Il proscioglimento degli indagati con formula piena e, ancor prima, venga riconosciuta l’avvenuta prescrizione al termine di un processo seguito ad uno dei più clamorosi sequestri giudiziari compiuto negli ultimi anni a Formia.
Se ne saprà qualcosa di più nell’udienza del 5 maggio quando il giudice monocratico del Tribunale di Cassino Marco Gioia sarà chiamato a pronunciarsi sulla richiesta formulata dal collegio difensivo degli otto imputati finiti sotto processo, con le ipotesi di reato di frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica e truffa aggravata ai danni di un ente pubblico, per quanto concerne la discussa riconversione dell’ex colonia “Federico Di Donato” nel quartiere medioevale di Castellone a Formia, lo storico e secolare immobile che, in procinto di ospitare un ostello per i figli degli emigranti laziali all’estero venne sequestrato in maniera spettacolare la mattina del 25 gennaio 2017 dal gruppo di Formia della Guardia di Finanza su richiesta del Procuratore capo Luciano D’Emmanuele e del sostituto procuratore Alfredo Mattei.
Gli avvocati Andrea Di Croce,Vincenzo Macari, Luca Scipione, Valeria Simeoni, Giorgia Bonfanti e Luigi Panella hanno fatto rilevare come da gennaio 2021 si possa applicare la prescrizione per un processo incardinato con l’ipotesi di reato che la ditta aggiudicataria dei lavori appaltati dall’Ipab della Santissima Annunziata, la Sacen, abbia emesso fatture gonfiate rispetto agli interventi edilizi realmente realizzati. Il suo legale Di Croce ha prodotto una perizia disposta dal Tribunale di Cassino che dimostri come quei lavori siano stati concretamente eseguiti e una sentenza del giudice civile che ha rigettato l’opposizione dell’Ipab contro il decreto ingiuntivo emesso dalla ditta appaltatrice.
L’udienza del 5 maggio è attesa anche perche l’Ipab della Santissima Annunziata, che si è costituita parte civile ha chiesto la modifica dei capi d’imputazione ricevendo un parere contrario del sostituto procuratore Alfredo Mattei. L’istanza dell’avvocato Lioi è stata finalizzata – con il processo ormai alle battute finali – ad avere un nuovo quadro accusatorio per sfuggire alla trappola, ormai certa, della prescrizione.
Il recupero storico ed architettonico dell’immobile risalente al 1300 ha coinvolto Raniero De Filippis, ex dirigente del settore Servizi sociali della Regione Lazio ed ex presidente dell’Ipab della Santissima Annunziata, i funzionari regionali Erasmo Valente, Giovanni Falco, Andrea Fumi e Giorgio Maggi, il responsabile unico del procedimento Roberto Guratti e gli imprenditori Francesco e Umberto Battista di Formia.
Se era stata archiviata la posizione dell’ex presidente e dell’ex direttore dell’Ipab della Santissima annunziata Piero Bianchi e Giovanni Caprio, la vicenda giudiziaria – come detto – avrebbe accertato una serie di irregolarità e difformità nell’esecuzione dei lavori di riqualificazione, poi gestiti dall’Ipab della Santissima Annunziata grazie ad un accordo stipulato nel 2011 con comune di Formia grazie ad un contratto di comodato d’uso della durata di 25 anni. Il collegio difensivo ha sempre contestato il contenuto della perizia che,disposta dalla Procura, ha stabilito – a suo dire – un danno di quasi 232mila euro per l’irregolare svolgimento dei lavori.
L’avvocato Andrea Di Croce ha portato in udienza copia della perizia disposta dal Tribunale civile di Cassino che, dopo aver riconosciuto all’impresa formiana la somma di 120mila euro per l’illegittimo utilizzo dei ponteggi durante il periodo di sequestro del cantiere di 400mila euro per la mancata realizzazione del secondo lotto dell’appalto, ha “ridimensionato” l’entità del presunto danno arrecato – la qualità degli intonaci eseguiti, pari a 27mila e 554 euro. Niente rispetto alle più gravose ipotesi investigative della Procura effettuate dalla Guardia di Finanza di Formia al punto da eseguire un provvedimento di sequestro preventivo di conti correnti e disponibilità finanziarie che, per un valore complessivo di 230mila euro, aveva interessato alcuni degli indagati di questa delicata inchiesta giudiziaria.
Il sequestro dei conti correnti, poi annullato completamente grazie all’assistenza legale dell’avvocato Andrea Di Croce, era stato eseguito presso alcuni istituti bancari di Formia, Fondi, Gaeta, Latina, Napoli, Roma, Salerno e Rieti e aveva riguardato anche i dirigenti della società appaltatrice dei lavori appunto Francesco ed Umberto Battista. Per il gruppo di Formia delle Fiamme Gialle ci sarebbero state invece, una serie di presunte irregolarità e difformità nell’esecuzione dei lavori di riqualificazione, interventi finanziati dalla Regione per quasi un milione di euro ma mai definitivamente completati.
Per il recupero del vasto complesso architettonico di oltre 15mila metri quadrati nel 2011 fu stipulato tra il comune di Formia e
l’Ipab della Santissima Annunziata di Gaeta un contratto di comodato d’uso, della durata di 25 anni, che, grazie ad una serie di finanziamenti a “destinazione vincolata” concessi dall’allora Giunta Polverini, avrebbe dovuto recuperare la storica struttura per realizzarvi un centro regionale polivalente riservato ai figli degli emigrati laziali. Le perizie tecniche disposte dal Pm Mattei invece avrebbero accertato non solo la difformità dei lavori rispetto alla progettazione, ma anche gravi violazioni alle norme sugli appalti pubblici che avrebbero procurato un indebito arricchimento all’azienda appaltatrice a danno dell’erario per oltre 232 mila euro.
L’indagine della Procura di Cassino scaturì da un esposto conoscitivo dell’ex commissaria dell’Ipab della Santissima Annunziata, Luciana Selmi, dopo le difficoltà riscontrate dalla Regione a contabilizzare i reali interventi realizzati rispetto al contributo concesso.
Nel processo, orami in dirittura d’arrivo, si è costituito parte civile anche il Comune attraverso il dirigente della propria avvocatura Domenico Di Russo. La stessa Amministrazione comunale spera ora che con la sentenza di proscioglimento o di archiviazione a causa dell’avvenuta prescrizione – i termini sono di 7 anni e mezzo – l’area ed il complesso immobiliare dell’ex Colonia di Donato tornino nella disponibilità pubblica e, in particolare, a servizio del quartiere medioevale di Castellone.
Sarebbe un doveroso riconoscimento alla memoria del consigliere comunale Gerardo Forte che, prematuramente scomparso dopo un male incurabile lo scorso dicembre, per il recupero vero dell’ex colonia Di Donato (in passato sede di alcuni uffici e servizi del comune di Formia, dell’ex Usl Lt/6 e del dirimpettaio istituto magistrale “Marco Tullio Cicerone”) si è tanto infaticabilmente speso nel corso della sua decennale, indimenticata e gratuita azione politico-amministrativa..