FORMIA – E’ ancora “Boom Decoration” nel quartiere storico di Castellone, a Formia. Dopo le “sedie – fioriere” in via della Torre, nel giro di pochi giorni un nuovo angolo ha preso vita e colore ad opera del regista Enzo Scipione della compagnia “TeatrArte”. Visti i crismi di improvvisazione e abbellimento come altro chiamare – se non “Boom Decoration” – i vari atti del grande spettacolo d’arte con materiale riciclato con cui Scipione sta andando in scena da diverse settimane nel borgo?
Tutto lascia presupporre che non si tratti dell’ultimo “tempo” e mentre tanti residenti del quartiere entusiasti stanno mettendo a disposizione materiali e risorse per appendere nuove “sedie” e continuare a decorare i caratteristici vicoletti, Scipione è passato al recupero di vecchi infissi in legno che hanno fatto la loro comparsa in quella che doveva essere una fontana in piazza Sant’Anna, lì dove c’è la preziosa risorsa archeologica del Cisternone romano.
La nuova installazione mette al centro la finestra, cornice per sua natura di ciò che è in grado di catturare nello spazio del suo vetro, trasformata nell’intelaiatura per alcune fotografie scattate e messe a disposizione dal circolo fotografico formiano “L’altro sguardo”, con cui in passato il regista teatrale ha collaborato.
Le foto ritraggono gli “sguardi” che si allungano tipicamente dalle finestre sulla quotidianità, ritraendo persone e immagini che normalmente una persona affacciata ad esse vedrebbe; le finestre sono di quelle fatte a mano, la cui abilità creatrice sta progressivamente scomparendo.
Ancora una volta, dunque, l’intento della “Boom Decoration” di Scipione è quella di declinare in chiave attuale una continuità tra passato e presente, di cui Castellone è genuina espressione: ha tinto di bianco gli infissi legnosi per infondergli una profondità astratta e lasciare che quelle ante di diverse grandezze, sistemate in quella che è diventata un’aiuola, raffigurassero, in continuità con il discorso avviato con le “sedie-fioriere”, un elemento di congiunzione tra passato, dunque storia di quel rione, e contemporaneità.
Se da un lato la finestra rimanda subito agli occhi puntati sulla strada della vecchina dietro la tenda, convinta di non essere scoperta a “spiare” le altrui vite, oggi questa presa d’atto ricordata con tenerezza e un po’ di nostalgia, rimanda anche a quella volontà di interessarsi al prossimo in maniera più o meno costruttiva, ma concreta.
Il pensiero va al concetto di apertura ed accoglienza che caratterizza i popoli di mare e anche la storia della comunità formiana di Castellone – e non solo; così come contemporaneamente al suo esatto contrario la “chiusura” che abita i giorni di talune prese di posizione nei confronti del prossimo.
Così la “Boom Decoration” si fa anche critica sociale e tutto sommato, ripercorrendo la storia teatrale di Scipione, anche denuncia. La finestra è un elemento concettualmente caro al regista Scipione che tanto si è dedicato alla storia di Peppino Impastato, soprattutto col suo lavoro “Lasciati soli”, dedicato anche ad Aldo Moro: storie in cui le “finestre” pensate chiuse a condannare l’omertà e immaginate come evocative di schermi televisivi ad additare certe apparenze che si fanno per taluni sostanza, hanno avuto un ruolo importante in declinazioni avverse.
Ed ecco che allora la “finestra” è possibilità: di tenerla aperta o chiusa, di posizionare lo sguardo verso nuovi orizzonti o tenere gli occhi serrati, di praticare l’ospitalità o sigillare l’uscio di casa. La finestra è scelta e – la “Boom Decoration” di Scipione suggerisce che quella che lo “sguardo” di un quartiere come Castellone è già positivamente oltre.
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