VENTOTENE – A Ventotene le urne si apriranno soltanto tra un anno e le minoranze sono sempre più scatenate. Non bastava l’esposto dell’ex vice sindaco ed assessore al demanio Modesto Sportiello che ha denunciato alla Procura di Cassino una presunta macchinazione ordita dal sindaco Gerardo Santomauro contro le sue attività economiche ed imprenditoriali che si sono aggiunti i componenti del gruppo consiliare di “Ventotene Vive”.
Dopo aver presentato due mirate interrogazioni al sindaco dell’isola, i consiglieri Pietro Pennacchio e Andrea Biondo hanno delegato il proprio capogruppo Raffaele Sanzo e presentare altrettanti esposti alla Procura di Cassino e, per conoscenza, al Prefetto di Latina Maurizio Falco. Nel suo mirino è finita la delibera di Giunta municipale numero 23 del 17 marzo che esterna l’impegno dell’esecutivo a fornire la disponibilità di un alloggio per le esigenze della cooperativa di comunità “Petra” di Ventotene per un periodo strettamente necessario alle sue esigenze e, comunque, non inferiore a tre anni “a favore di un ignoto coordinatore di un fantomatico progetto, di cui non si ha traccia. Questa cooperativa, di fatto, è stata costituita soltanto il 2 febbraio scorso davanti il notaio Michele Barbaraci.
Si propone di valorizzare le competenze e le tradizioni culturali della popolazione residente nonché le risorse del territorio del Comune di Ventotene con l’obiettivo di soddisfare i bisogni della comunità locale e di migliorare la qualità sociale ed economica, attraverso lo sviluppo di attività economiche eco-sostenibili finalizzate alla produzione di beni e servizi, al recupero di beni ambientali e monumentali ed alla creazione di offerta di lavoro. La stessa cooperativa Petra ha aderito altresì ad un Consorzio di cooperative denominato “Sale della terra” di cui intende seguire la mission per la realizzazione di attività e percorsi di sviluppo territoriale. In precedenza il Comune di Ventotene, con una deliberazione del 18 novembre 2019, aveva aderito alla “Rete dei Piccoli comuni del Welcome promossa dalla Caritas diocesana di Benevento, attraverso la sottoscrizione del “Manifesto per una Rete dei Piccoli Comuni del Welcome”, cui aderisce anche il Consorzio di cooperative “Sale della terra”.
Nonostante ciò, non mancano i dubbi al capogruppo Sanzo: “Non si comprendono affatto le finalità e lo stesso oggetto della cooperativa; viene citato il presidente, ma non il suo nome né la sua residenza;non è noto il nome né il curriculum del coordinatore a cui verrà dato un alloggio, in comodato d’uso, si suppone e, inoltre, non è indicato un sia pur minimo programma di massima circa le iniziative e le attività che saranno svolte in un triennio a favore di Ventotene e dei ventotenesi”. Nell’interrogazione al sindaco Santomauro l’intero gruppo consiliare di “Ventotene Vive” aveva chiesto, invece, di conoscere sulla scorta di quali parametri si affidi a questo coordinatore un alloggio e di che alloggio in questione si tratti; quali affidamenti offra una cooperativa che si è costituita solo in data 2 febbraio 2021 e non dispone di alcun curriculum, quali siano i motivi di urgenza che spingono la Giunta a deliberare in data 17 marzo 2021, sulla scorta della mera richiesta del presidente della cooperativa, prodotta e protocollata solo in data 16 marzo 2021 e, inoltre, quale sia il progetto della cooperativa “Petra” e quale programma di lavoro triennale la Giunta abbia letto e approvato prima di concedere il proprio affidavit, dei quali progetto e programma si chiede copia regolarmente protocollata al protocollo del Comune.
Sotto la lente d’ingrandimento del capogruppo di “Ventotene Vive” è finita anche l’ormai famosa ordinanza del dirigente del settore urbanistica numero 4/2001 la seconda all’Ordinanza di sospensione dei lavori n. 4/2021 che, a firma del Dirigente del settore urbanistica del comune di Ventotene, aveva riguardato alcune presunte difformità edilizie commesse dal fratello del sindaco Santomauro. Il verbale di sequestro era stato compiuto dagli agenti della sezione operativa navale della Guardia di Finanza di Gaeta il 2 marzo scorso e acquisito agli atti del comune con numero di protocollo numero 1504 del 16 marzo.
Sanzo ha sollecitato di sapere le “ragioni della disconnessione tra la data dell’ordinanza e quella dei fatti, risalenti ad altra data, successiva, non essendo pensabile si tratti di mero errore materiale di più soggetti né, attesa l’importanza e la delicatezza dell’atto, si possa accreditare un potere divinatorio in capo al Dirigente in questione”. Ma anche “chi sia il proprietario o i proprietari dell’area di cui trattasi: se, cioè, l’ordinanza sia stata recapitata al sig. Antonio Santomauro perché il Dirigente dell’Area 6 conosce direttamente la situazione proprietaria dell’area medesima o abbia ricavato il dato da altra fonte; e se sì, di quale fonte si tratti”.
Il capogruppo di Ventotene Vive ha avanzato altri intricanti quesiti: “Quali effetti possano verificarsi in caso di errata notifica o di notifica dell’ordinanza ad un soggetto diverso da quello individuato, signor Antonio Santomauro, rispetto ai titolari della proprietà; il Santomauro, Antonio, è gestore del territorio interessato o non già degli immobili ivi ricadenti? Il Dirigente mostra di conoscere molto bene il destinatario dell’atto in quanto gestore e lascia presupporre che conosca, di conseguenza, i reali proprietari dell’area medesima, ai quali non ha notificato l’ordinanza n. 4/2021, perché? Quali azioni il sindaco Santomauro ha adottato al fine di rimuovere i pericoli denunciati dalla Guardia di finanza riferiti ai tre metri cubi circa di materiali pericolosi e non pericolosi e quali azioni intenda intraprendere per verificare che l’atto adottato dal Dirigente dell’Area 6 rivesta valore ai fini di legge, trattandosi di atto palesemente viziato, e se intenda adire ad una qualche azione di carattere amministrativo, eventualmente in autotutela, allo scopo di evitare che possano verificarsi eventi dello stesso genere”.
Il capogruppo di Ventotene Vive ha anche motivato il contenuto dell’interrogazione presentata al sindaco Santomauro: ” Tende a disambiguare – ha scritto il dottor Sanzo – una serie di contenuti dell’ordinanza 4/2021 nella quale sono evidenziati fatti non rivestono mera rilevanza di carattere amministrativo. In considerazione delle documentate carenze istruttorie c’è stato un evidente“pasticcio” tra fatti narrati ed il protocollo comunale, un contenuto delicato, riguardante un sequestro giudiziario effettuato dalla Guardia di Finanza su cantieri presunti abusivi che si fanno risalire al fratello del Sindaco”.
Ma era proprio inevitabile il ricorso all’autorità giudiziaria? Secondo Sanzo la risposta è affermativa: “Purtroppo è stata l’estrema ratio adottata in risposta alla idiosincrasia del primo cittadino di Ventotene a rispondere alle interrogazioni dei consiglieri di minoranza, dall’inizio della consiliatura, con irrilevanti eccezioni. Ma di questo aspetto ci riserviamo i dovuti approfondimenti….”