Per molti pubblici esercizi delle province di Latina e Frosinone – bar, ristoranti, gelaterie e pizzerie – il lockdown proseguirà anche dopo il 26 aprile. Altro che libera tutti. I dati forniti dal presidente della Fipe Confcommercio Lazio sud, la federazione che raggruppa i pubblici esercizi, Italo Di Cocco, sono preoccupanti : l’85% circa dei 6000 locali aderenti nelle due province del Basso Lazio non hanno i tavolini all’esterno e, pertanto, alla luce delle nuove deroghe del governo Draghi, non potranno completamente riaprire i battenti il prossimo 26 aprile.
Il dato della Fipe naturalmente risente anche dalle forzate limitazioni che si sono autoimposti molti esercenti che, dopo l’inizio della pandemia, per far fronte ai mancati incassi hanno deciso di privarsi dei tavolini all’aperto anche in considerazione dell’insufficiente apporto tributario dei Comuni relativamente all’esenzione della Tosap, la tassa per l’occupazione di suolo pubblico. La Fipe ricorda inoltre come queste autolimitazioni riguardino molti locali ubicati nei centri storici di moltissime località delle province di Latina e Frosinone per i quali vigono regole molto stringenti anti Covid.
Se questo è il momento del coraggio, che lo sia davvero. “I sindaci – sollecita la Fipe della Confcommercio Lazio sud – mettano a disposizione spazi extra per le attività economiche che devono poter apparecchiare in strada ed evitare così di subire, oltre al danno del lockdown, la beffa di vedere i clienti seduti nei locali vicini”. Una richiesta sarà inoltrata all’Anci, all’associazione nazionale dei comuni italiani, per spingere i sindaci a concedere il maggior numero di spazi esterni extra, in via del tutto eccezionale e provvisoria, agli esercizi che in questo momento ne sono sprovvisti.
“Sarebbe – ha aggiunto Di Cocco – un bel segnale di unità e di voglia di uscire dal pantano tutti insieme”. La data del 26 aprile da sola non basta e bisogna dare una prospettiva a tutti gli imprenditori. Ed il presidente Di Cocco propone di lavorare da subito ad un protocollo di sicurezza sanitaria che permetta ai ristoranti di rilanciare la stagione della banchettistica . Si potranno tornare ad organizzare matrimoni, per esempio, permettendo agli invitati di parteciparvi dimostrando di aver effettuato il vaccino o, nella peggiore delle ipotesi, di essersi sottoposti al tampone con un chiaro risultato negativo.