FORMIA – L’ultimo è stato un impegnativo week end di lavoro per il collegio difensivo degli indagati di “Ricetta Express”, la particolare e laboriosa inchiesta dei Carabinieri dei Nas di Latina culminata con la notifica di due ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari emesse dal Gip del Tribunale di Cassino Vittoria Sodani, con il provvedimento di sospensione dal servizio per un anno di farmacista di Minturno e di tre decreti di sequestro, ai fini della confisca, ai danni delle persone finite nei guai, tra cui una donna malata di cancro di 62 anni di Formia. Arrestati con le ipotesi di reato di corruzione, peculato, falso in certificazioni mediche, truffa ai danni del servizio sanitario nazionale e detenzione illecita e spaccio di farmaci contenenti sostanze stupefacenti, il medico in servizio presso il Pronto Soccorso, N.P., di 61 anni, e un tossicodipendente di 37 anni di Santi Cosma e Damiano, L. M., si trovano entrambi ai domiciliari e, difesi dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Domenico Di Tano, attendono l’interrogatorio di convalida davanti il Gip Sodani, fissato per domani pomeriggio, per ribadire come l’impianto accusatorio formulato dal Sostituto procuratore Beatrice Siravo abbia una “connotazione giuridica diversa al reale svolgimento dei fatti”.
N.P. , dietro un compenso di danaro, dagli 80 ai 100 euro per ogni fiala, dal 2016 al 2019 avrebbe ceduto a L.M. oltre 1000 flaconi di morfina per contrastare la sua dipendenza dalle droghe sottoscrivendo false prescrizioni mediche del sistema sanitario nazionale a carico di ignari pazienti e prendendosi l’onere di recuperare queste fiale sia presso farmacie compiacenti che indebitamente presso il Pronto Soccorso dove ha prestato sinora servizio. Delicato è il ruolo svolto in questa vicenda da B.V. il dipendente della farmacia di Marina di Minturno che ha ricevuto, oltre ad un avviso di garanzia, due provvedimenti cautelari; il primo di sospensione dal servizio, il secondo di sequestro di 235,982mila euro. Non è altro che l’importo complessivo di 804 confezioni di “Pecfent 100 milligrammi”, uno spray nasale analgesico che, equiparato dal Ministro della salute a sostanza stupefacente , era stato certificato da N.P. ad una donna di Formia malata di tumore, R.S., che l’aveva acquistato presso la farmacia dove prestava servizio B.V.
I legali del farmacista, gli avvocati Edoardo Fascione e Massimiliano Lisi, hanno preannunciato la presentazione di due ricorsi al Riesame di Roma e a quello di Frosinone per chiedere la revoca dei provvedimenti di sospensione e di sequestro di 235mila euro essenzialmente per due ragioni. Questa somma, indebitamente percepita dalla farmacia, è stata già restituita all’Asl e poi perché B.V. è semplicemente uno dei cinque dipendenti e non riveste alcun ruolo nella proprietà della struttura. Nell’ordinanza di custodia cautelare lo stesso medico del Pronto Soccorso N.P. ha ricevuto un provvedimento di sequestro di 235.395mila euro per aver diagnosticato alla 62enne donna oncologica di Formia ulteriori confezioni di 802 confezioni di questo spray acquistate presso altre farmacie della città. Infine lo stesso tossicodipendente di Santi Cosma è destinatario di un provvedimento di sequestro di 975,83 euro – una somma indebitamente rimborsata dall’Asl – per l’acquisto di 1074 fiale di morfina cloridrato che N.P. gli avrebbe abusivamente prescritto quando non aveva concretamente la possibilità di procurargli all’interno dell’ospedale “Dono Svizzero”.