ITRI – Pur concedendo uno sconto di pena, la prima sezione penale della Corte d’Appello di Roma ha condannato M.S. a tre anni e due anni e P.L. ad otto mesi di reclusione il 41enne ed il 34enne di Itri accusati di aver venduto le presunte dosi letali di hashish e di eroina che il 10 agosto 2019 provocarono l’overdose di Dario Noviello, un giovane di 28 anni del posto. I due pusher, difesi dall’avvocato Pasquale Di Gabriele, furono arrestati dopo la tragedia del 28enne e i Carabinieri li arrestarono perchè – a loro dire – avrebbero continuato a spacciare dimostrando – “incapacità di pentitismo e notevole attitudine criminale”.
I giudici d’appello hanno raccolto parzialmente la linea difensiva dell’avvocato Di Gabriele secondo la quale non è stata mai appurata la sostanza stupefacente che, ceduta a Noviello, gli avrebbe causato il decesso. I due in primo grado, al termine del rito abbreviato davanti il Gip del Tribunale di Cassino Salvatore Scalera, furono condannati rispettivamente a cinque e quattro anni di carcere.
La vittima aveva soltanto 28 anni e, figlio di un agronomo e di un’insegnante, fu trovato cadavere all’interno di un casolare abbandonato in località “Cescole-Cappuccini” nei pressi dell’omonimo convento, non molto lontano dal centro urbano di Itri. Qui i Vigili del Fuoco lo rinvennero a terra privo di vita al termine di mirate ricerche che si erano protratte per alcune ore dopo che Noviello aveva fatto perdere le proprie tracce. E invece avevano scelto questo casolare inaccessibile per iniettarsi l’ultima e fatale dose di eroina.