FORMIA – Si sono ridotte davvero al lumicino perché il Comune di Formia possa conservare gli oltre 11 milioni e 550 mila euro necessari per la demolizione e ricostruzione della scuola media “Vitruvio Pollione” e per la realizzazione di una palestra nell’attigua scuola elementare DE Amicis nel quartiere di Mola. A scriverlo non è un rappresentante di una qualsiasi forza Politica impegnata nella campagna elettorale ma niente meno che il segretario generale e responsabile della prevenzione della corruzione e per la trasparenza del Comune, l’avvocato Alessandro Izzi.
L’occasione è stata l’attesa relazione 2019-2020 sul “Sistema integrato dei controlli interni e sul controllo successivo di regolarità amministrativa” che da qualche giorno è stata pubblicata nella sezione “Amministrazione Trasparente” del sito internet del comune. Izzi ha di fatto effettuato una fotografia sul corretto svolgimento dell’attività di ciascun settore dell’Ente perseguendo una duplice analisi: la corretta redazionale e la regolarità procedurale e sostanziale di ciascun atto ma anche il rispetto dei tempi procedimentali e della normativa in tema di trasparenza e privacy. La relazione di Izzi prende in considerazione due anni perché l’emergenza pandemica “ha reso estremamente difficile procedure alle operazioni di riscontro in una contestuale presenza dei componenti dell’ufficio di controllo”.
Naturalmente nel setaccio dell’alto dirigente comunale, che ha compiuto una monumentale azione di verifica sintetizzata in ben 189 pagine, non poteva non rimanere impigliato il progetto di edilizia scolastica a favore del rione di Mola.
E le critiche più pesanti, che sono state espresse in manifestazioni pubbliche anche da parte del commissario Prefettizio Silvana Tizzano, sono state rivolte all’operato dell’ultima amministrazione comunale che aveva scelto l’avvocato Izzi per guidare l’apparato tecnico-bucratico del comune di Formia. Izzi non ha voluto fare sconti a nessuno, tantomeno all’ex sindaco ed ex commissario straordinario per l’edilizia scolastica Paola Villa che l’aveva nominato con un incarico fiduciario alla testa della segreteria generale.
Il Ministero dell’Istruzione nelle scorse settimana aveva prorogato dal 31 agosto al 30 novembre prossimo la scadenza del termine per l’aggiudicazione dell’esecuzione dei lavori per confermare la validità del maxi finanziamento concesso in stretta con il Ministero dell’economia. Questa iniezione di fiducia – secondo il segretario Izzi – potrebbe non bastare più: “Le criticità procedimentali, provvide mentali, gestione e di indirizzo politico amministrativo, così come rappresentate formalmente dal dirigente competente e dal responsabile del dirigente del procedimento, sono tali da far fondatamente ritenere come altamente probabile l’impossibilità del rispetto del termine indicato, fatta salva un’ulteriore concessione di proroga che – sottolinea l’avvocato Izzi nella sua relazione – non dipende però dalla volontà dell’ente”.
Sia il segretario Izzi che il commissario Prefettizio avevano avviato due distinte verifiche interne per individuare eventuali responsabilità e ad appesantire l’intera situazione è stata una nota della Soprintenzza ai beni archeologici del Lazio, il cui mancato e necessario parere per lo svolgimento della gara d’appalto per il conferimento dell’incarico per la progettazione definitiva aveva convinto il commissario Prefettizio Tizzano a bloccare l’iter tecnico procedurale per non incorrere in guai erariali e penali. La dottoressa Paola Refice ha chiarito che la valutazione della Soprintendenza sul progetto co-finanziato dal Miur e dal Mef “è necessariamente preliminare a qualsiasi valutazione progettuale” e, fermo restando i necessari tempi tecnici per l’elaborazione dell’istruttoriua finale dell’interesse la stessa dovrà essere successivamente discusssa nella commissione regionale per il patrimonio culturale”.
Il comune di Formia, insomma, per evitare di vedersi revocati gli 11 milioni e mezzo di finanziamento del governo è obbligato a fare in fretta e a “valutare ogni possibile ed opportuna azione provvide mentale al fine di accelerare il procedimento in esame per scongiurare la perdita del rilevante finanziamento e anche per evitare possibili ed onerose azioni di responsabilità erariale, gestionale, amministrativa e civile a carico dei soggetti tenuti all’attuazione”.
Il segretario generale chiama pesantemente in causa l’ex responsabile del settoore Opere Pubbliche del comune, Antonio Fracassa. Aveva vinto un regolare concorso pubblico indetto dalla Giunta Villa ma dimissionario da alcuni mesi per andare ad assumere un incarico più prestigioso presso la Regione Lazio. Izzi lo chiama in causa ma nel suo “tritacane” è finita la stessa amministrazione Villa: “Non sempre appaiono chiare e motivate le ragioni del ritardo del procedimento né le motivazioni della mancata attivazione dei procedimenti, nulla osta e autorizzazioni necessariamente a carattere preventivo rispetto all’inizio o prosieguo dei lavori. Neppure risultano esplicitate le motivazioni per cui la struttura tecnica di supporto, appositamente nominata ai fini dell’accelerazione dei procedimenti, non sia mai stata attività dal suo responsabile tecnico nà dal commissario straordinario all’edilizia scolastica”, cioè l’ex sindaco di Formia Paola Villa.
Alessandro Izzi accusa frontalmente l’ingegnere Fracassa di non aver provveduto, al momento (dal 1 aprile 2021) del suo volontario congedo, di “predisporre un’idonea e esaustiva relazione a favore dell’amministrazione e del nuovo dirigente circa le criticità relative al procedimento in esame causando le eventuali conseguenze di legge, giudiziarie e disciplinari”. Insoma Fracassa è andato via ma prima di farlo avrebbe potuto informare il suo datore di lavoro circa le criticità di cui – secondo il segretario Izzi – “era sicuramente a conoscenza”. La relazione sul “Sistema integrato dei controlli interni e sul controllo successivo di regolarità amministrativa” naturalmente fa cenno (e tanto) sulle indennità di risultato e sul grado di performance conseguiti dai singoli dirigenti del comune di Formia.
Quando a stabilirle, relativamente all’annualità 2019, sono stati l’ex sindaco Villa e il nucleo interno di valutazione i dirigenti in servizio non hanno brillato con una percentuale media che non ha superato mai il 50%. Nel momento in cui è andata in via la professoressa Villa a decidere sono stati il commissario Prefettizio Tizzano ed il segretario Izzi,sempre in stretta collaborazione con il “Niv”. Improvvisamente i dirigenti del comune di Formia sono diventati più collaborativi per quanto hanno fatto nel 2020 con percentuali di media che hanno superato anche il 77%. Insomma l’armonizzazione dei rapporti, diventati meno urlati e più collaborativi, permetteranno ai dirigenti (o almeno a quelli superstiti e rimasti al loro posto) di percepire indennità di funzioni più pesanti sul piano economico. Che il clima sia cambiato lo tiene a precisare in ogni conferenza stampa il commissario Tizzano che, simbolicamente, chiede, a differenza di quanto è avvenuto sino allo scorso dicembre, al dirigente competente per la materia affrontata di affiancarla anche sul piano personale.
E il futuro che dovrà essere condizionato dalla compagna elettorale che terminerà con il voto amministrativo di ottobre? Il segretario Izzi considera, concludendo la sua voluminosa relazione, due stelle polari , ciascuna non potrà a fare a meno dell’altra: capacità amministrativa e programmazione. Le risorse umane restano fondamentali ed imprescindibili e per i futuri obiettivi da perseguire, che il responsabile della prevenzione contro la corruzione definisce “indicazioni operative”, menziona la pianificazione e programmazione dei bisogni dell’Ente; la trasformazione digitale, la progettazione dei profili,la selezione delle competenze attraverso il modello dell’assestamento, preservare la conoscenza delle procedure e dei processi interni alla pubblica amministrazione, riportare al centro dell’ente l’importanza del capitale umano, valorizzare la competenza dei lavoratori e individuare nuove logiche per la formazione.
Purtroppo anche il Comune di Formia è affamato,come tanti enti locali, di personale ed il segretario Izzi boccia quanto prevede la normativa vigente: il ricorso agli incarichi dirigenziali “paralleli” che, rispetto al piano assunzionale, non hanno portato giovamento alla necessaria continuità del lavoro o ad un reale rinforzo nei settori più scoperti. Il ricorso ai turn over non è bastato e questo modus operandi – ha concluso il segretario generale Alessandro Izzi – non appare “giustificato da elementi imprevedibili ma da non lineare programmazione del piano delle assunzioni che costringe a continui ripensamenti e cambi di programmazione”.E non è un aspetto di poco conto in rapporto alle istanze quotidiani dei cittadini.