FORMIA – Seppur stazionarie restano gravi le condizioni di S.L., la professoressa di 51 anni di Formia che, vaccinata come tanti colleghi il 14 marzo con il vaccino AstraZeneca presso la sede decentrata della Provincia in via Olivastro Spaventola, la scorsa settimana è rimasta colpita da una trombosi a Negrar di Valpolicella, in provincia di Verona, dove era ospite da alcuni giorni della figlia.
Del dramma di S.L., che si trova ricoverata presso il reparto di neurologia dell’ospedale Sacro Cuore del centro scaligero dopo essere stata colpita da un ictus, ne ha dato notizia il marito che si è rivolto all’associazione “Giustitalia”. Preannunciando la presentazione di un esposto alla Procura di Verona ipotizzando il reato di lesioni colpose gravissime, la famiglia della 51enne ha anche confermato di voler inoltrare un ricorso d’urgenza allo stesso Tribunale di Verona per accertare in maniera incontrovertibile l’eventuale “relazione tra la somministrazione del vaccino ed eventi trombotici o ischemici”.
I familiari della 51enne S.L non hanno voluto rilasciare dichiarazioni, l’ospedale di Negras, pur confermando il ricovero della professoressa di Formia, ha smentito, a differenza di quanto dichiarato da “Giustitalia”, l’invio di alcuna segnalazione all’Aifa, l’autorità italiano sul farmaco: semplicemente perché non sarebbero state riscontrate sulla 51enne sintomi riconducibili al vaccino e alle possibili reazioni avverse elencate nel bugiardino dello stesso vaccino AstraZeneca. L’associazione Giustitalia” ha reso noto invece che la donna da settimane non stava bene: febbre alta, dolori, capogiri, debolezza sino al ricovero d’urgenza alla vigilia del suo ritorno per Formia.