FORMIA – “Amore, amicizia, sesso: parliamo adesso” è il progetto nazionale promosso dall’Associazione Italiana Persone Down, con il finanziamento del Ministero del Lavoro e Politiche sociali, grazie al quale Vittorio, Chiara, Maria Teresa e Carlo hanno guardato negli occhi la quotidianità di una convivenza, scoperto pregi e difetti l’uno dell’altro, ma soprattutto si sono interrogati ed hanno interrogato gli operatori accompagnatori del viaggio/vacanza tra Trevignano e Anguillara, sul sesso, svelando timori e curiosità.
Si allargano le maglie di quel retaggio culturale e sociale che rende ostica la trattazione del tema sessuale tra genitori e figli o, comunque tra generazioni a confronto; cadono via via gli stigmi dei luoghi comuni per cui persone affette da sindrome di Down, rimangano eterni bambini, non siano attraversati da pulsioni che spingano i loro corpi a provare desiderio sessuale o che, addirittura, non provino sentimenti che li spingano a coltivare relazioni durature con tutti i tradizionali alti e bassi di qualsiasi rapporto.
Il progetto è partito nel 2019 e ha coinvolto diverse sezioni locali dell’associazione – per dare qualche numero parliamo di 18 sedi, 180 persone e 36 operatori – e si è articolato in diversi mesi di incontri di formazione e sensibilizzazione anche con le famiglie, per approdare – al termine del percorso – alla vacanza aperta a singles e coppie.
Da Formia sono partiti in destinazione “Camping Smeraldo” Chiara e Vittorio dal 26 giugno al 3 luglio e a seguire Maria Teresa e Carlo dal 10 luglio al 17 luglio, insieme con l’operatrice StefaniaVatiero e la psicologa Anna Casilli.
Chiara e Vittorio. Lei ha 24 anni, una grande passione per lo sport e per i bambini di cui si prende cura con un progetto che – superata la pandemia – dovrebbe consentirle di tornare a lavorare con i bambini dell’asilo nido. Lui ha 26 anni lavora sodo all’Happy Bar della Villa comunale di Formia come cameriere.
La loro storia d’amore è iniziata nel 2015. Un colpo di fulmine scoccato col primo bacio a Fondi in occasione della Pasquetta di quell’anno. A raccontarlo è Chiara decisamente molto meno timida di Vittorio ed è sempre lei che parla anche del futuro che, come tutte le coppie, immaginano insieme: “la casa c’è, vicino ai suoceri, e anche i mobili ci sono, ma ogni cosa ha il suo tempo!”.
Chiara ha idee precise e le chiarisce anche a Vittorio, con il quale per la prima volta – durante la vacanza che hanno fatto insieme – ha vissuto la quotidianità ventiquattro ore su ventiquattro – strappandogli una promessa: Vittorio dovrà essere meno espansivo con gli altri – “devi smettere di chiamare tutti amore!”, rivendica Chiara – mentre dovrà essere meno “chiuso” e “geloso” con lei.
Entrambi hanno una profonda consapevolezza dei loro spazi, tempi e vite, non riescono a vedersi spesso quanto vorrebbero, ma quando sono insieme si ferma il mondo: sono una coppia, sono innamorati, sanno che le storie possono finire, il che può deludere, ma non c’è da farne un dramma; la loro intimità – per il momento – è fatta di coccole e mentre ne parliamo Vittorio aggiunge – “E’ stato bello svegliarmi accanto a Chiara”, ma Chiara sottolinea che “lui russa davvero troppo!”.
Maria Teresa e Carlo. Lei ha 24 anni, lui 39 sono colleghi di lavoro all’ “Happy Bar” di Formia. Galeotto è stato proprio un caffè al tavolino di questo bar: “Ciao bellissima!” disse Carlo in quel 2018 servendo la tazzina a Maria Teresa che ci racconta: “voleva lasciarmi il numero di telefono, ma mi ha scritto quello dell’abbonamento del pullman” e scoppia a ridere. Forse l’ha conquistata anche con questa piccola gaffe di quelle che da impacciati davanti a chi ci piace abbiamo tutti moltiplicato a iosa; sta di fatto che l’intraprendenza tipicamente femminile ha fatto sì che Maria Teresa trovasse il numero di telefono di Carlo, sperando di sentirlo quanto prima. E così è stato.
Il loro primo bacio sul balcone di casa.
Lei veniva da Aversa – sua città di origine – per vederlo; durante i giorni distanti, telefonate, lettere d’amore e tanta tristezza cercavano di colmare la distanza, ma poi Maria Teresa si è trasferita a Formia.
Per loro la vacanza è stata un’esperienza importante, pur essendo già abituati a condividere giornate intere insieme, trascorrendo spesso i fine settimana a casa dell’uno o dell’altro, l’occasione di stare un po’ soli e strapparsi una promessa è stata preziosa. Carlo ha dato la sua parola a Maria Teresa che: “dovrà stare più calmo, non scattare, piangere ed innervosirsi” – spiega decisa e perentoria, esigendo tra l’altro che la smetta di essere troppo geloso di lei e delle sue attenzioni che vorrebbe sempre tutte per sé.
Carlo non si è sottratto all’impegno di fiducia richiestogli a maggior ragione perchè nel suo destino desidera più d’ogni altra cosa farsi una sua famiglia e ci confida di aver già immaginato l’anello con il quale vorrebbe fare la proposta di matrimonio a Maria Teresa.
Insomma la vita di coppia non è tutta rosa e fiori, ha bisogno di attenzione, equilibrio e, alle volte, sacrificio. “Questa vacanza è servita per far capire ai ragazzi che il vivere in coppia non è una cosa da niente, bensì un impegno molto difficile – racconta Stefania Vatiero – anche il potersi confrontare con altre coppie di ragazzi per loro è stata un’esperienza indimenticabile”.
Una “ricetta” di cui tutti siamo continuamente alla ricerca del giusto “dosaggio”, anche Chiara, Vittorio, Maria Teresa e Carlo, fermo restando che l’amore è la base essenziale e che un po’ di romanticismo non guasta. Tant’è che in vacanza c’è stato tempo anche per ripercorrere la più classica delle tappe del corteggiamento: l’ invito a cena con omaggio floreale.
Al rientro tutti e quattro si sono raccontati felici dell’esperienza non solo perchè ha rappresentato una serie di “prime volte” – cucinare insieme, dormire insieme, affrontare la cura dell’appartamento del quale erano ospiti dividendosi i compiti – ma perchè si sentono più pronti ad affrontare anche la vita sessuale.
Una consapevolezza fondamentale al quale ha contribuito in maniera determinante anche la considerazione e la collaborazione dei genitori dei ragazzzi di cui si fa portavoce nella nostra chiacchierata Maria Rosaria Di Cicco – mamma di Vittorio, nonché moglie del presidente della sezione Sud Pontino dell’associazione, Carmine D’Angelo.
Ci spiega che in quanto genitori occupa di per sé molto spazio pensare al futuro dei loro ragazzi – il “Dopo di noi” è una politica che meriterebbe maggior attenzione – ma ovviamente il presente è l’altra priorità; fare rete attorno a loro, anche in occasione di questo progetto, per curare la loro crescita è qualcosa che dà sostegno e ancor più concretezza alla loro azione educativa.
Il cammino di questo progetto, dunque, si proietta in questa direzione e – come già sottolineato – cerca di stigmatizzare luoghi comuni ampiamente diffusi che non corrispondono necessariamente al vero, in particolare quelli relativi alla sessualità delle persone con sindrome di Down.
Allo scopo di sublimare questo messaggio l’esperienza che i giovani adulti – come Chiara, Vittorio, Maria Teresa e Carlo – hanno fatto diventerà un cortometraggio per la regia di Christian De Angelis, in uscita il prossimo ottobre.