Una profonda lesività al collo sinistro all’altezza della carotide, una seconda al cuore, la terza e la quarta nella zona addominale. Questi quattro colpi, inferti alle spalle e probabilmente con alcuni calci, hanno provocato la morte di Willy Monteiro Duarte, l’aspirante cuoco di 21 anni di Paliano aggredito mortalmente in Largo Oberdan, in pieno centro storico a Colleferro, nella notte tra il 5 ed il 6 settembre scorsi.
E’ durata oltre tre ore la drammatica audizione davanti la Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone del dottor Saverio Potenza, il medico legale che, incaricato dai sostituti Procuratori Francesco Brando e Giovanni Taglialatela, effettuò all’epoca l’autopsia sul cadavere del giovane di origini capoverdiane. La deposizione di Potenza è stata per certi versi raccapricciante, corredata da tante fotografie che, contenute già nella relazione medico legale consegnate alla Procura di Velletri, hanno consigliato la madre del povero Willy, la signora Lucia e i suoi familiari, a disertare per la prima volta l’aula della Corte d’assise. Era regolarmente presente invece uno dei quattro imputati per omicidio volontario aggravato dai futili motivi, Francesco Belleggia, tuttora agli arresti domiciliari. I fratelli Gabriele e Marco Bianchi e Mario Pincarelli, collegati in video conferenza dalle strutture penitenziarie in cui sono reclusi, hanno appreso com’è morto Willy in meno di un minuto e mezzo.
“Willy ha ricevuto un trauma posteriore al collo, che ha originato il trauma alla carotide – ha spiegato nell’intervista video allegata il professor Potenza – uno toracico posteriore e almeno due a livello addominale”. Solo ipotesi, secondo lo stesso medico legale, quelle avanzate dalla difesa degli imputati su una possibile patologia pregressa della vittima. “Willy era sano come un pesce – ha detto il professore dell’istituto di medicina lega dell’Università di Tor Vergata di Roma – Sono solo ipotesi: l’esame macroscopico e l’esame autoptico lo hanno escluso”.
Sul volto di Willy sono state rinvenute soltanto sei lesioni di piccole dimensioni, si concentrano tra zigomo e palpebra provocate da più colpi ricevuti in vita “Lesioni traumatiche riconducibili a più momenti – ha aggiunto il professor Potenza – che fanno pensare a più pugni portati al volto del ragazzo, almeno tre o quattro”. Lievi anche le ferite sul dorso della mano sinistra, del polso e del gomito, di piccole dimensioni come quelle sugli arti inferiori. Sono state illustrate le infiltrazioni emorragiche alla carotide, al fegato, alla milza, sono considerate invece più importanti le lesioni viscerali al cuore, ai polmoni che secondo il medico legale potrebbero essere state provocate anche da un unico colpo, “come – ha detto in aula – l’azione di una gamba, un calcio inferto dall’indietro all’avanti. L’infiltrazione emorragica negli organi è così estesa da far pensare a un mezzo relativamente ampio, compatibile con un calcio, che agirebbe a fascia”. Ed è questa la più importante ipotesi di morte. Anche a livello addominale è stata riscontrata una lesività di natura traumatica,un versamento sangue. “Tutte le lesioni a livello toracico addominale sono portate posteriormente” sottolinea il professor Potenza al giudice.
Nelle fasi iniziali dell’udienza del processo, nel frattempo rinviato al 22 luglio, sono stati ascoltati un 23enne ed una 20enne di Colleferro . Ques’ultima ha rivelato di aver trascorso con alcune amiche la sera della tragedia in un locale di Colleferro. All’uscita un ragazzo le lanciò un bacio. Era Pincarelli. Un bacio che provocò una reazione a catena e la morte, davvero crudele, del povero Willy.
Ecco il racconto: “Quella sera ero nel locale di Colleferro con le mie amiche, verso le 2 stavamo andando verso il parcheggio e lì un ragazzo, che poi mi hanno detto essere Pincarelli, mi ha lanciato un bacio mentre passavo. Ho abbassato lo sguardo, non ho detto nulla agli altri, ma il mio amico lo ha raccontato al mio fidanzato che ha chiesto spiegazioni a un altro col braccio ingessato (Belleggia, ndr). La discussione sembrava pacifica, vero è che si sono stretti la mano ed è finita lì. Alessandro, il mio ragazzo, mi ha poi detto che si erano capiti, che l’amico di Belleggia (Pincarelli, ndr) che mi aveva fatto l’apprezzamento, non era in sè quella sera”.
La situazione precipitò perçhè “Quando la cosa sembrava esser finita e stavamo andando verso la macchina, uno di noi si è accorto che Federico, uno dei nostri amici, non c’era. Mentre ci siamo girati per tornare indietro, lo abbiamo visto cadere giù di schiena e ci ha detto che senza motivo era stato buttato giù dalle scale dal ragazzo col braccio ingessato (Belleggia, ndr). E stato allora – continua la 20enne – che dall’altra parte della strada ha iniziato a raggrupparsi una gran numero di persone. Alessandro è tornato verso di noi dicendoci di andare via, che erano arrivate persone poco raccomandabili, un suv da cui sono scesi i Bianchi – ricorda ai Pm Brando e Taglialatela – noti per essere dei violenti attaccabrighe. La situazione cominciava a scaldarsi ma non ho visto alcuna aggressione fisica”. Ha precisato ancora la testimone: “Ho visto Willy avvicinarsi alla folla mentre ero più indietro, vicino all’edicola, ma non il momento in cui è stato colpito”.
Che i fratelli Bianchi avessero fama di essere persone temute, “bisognava tenersi a distanza’ l’ha ribadito in aula un giovane di 23 anni di Colleferro: “La sera del 5 settembre scorso io ero in piazza insieme ai miei amici. Ho visto Willy colpito al petto da un calcio e finire contro una Panda blu vecchio modello”.
Già sentito dai carabinieri di Colleferro il 14 settembre 2020, nove giorni dopo i fatti, il 20enne ha aggiunto: “Quella sera ero arrivato al ‘due di picche’ verso le 23, ero con alcuni amici. Intorno alle 2 abbiamo deciso di andare a casa di un amico, ma in quel momento abbiamo sentito apprezzamenti fatti a una delle ragazze che erano con noi. Il suo fidanzato si è girato ed è andato a parlare con Francesco Belleggia e Mario Pincarelli (il primo aveva un braccio ingessato, l’altro una lacrima tatuata). Tra loro la discussione sembrava pacifica, poi quando tutto pareva finito, abbiamo notato che mancava Federico, il nostro amico, che abbiamo visto cadere a terra. Si è rialzato dicendo di esser stato colpito con un pugno al volto da Francesco Belleggia, che però nel frattempo si era recato nella piazza dei locali. Gli amici lo hanno raggiunto, era insieme a Pincarelli, hanno ripreso a discutere con toni accesi ma non c’è stata nessuna nuova aggressione”.
E ha aggiunto: “All’improvviso ho notato salire una agitazione improvvisa, alcuni miei amici sono venuti verso di me dicendomi di andare via, ed è stato allora che ho visto Willy colpito da calcio al petto da un ragazzo e sbattere contro una panda blu vecchio modello – ha specificato il 20enne – Conoscevo Willy di persona perché aveva frequentato la stessa scuola del mio amico, quello colpito dal pugno, quando si incontravano si fermavano sempre a parlare. Sapevo che Willy era intervenuto perché voleva cercare di capire cosa stesse succedendo al mio e al suo amico”. Sugli aggressori ha detto ancora ai rappresentanti della Procura di Velletri concludendo: “I due fratelli Bianchi avevano la fama di essere persone temute. Persone da cui tenersi a distanza. Si sapeva che era meglio non guardarli perché magari si rischiava di essere picchiati”.
INTERVISTA video al Dott. Saverio Potenza, medico legale