LATINA – L’omicidio di Veronica De Nitto è ancora tutto da chiarire, ma l’interessamento del Ministero degli Esteri non sembra fino a questo momento aver sortito alcun effetto sulle autorità statunitensi e messicane per arrivare alla verità. Soprattutto non ci sono novità di rilievo sul presunto assassino che, per quanto trapela, avrebbe trovato riparo in Messico. Sono questi i motivi che hanno spinto il deputato pontino Raffaele Trano a mettere in campo nuove azioni politiche per la ricerca della verità. “Il 15 gennaio scorso, nei pressi di San Francisco – recita una nota diffusa proprio oggi dal parlamentare de “L’Alternativa c’è” – è stata barbaramente uccisa la 34enne Veronica De Nitto, originaria di Latina, che lavorava negli Usa nel settore della ristorazione. Si tratta di un femminicidio per cui è ricercato un americano con cui la vittima avrebbe avuto una relazione. L’uomo, su cui è stata anche messa una taglia, stando alle indagini sinora svolte dalla polizia americana, sarebbe fuggito in Messico. A distanza di tre mesi i familiari di Veronica De Nitto non hanno ancora neppure idea del movente dell’atroce delitto. Al papà, che ho incontrato e con cui mi sono confrontato, è stato persino impedito di recarsi negli Usa per assistere al funerale della figlia e non è giunta alcuna informazione ufficiale dopo la tragedia, né dalle autorità statunitensi né da quelle italiane. Ho parlato direttamente della vicenda con il console generale d’Italia a San Francisco, Lorenzo Ortona, che ringrazio per la disponibilità. Dal console ho avuto rassicurazioni sull’impegno della polizia americana nelle indagini, mi ha riferito di aver subito comunicato l’accaduto alla Procura della Repubblica di Roma, mi ha assicurato di essere in costante contatto con la sorella della vittima, che vive in California, e specificato quanto il delitto abbia sconvolto la stessa comunità italiana a San Francisco, dove Veronica era conosciuta e molto amata. Tutto questo non basta. I familiari di Veronica De Nitto hanno diritto a verità e giustizia e il ministro degli esteri Luigi Di Maio, sinora rimasto in silenzio, deve intervenire e chiarire quali sono attualmente i contatti con le autorità statunitensi e anche quelli eventuali tra la magistratura italiana e quella americana. A tal fine ho presentato un’interrogazione insieme alle colleghe Elisa Siragusa e Guia Termini, chiedendo al ministro anche di fornire il massimo supporto alla famiglia della vittima, quello che sinora è mancato, e di creare una struttura interna alla Farnesina che in situazioni del genere possa attivarsi immediatamente e fare da raccordo tra le autorità estere e i familiari delle vittime in Italia. Un femminicidio negli Usa non è un femminicidio di serie B e farò tutto quello che è nelle mie possibilità affinché venga fatta presto e definitivamente luce sul caso”.