FORMIA – L’imminente rinnovo del consiglio d’amministrazione di Acqualatina e, nello specifico, delle nomine di parte pubblica richiedono un momento di riflessione da parte della politica pontina e, in particolar modo, dei sindaci dei comuni facenti parte dell’Ato 4. Lo chiedono diverse associazioni e comitati civici operanti sul territorio del sud pontino (“Cittadini per la Tutela dei Beni Comuni” di Formia, “Comunità del Lazio Meridionale e delle Isole Pontine” “Pendolari Stazione di Minturno Scauri,”, la Confconsumatori Latina, il Comitato Acqua Gaeta, il laboratorio Socio Politico S. Giacomo di Gaeta, “La Barba di Giove” ed il sud Pontino Social Forum”), tutt’altro che soddisfatti dell’esito della prima seduta dell’assemblea dei soci chiamata a ridare un nuovo governo dell’ente gestore.
I sindaci dell’Ato 4 in una lettera di cui sono i destinatari unitamente alla Regione Lazio, all’Arera, al Garante del Servizio Idrico Integrato della Regione Lazio e alla segreteria tecnica operativa dell’Ato 4, sono accusati di non aver ancora colto ancora l’importanza di questa incombenza statutaria e, dunque, di non aver fornito una linea d’indirizzo alla nuova governance. Queste associazioni e i comitati temono che, così facendo, si rischia di far “prevalere una logica lottizzatoria piuttosto che perseguire una serie di obiettivi ben precisi”. Invece la parte pubblica di Acqualatina ha il ruolo primario di garantire il diritto all’acqua mentre la tutela delle risorse idriche deve rappresentare il primo dei suoi impegni. Per i firmatari di questo appello “tutto ciò non sta avvenendo”. Le perdite di rete continuano ad essere predominanti. Nell’Ato 4 su oltre 130 milioni metri emunti dalle sorgenti circa 100 mila si perdono. Il consumo energetico per pompare l’acqua in una rete colabrodo ha assunto cifre di tutto rilievo nei bilanci e, di conseguenza, nelle bollette. “Lo scarso impegno finanziario profuso per il rinnovo delle reti nei primi 19 anni di gestione, dimostra – si legge nella lettera aperta ai sindaci – una colpevole sottovalutazione del problema e non promette niente di buono per i prossimi anni. La risposta del Gestore a tutto ciò è la ricerca di nuove fonti, nuova acqua da immettere in rete. Niente di più sbagliato. Continuare a prelevare acqua per farla poi perdere è contro ogni logica. Il rinnovo delle reti rimane la via maestra”.
Dal report presentato lo scorso anno da Utilitalia (la federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche) emerge che l’Italia è il paese che in Europa preleva più acqua e uno dei paesi con le reti più vetuste. Secondo Utilitalia “il 60% delle reti è stato messo in posa oltre 30 anni fa e il 25% di queste supera i 50 anni”. Nel 2032, alla scadenza del trentennio di gestione Acqualatina, se non si cambia passo, i comuni, privi di risorse, si troveranno a gestire un patrimonio di reti obsoleto. In queste prevedibili condizioni i comuni saranno privi di forza contrattuale.
Le associazioni e i comitati firmatari della lettera si augurano che il nuovo consiglio di amministrazione di Acqualatina faccia della riduzione delle perdite e della tutela delle sorgenti la cifra del proprio mandato e riprenda con rinnovato vigore la delibera numero 9 del 3 agosto 2016, con cui la Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti di Provincia ha espresso, all’unanimità, la volontà di giungere alla pubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato. Insomma i stessi futuri dirigenti di parte pubblica nel Cda di Acqualatina impongano la pubblicazione, sul sito del gestore, di tutti gli atti amministrativi e contabili, secondo le norme di trasparenza proprie degli enti pubblici.
“Per quel che ci riguarda crediamo che occorra ripartire dal basso – si legge nella lettera inviata alla Regione e soprattutto ai sindaci dell’Ato 4 – coinvolgendo le associazioni, i cittadini, le forze politiche e sociali e aprendo un dibattito pubblico e trasparente, che evidenzi realmente chi è a favore dell’acqua pubblica e chi invece fa solo propaganda”.