FORMIA – E’ terminato processualmente con un clamoroso nulla di fatto uno degli sequestri giudiziari più eclatanti effettuati negli ultimi anni sul territorio di Formia del Golfo, quello compiuto il 25 gennaio 2017 ai danni dell’ex colonia di Di Donato di Formia. Il giudice monocratico del Tribunale di Cassino Marco Gioia ha prosciolto le otto persone che, indagate con le ipotesi di reato di frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica e truffa aggravata ai danni di un ente pubblico, possono ora beneficiare dei termini della prescrizione. La macchina della giustizia ha operato troppo lentamente rispetto alle presunte irregolarità commesse nell’ambito del progetto di riconversione dello storico e secolare immobile che, originariamente di proprietà del Comune, era stato affidato all’Ipab della Santissima Annunziata per realizzarvi, grazie ad un finanziamento della Regione, un ostello, un albergo destinato ai figli dell’emigranti laziali all’estero.
Secondo le ricostruzioni della Guardia di Finanza di Formia, poi condivise dal Procuratore capo Luciano D’Emmanuele e dal sostituto procuratore Alfredo Mattei, la ditta aggiudicataria dei lavori appaltati dall’Ipab, la Sacen, avrebbe emesso fatture gonfiate rispetto agli interventi edilizi realmente realizzati sino al giorno dell’apposizione dei sigilli. Di fronte all’avvenuta prescrizione il Tribunale di Cassino, sulla scorta anche del parere contrario del Pm Mattei, ha rigettato l’inverosimile richiesta dell’Ipab di modificare alcuni degli originari capi d’imputazione per non incappare nella tagliola della prescrizione. E’ stata invece accolta l’istanza degli avvocati Andrea Di Croce,Vincenzo Macari, Luca Scipione, Valeria Simeoni, Giorgia Bonfanti e Luigi Panella secondo i quali la prescrizione poteva essere attuata già dal gennaio scorso. Il legale della Sacen, l’avvocato Di Croce, ha allegato agli atti del processo penale una perizia disposta dal Tribunale di Cassino che dimostri come i lavori contestati ingiustamente dalla Finanza siano stati concretamente eseguiti e una sentenza del giudice civile dello stesso tribunal di piazza Labriola che ha rigettato l’opposizione dell’Ipab contro il decreto ingiuntivo, di 450mila euro, emesso dalla ditta appaltatrice. Il giudice Gioia con la sentenza di proscioglimento ha anche disposto che l’ex colonia Di Donato torni all’avente diritto. Al Comune di Formia o all’Ipab della Santissima Annunziata? Ma questa è una partita che deve ancora iniziare.
Avevano avuto a che fare sinora per il recupero storico ed architettonico dell’immobile risalente al 1300 Raniero De Filippis, ex dirigente del settore Servizi sociali della Regione Lazio ed ex presidente dell’Ipab della Santissima Annunziata, i funzionari regionali Erasmo Valente, Giovanni Falco, Andrea Fumi e Giorgio Maggi, il responsabile unico del procedimento Roberto Guratti e gli imprenditori Francesco e Umberto Battista di Formia. Se era stata archiviata la posizione dell’ex presidente e dell’ex direttore dell’Ipab della Santissima annunziata Piero Bianchi e Giovanni Caprio, la vicenda giudiziaria – come detto – avrebbe accertato una serie di irregolarità e difformità nell’esecuzione dei lavori di riqualificazione, poi gestiti dall’Ipab della Santissima Annunziata grazie ad un accordo stipulato nel 2011 con comune di Formia grazie ad un contratto di comodato d’uso della durata di 25 anni. Il collegio difensivo ha sempre contestato il contenuto della perizia che, disposta dalla Procura, ha stabilito – a suo dire – un danno di quasi 232mila euro per l’irregolare svolgimento dei lavori. L’avvocato Andrea Di Croce ha allegato agli atti del processo penale copia della perizia disposta dal Tribunale civile di Cassino che, dopo aver riconosciuto all’impresa formiana la somma di 120mila euro per l’illegittimo utilizzo dei ponteggi durante il periodo di sequestro del cantiere di 400mila euro per la mancata realizzazione del secondo lotto dell’appalto, ha “ridimensionato” l’entità del presunto danno arrecato – la qualità degli intonaci eseguiti, pari a 27mila e 554 euro. Niente rispetto alle più gravose ipotesi investigative della Procura effettuate dalla Guardia di Finanza di Formia al punto da eseguire un provvedimento di sequestro preventivo di conti correnti e disponibilità finanziarie che, per un valore complessivo di 230mila euro, aveva interessato alcuni degli indagati di questa delicata inchiesta giudiziaria.
Il sequestro dei conti correnti, poi annullato completamente grazie all’assistenza legale dell’avvocato Andrea Di Croce, era stato eseguito presso alcuni istituti bancari di Formia, Fondi, Gaeta, Latina, Napoli, Roma, Salerno e Rieti e aveva riguardato anche i dirigenti della società appaltatrice dei lavori appunto Francesco ed Umberto Battista. Per il gruppo di Formia delle Fiamme Gialle ci sarebbero state invece, una serie di presunte irregolarità e difformità nell’esecuzione dei lavori di riqualificazione, interventi finanziati dalla Regione per quasi un milione di euro ma mai definitivamente completati. Per il recupero del vasto complesso architettonico di oltre 15mila metri quadrati nel 2011 fu stipulato tra il comune di Formia e l’Ipab della Santissima Annunziata di Gaeta un contratto di comodato d’uso, della durata di 25 anni, che, grazie ad una serie di finanziamenti a “destinazione vincolata” concessi dall’allora Giunta Polverini, avrebbe dovuto recuperare la storica struttura per realizzarvi un centro regionale polivalente riservato ai figli degli emigrati laziali. Le perizie tecniche disposte dal Pm Mattei invece avrebbero accertato non solo la difformità dei lavori rispetto alla progettazione, ma anche gravi violazioni alle norme sugli appalti pubblici che avrebbero procurato un indebito arricchimento all’azienda appaltatrice a danno dell’erario per oltre 232 mila euro. L’indagine della Procura di Cassino scaturì da un esposto conoscitivo dell’ex commissaria dell’Ipab della Santissima Annunziata, Luciana Selmi, dopo le difficoltà riscontrate dalla Regione a contabilizzare i reali interventi realizzati rispetto al contributo concesso.
Nel processo, ora concluso, si è costituito parte civile anche il Comune attraverso il dirigente della propria avvocatura Domenico Di Russo. Il giudice Gioia con la sentenza di proscioglimento ha anche disposto che l’ex colonia Di Donato torni all’avente diritto. Al Comune di Formia o all’Ipab della Santissima Annunziata? Ma questa è una partita che deve ancora iniziare. La stessa e futura amministrazione comunale “tifa” per avere disponibili – i termini sono di 7 anni e mezzo – l’area ed il complesso immobiliare dell’ex Colonia di Donato per una fruzione pubblica e, in particolare, a servizio del quartiere medioevale di Castellone. Sarebbe un doveroso riconoscimento alla memoria del consigliere comunale Gerardo Forte che, prematuramente scomparso dopo un male incurabile lo scorso dicembre, per il recupero vero dell’ex colonia Di Donato (in passato sede di alcuni uffici e servizi del comune di Formia, dell’ex Usl Lt/6 e del dirimpettaio istituto magistrale “Marco Tullio Cicerone) si è tanto infaticabilmente speso nel corso della sua decennale, indimenticata e gratuita azione politico-amministrativa.