FORMIA – La dinamicità e il movimento sono ciò che caratterizza un corpo vivo, eppure – nonostante siano caratteristiche essenziali nella semplice quotidianità e tipiche delle attività sportive – sono decisamente variabili più lontane da quando la Pandemia da Coronavirus, ormai da un anno, ha stravolto la vita di tutti, costringendoci a stare più fermi di quanto vorremmo.
Parte da questo presupposto la riflessione della maestra di Hatha Yoga di Formia, Laura Malvone, la quale – nonostante faccia parte della schiera di coloro i quali hanno dovuto chiudere la serranda della sua palestra – ha messo comunque a disposizione la sua esperienza e la sua disciplina.
“Lo Yoga è proprio ciò che ci serve in questo momento. Fare Yoga significa innanzitutto imparare a respirare” – racconta Laura – “successivamente, con l’esercizio della pratica attraverso particolare posture del corpo, Asana, allunghiamo, stendiamo la muscolatura, contribuendo a tonificare il corpo, nell’insieme arriviamo progressivamente ad ottenere pace interiore e serenità”.
Malgrado le restrizioni relative anche alle pratiche sportive – settore che ha risentito, come tanti altri, della crisi ingenerata dall’epidemia mondiale da Covid-19 – i protagonisti della compagine invitano a non dimenticare i benefici derivanti dall’esercizio fisico, spingendo a scegliere modalità di svolgimento via via in linea con quanto previsto dal Governo centrale.
La maestra di Hatha Yoga, Laura Malvone ha messo a disposizione comunque la sua esperienza con dei video social o anche con consulti telefonici, consigli, scelte che ha fatto per continuare a stare accanto alle sue allieve ed allievi, ma fondamentale accanto a chiunque ne avesse bisogno, già a cominciare dal Lockdown del 2020.
“La Pandemia ha portato e porta tante persone a soffrire perchè chiuse in casa”– constata Laura Malvone – “che per alcune persone, in particolare donne, si traduce nel rimanere intrappolate in realtà molto particolari, problematiche – dal punto di vista economico, piscologico e non solo. A loro riservo la mia attenzione e mi piacerebbe, non appena sarà possibile, mettere su un corso ad hoc, potendole così tirare fuori dalle pareti delle loro case almeno per il tempo della pratica. Chiaramente è un progetto che avrebbe bisogno di molteplici articolazioni, ma intanto io sto pensando al supporto che posso dare personalmente a situazioni di disagio, più o meno latenti, alla quale non si può voltare la faccia”.
Ed è ciò che riesce a fare – modulando modi e tempi secondo i provvedimenti in vigore – da un anno a questa parte: scegliendo pratiche individuali, di gruppo, all’aperto o al chiuso, ad ogni modo rimanendo sempre pronta a guidare chi lo volesse – attraverso lo Yoga – sulla “Via Celere” della revulsione dell’esperienza umana.
Una sensibilità quella della maestra Laura che la spinge a lavorare – nonostante tutto o meglio proprio per questo – anche su questo nuovo progetto Yoga che possa andare incontro alle esigenze delle famiglie disagiate, con particolare attenzione alle donne.