ITRI – L’avvocato Vittoria Maggiarra si è vista recapitare l’etichetta di essere “portatrice un facile camaleontismo” alla luce delle piroette di cui continua ad essere – secondo i suoi detrattori – assoluta protagonista. Considerata una “colonna” nella campagna elettorale del 2016 che vide affermare il collega Antonio Fargiorgio, Vittoria Maggiarra non tardò ad esternare i suoi mal di pancia nel momento in cui si vide proiettare un disco rosso circa il suo ingresso in Giunta. Fargiorgio fu chiaro: ci sono alcune deleghe a disposizioni, tra cui quella agli Affari Generali, fammi sapere. Il neo sindaco di Itri ricevette una risposta positiva ma da quel momento la principale forma di dissenso alla sua azione di governo non arrivò – com’era giusto che fosse – dalle frastagliate minoranze – ma dal suo interno. Con un nome ed un cognome: Vittoria Maggiarra.
Nipote d’arte, zio Nicola fu sindaco di “sinistra” di Itri, la Maggiarra uscì dalla maggioranza per vendicarsi di quel posto in Giunta che le era stato negato ma anche per i rapporti non facili con un’altra donna “forte” dell’esecutivo Fargiorgio – l’assessore ai Lavori Pubblici di Forza Italia Serena Ciccarelli – e con il delegato alle attività produttive, di area Lega, Mario Di Mattia. Una fortissima contrapposizione, dunque, culminata lo scorso maggio con la mozione di sfiducia contro il sindaco uscente di Itri. Tra i primi a firmare e, primancora dei consiglieri di Forza Italia, delle Lega (e per quanto riguardo le minoranze), di Fratelli d’Italia, fu proprio Vittoria Maggiarra.
Il suo attivismo non ha tardato a manifestarlo ed in vista delle prossime elezioni di ottobre ha deciso subito di avvicinarsi al già tre volte sindaco di Itri ed ex assessore provinciale al bilancio Giovanni Agresti; per accreditarsi decise di diventare la segretaria della neonata associazione culturale, “Ripartiamo”, che ora diventerà la lista sostenitrice del ritorno dell’imprenditore della sanità privata.
Vittoria Maggiarra ora ha deciso di “scendere”: per lei pare non ci siano “più e ad oggi le condizioni, le premesse e lo spirito originario che hanno motivato la nascita e l’iniziale operatività del progetto associativo. Un progetto che, come noi riteniamo, è stato snaturato e svilito nella sua essenza e nelle sue finalità”. La Maggiarra dice di essere alla guida di componente vicina al Pd. E non a caso l’accreditamento l’avrebbe inseguito a Latina in un incontro con il consigliere regionale Dem Enrico Forte che però è amico di vecchia data e punto di riferimento proprio dell’imprenditore Giovanni Agresti.
I toni delle dimissioni della Maggiarra evidenzierebbero l’esistenza di un’anarchia all’interno di questa componente: “Per settimane intere abbiamo osservato e attentamente vagliato le condotte e le iniziative assunte, in maniera del tutto unilaterale ed autonoma. Il concetto associativo implica, di per sé, coinvolgimento, attività di partecipazione, di condivisione e di collaborazione; tutti elementi che riteniamo essere venuti meno e la cui progressiva inosservanza ha completamente infranto ogni iniziale entusiasmo ed operatività”.
L’avvocato Maggiarra sembra entrato in rotta di collusione con chi non hai mai legato nella stessa Giunta Fargiorgio: gli assessori Ciccarelli e Di Mattia. A Itri poi c’è una donna politicamente concreta che, nonostante la sua giovane età, è assai considerata per la sua operatività. Si chiama Elena Palazzo e nella scala provinciale delle gerarchie di Fratelli d’Italia non occupa posizioni di retrovie. Tutt’altro.
Che la Palazzo sarà la vice di Giovanni Agresti in caso di vittoria elettorale lo immaginano tutti. Questo ticket è apparso subito molto indigesto alla Maggiarra alla ricerca di una serenità politica: “Laddove ci sono ambiguità e lavorìo finalizzati ad accaparrarsi, in tempi estremamente anticipati, poltrone e cariche, è scontato il fallimento”
Giovanni Agresti, intanto, si trova da sabato a Lipari in vacanza. Non ha voglia e tempo per replicare alla Maggiarra – “lo faranno gli elettori tra settembre ed ottobre” – ma una rivelazione la offre per incendiare un dibattito che sembrava spento: “Mi scusi- si è limitato a dire Giovanni Agresti – non è pronta ancora la coalizione da presentare agli elettori e qualcuno mi ha chiesto di diventare vice sindaco con le deleghe all’urbanistica e Lavori Pubblici. Ho risposto: quella è la porta”.
“Nella condivisione con tutte le componenti che, assieme a me, sostengono un Progetto Democratico, non possono essere le filiere clientelari e le ragioni di comodo ad interessare la buona politica, bensì gli impegni, i propositi e le azioni per una cultura della legalità, della responsabilità e delle pari opportunità” – ha commentato ancora Vittoria Maggiarra, proseguendo: “Inizierò, quindi, con il gruppo al mio fianco, le dovute consultazioni con le forze politiche e civiche intenzionate a dare corpo ad un Progetto Democratico serio e credibile, un progetto di ricostruzione ad ampio respiro, un progetto di ricostruzione che risolva anche i grandi problemi del paese”.
L’avvocato su un punto, sembra, essere chiara: non sarà candidata a Sindaco. Almeno per ora. Però ha due tavoli aperti. Il primo con l’ex sindaco di Forza Italia Giuseppe De Santis, di cui diventerebbe ‘vice” in caso di una complicata rielezione, il secondo con l’ultimo primo cittadino democraticamente eletto, Antonio Fargiorgio. Intanto la squadra di Agresti è pronta ad inserire la prima marcia – ormai definito anche l’accordo con Forza Italia di Michele Stamegna – un ruolo, determinante, di contrappeso lo potrebbero svolgere la sinistra. Un suo autorevole rappresentante è Luca Iudicone che ha in mente la sua offerta: l’anti Agresti non sia né De Santis e tantomeno Fargiorgio.