MINTURNO – “Riguardo il problema della schiuma bianca presente nelle nostre acque potremmo scrivere un romanzo, da troppi anni nel nostro mare vi è la fastidiosa presenza di questa schiuma bianca oleosa, della quale non conosciamo né la natura né la provenienza”. Inizia così la premessa del contenuto di una nota nella quale il gruppo locale di Fratelli d’Italia intende affrontare un annoso problema della comunità minturnese.
“In molti hanno formulato ipotesi sul perchè di quella schiuma che accompagna giornalmente le nostre immersioni e volendoci affidare ad organismi dell’amministrazione italiana come l’ARPA, la causa sarebbe dovuta alla presenza di sostanze tensioattive di origine naturale legate ai cicli di produzione del plancoton. Ora un ciclo ha un inizio ed una fine e quello del plancton , se fosse la reale origine del problema, durerebbe da decenni ininterrottamente visto che la schiuma viene puntualmente avvistata anche durante la stagione invernale. Altri hanno parlato della mutata condizione dei fondali, con la scomparsa delle praterie di poseidonia dovute probabilmente all’antropizzazione dell’ambiente e quindi agli apporti delle attività umane fuori e dentro il mare. Recentemente Legambiente è intervenuta sull’argomento portando a conoscenza della cittadinanza i risultati delle analisi svolte nelle nostre acque, che hanno portato alla luce dati preoccupanti riguardanti la presenza di eschirichia coli e di enteococchi nel nostro mare”.
“Come Fratelli d’Italia, insieme al nostro candidato sindaco Pino D’amici – dichiara la Vicecoordinatrice Elisabetta Smith – cercheremo innanzitutto di scovare le fonti, probabilmente scarichi abusivi, ne faremo una mappatura e, di concerto con gli altri enti, costringeremo i trasgressori a mettersi in regola. Inoltre, dopo aver acquisito tutta la documentazione necessaria, porteremo avanti un’azione nei confronti di Acqualatina per accertare l’efficacia del depuratore del Comune di Formia e se vi sono perdite. Un’altra azione che ci interesserà è quella di un costante monitoraggio delle acque del fiume Garigliano, ricercare eventuali fonti di inquinamento e adire azioni legali laddove si renderà necessario”.
“Altra questione di grande importanza – prosegue il candidato sindaco Pino D’Amici – riguarda la delocalizzazione degli impianti di itticoltura di Gaeta. Da anni si discute del loro spostamento ma fino ad oggi non ci sono state azioni concrete, nonostante sia prevista la delocalizzazione.
Fin da subito porteremo avanti una pressante richiesta, insieme al Comune di Formia e coinvolgendo anche il Comune di Gaeta, a traslare off shore questi impianti perché impattano notevolmente sulle acque del nostro golfo, che ricordo è stato riconosciuto come Area Sensibile dalla Regione Lazio. È ora di attuare tutti gli strumenti normativi che abbiamo a disposizione per salvaguardare la salute del nostro mare. A tal proposito ci attiveremo immediatamente per evitare che l’intervento possa essere procrastinato oltre la scadenza del termine di proroga di 18 mesi che la giunta Zingaretti ha concesso a gennaio 2021”.
“Accanto a queste azioni a lungo termine – aggiunge D’Amici – porteremo avanti altre azioni che ci possano aiutare nell’immediato e per arginare le emergenze. Come già detto in precedenza, la nostra intenzione è quella di acquistare un battello spazzamare, che ha un costo di circa 80mila euro, ammortizzabili in cinque anni, e che può essere noleggiato dai Comuni limitrofi. In questo modo, riusciremo a coprire tutte le spese di personale e di manutenzione senza gravare ulteriormente sul bilancio comunale. Si tratta di una soluzione tampone, in attesa di risolvere il problema della schiuma, ma allo stesso tempo il mezzo navale servirà anche ad asportare rifiuti e detriti presenti a mare, garantendo un’acqua pulita ai nostri residenti e turisti”.
“Infine – concludono D’Amici e Smith – siamo al lavoro per valutare anche la fattibilità di installare delle barriere galleggianti, come già avviene in altri Comuni italiani, che possano bloccare schiuma e detriti, nell’attesa che vengano rimosse le cause a monte. Sono soluzioni per tamponare l’emergenza, ma riteniamo che lo sforzo, anche economico, sia necessario per difendere lo stato di salute del nostro litorale”.