che in questi mesi ha espresso con tenacia e dedizione, l’impegno della nostra coalizione per lo sviluppo socio-economico-culturale della città in raccordo con le altra forze dell’opposizione. Sono lieto che la Giustizia sia stata ripristinata, e con essa la volontà elettorale popolare. Ringrazio ancora i 1.750 cittadini e cittadine che mi hanno votato e i tanti che pur appartenendo ad altri schieramenti politici, anche dell’attuale maggioranza, mi hanno espresso in questi mesi la loro solidarietà. Ringrazio inoltre l’Avv. Ermanno Martusciello e l’Avv. Francesca Giannetti per la professionalità e l’impegno profuso nell’attività. Spero che un simile episodio sia da monito a chi agisce spinto da fremiti di arroganza, senza mai mettersi in discussione.”