GAETA – Il comune di Gaeta interrompa l’iter per la realizzazione di un impianto di cremazione, in località Monte Sant’Angelo, ai confini del comune di Itri. La richiesta non è uno dei comitati civici di una zona più pregiate sotto il profilo archeologico, naturalistico e paesaggistico del comprensorio meridionale della provincia pontina ma del settore Ecologia e tutela del territorio dell’amministrazione Provinciale di Latina. In una lettera al Comune di Gaeta, al Ministero per i beni culturali, alla Soprintendenza archeologica, alla Regione Lazio , alla Prefettura, all’Asl, all’Autorità di Bacino dell’Appennino e all’Arpa Lazio ha sollecitato la revoca della determina del settore ambiente del comune di Gaeta con cui ha preso atto della conclusione favorevole della conferenza di servizio convocata per l’approvazione del progetto preliminare della struttura in variante urbanistica secondo quanto prevede il Dpr 327/2001.
La Provincia è arrivata a questa considerazione rivolgendosi a tutti gli enti che hanno partecipato alla conferenza di servizi, i cui risultati sono sintetizzati nella determina dirigenziale numero 764 del 18 settembre scorso.
I responsabili dei servizi “Difesa suolo” e “Tutela ambientale” della Provincia, Luigi Matteoli e Enrico Sorabella nonché l’avvocato Alfonso Furbato hanno sottoscritto davvero una diffida molto pesante che, se corrispondesse a vero, ipotizzerebbe alcuni presupposti di reato, in primis quello del falso ideologico. La provincia di Latina, di fatto, asserisce come il suo parere non sia praticamente lo stesso poi inserito nel verbale conclusivo della conferenza di servizio, il cui esito ha rappresentato il via libera per la pubblicazione del bando pubblico – i termini scadono a luglio – con cui il Comune di Gaeta, attraverso il progetto di finanza, ha chiesto il coinvolgimento dei privati per la realizzazione e gestione sino al 2050 dell’opera tanto contesta da cittadini residenti, agricoltori e comitati civici.
Nelle determina dirigenziale numero 764 del settembre scorso viene “erroneamente attribuito alla Provincia un silenzio assenso”, con la motivazione di “non aver dato seguito ad una richiesta del comune di Gaeta dell’11 agosto 2020 nella quale si invitava la stessa Provincia a fornire una più congrua motivazione al dissenso espresso aggiungendo che, in difetto, avrebbe ricorso all’istituto del silenzio assenso”. I funzionari della Provincia sono chiari quando sostengono che dall’esame della determina del comune di Gaeta “emerga un difetto di istruttoria”, nel senso che le richieste di istruttoria provenienti da Latina non sarebbero state “soddisfatte” nel corso della conferenza di servizi promossa dal comune di Gaeta.
Il 9 aprile dello scorso anno, la Provincia aveva già lamentato il mancato deposito della documentazione precedentemente richiesta (l’emissione in atmosfera avrebbe richiesto un’autorizzazione ai sensi dell’articolo 269 del decreto legislativo 152/2006) aggiungendo come “tale inadempimento comporti un’impossibilità per l’ente di esprimere una valutazione in merito alle proprie competenze. Trascorsero alcuni mesi e l’11 agosto 2020 la Provincia in sede di conferenza di servizi, prendendo atto la mancata produzione delle richieste integrative, espresse un parere contrario al progetto preliminare per la realizzazione di questo impianto di cremazione. Il comune di Gaeta lo stesso giorno tentò di aggirare l’ostacolo chiedendo all’amministrazione provinciale di “fornire più congrua motivazione al dissenso espresso”. In alternativa lo stesso comune “in difetto avrebbe ricorso all’istituto del silenzio assenso” previsto dalla legge sulla trasparenza numero 241/1990.
Secondo l’ente di via Costa, in conclusione, l’impianto è sprovvisto delle autorizzazioni, di competenza della Provincia, per l’eventuale emissione di fumi in atmosfera e scarico di acque reflue. E’ bagarre dunque a cui ha partecipato nelle ultime ore anche il comune di Itri. La Giunta, come aveva anticipato il sindaco Antonio Fargiorgio in uno degli ultimi Consigli comunali, ha nominato l’avvocato Antonio Cardinale che si affiancherà all’avvocato Luca Scipione che per conto di alcuni comitati e privati ha impugnato davanti il Tar l’intero carteggio tecnico amministrativo che, prodotto dal comune di Gaeta, non tutti vogliono.