CASTELFORTE – Il principio di prossimità per il conferimento dei rifiuti nel sito geograficamente più vicino non può essere applicato soltanto in alcune fasi emergenziali e poi finire nel dimenticatoio quando la situazione diventa normale che normale, sul piano normativo, poi non è. E’ stato clamorosamente durissimo lo scontro verbale che nei giorni scorsi ha vivacizzato la video conferenza che, coordinata dal Prefetto di Latina Maurizio Falco, ha fatto seguito alla decisione della Rida di Aprilia di chiudere sino al 10 agosto il proprio impianto per urgenti interventi di manutenzione. L’Amministrazione provinciale aveva comunicato che l’emergenza rifiuti in provincia sarebbe stata scongiurata solo perché il secco indifferenziato prodotto dai comuni pontini sarà distribuito in quattro impianti sul territorio laziale: la Saf di Colfelice, il Csa di Castelforte, l’Ecosystem di Pomezia e la ioRefecta di Cisterna.
Enrico Giuliano, amministratore dell’impianto di via Viaro di Suio, ha polemizzato apertamente con il sindaco di Sperlonga Armando Cusani ricordando come il suo comune ed altri del circondario preferiscano trasferire gli scarti dei propri rifiuti urbani indifferenziati (ha un codice conosciuto agli addetti ai lavori, EER 20.03.01) presso l’impianto di trattamento biologico meccanico della Rida di Aprilia quando la legge (e la Regione, a quanto pare inutilmente) impone di applicare il principio di prossimità, cioè quello di effettuare questo trasferimento nel sito operante più vicino, il Csa di Castelforte.
Il Prefetto di Latina Falco ha preso molti appunti durante questo scontro verbale al vetriolo e, alla fine, se è stato scongiurata l’interruzione del servizio pubblico di raccolta dei rifiuti urbani indifferenziati a Sperlonga e in altri comuni pontini l’hanno tenuto a sottolineare Giuliano ma anche i gestori delle altre discariche individuate dalla Regione Lazio. La Provincia, secondo i privati, non può più continuare a sollecitare tempi brevi per l’adozione di un Ato provinciale sui rifiuti, una carenza più volte evidenziata dal Regione Lazio ogniqualvolta si propone un’emergenza sul trasferimento e sulla gestione dell’indifferenziato.
Per il presidente Carlo Medici non è più possibile che ogni estate arrivi una emergenza da scongiurare: “Riteniamo che la questione debba essere definitivamente risolta attraverso la gestione pubblica degli impianti in affiancamento e sinergia con quelli già esistenti”. L’ente di via Costa ha presentato una proposta di legge che, composta da 30 articoli, consente agli Ato di essere davvero autonomi. Il tutto perché, secondo il presidente della provincia, l’autonomia degli Ato è solo sulla carta e senza uno strumento che li attui avere un ciclo virtuoso dei rifiuti resterà solo e soltanto una chimera. “Mi auguro – ha concluso il presidente della Provincia di Latina e sindaco uscente di Pontinia – che questa ennesima emergenza sia uno sprone a riprendere il dialogo, che, in questa situazione ha risolto in poche ore l’emergenza. C’è bisogno di aprire una nuova fase”.
Intanto la chiusura della discarica di Borgo Montello, per quanto riguarda la provincia di Latina, e l’esaurimento del IV bacino di quella della Mad di Roccasecca a favore del territorio di Frosinone, hanno convinto la Regione ad adottare altre due proroghe. Dal 2 agosto sino al 30 settembre, per continuare ad assicurare la fase del ciclo dei rifiuti relativamente al loro smaltimento, il presidente Nicola Zingaretti ha localizzato le discariche in cui continuare a conferire gli scarti derivanti dal trattamento dei rifiuti indifferenziati prodotti dalla gran parte dei comuni pontini e ciociari. L’ultima ordinanza, in ordine cronologico, del governatore Zingaretti in tema rifiuti ha autorizza il Centro servizi ambientali di Castelforte a conferire presso la discarica Ecologia Viterbo gli scarti prodotti dal trattamento dei rifiuti per 100 tonnellate al giorno mentre il quantitativo stabilito per la Saf di Colfelice è di 140 tonnellate rifiuti al giorno. Il monito del governatore del Lazio è sempre lo stesso: c’è un’emergenza rifiuti sui territori di Latina e Frosinone nei confronti della quale la politica delle due province- nonostante tutto- non ha ancora provveduto a trovare soluzioni adeguate.
Il presidente Zingaretti ha sollecitato la gestione dell’impianto della Tuscia a garantire la massima operatività con “turni di lavoro anche nei pre festivi per soddisfare le richieste di smaltimento” e di applicare, considerata l’emergenza e l’urgenza e nelle more della fissazione della tariffa da parte della Regione Lazio, la stessa tariffa appplicata (sinora) dalla Mad di Rocasecca”.
Il discorso comincia ad essere iniquo sul piano gestionale per l’impianto di Castelforte che con spirito di collaborazione e buonsenso rispetterà ancora una volta le prescrizioni regionali utilizzando però lo stesso sistema tariffario applicato per la Mad di Roccasecca.Una situazione venutasi a creare nel momento in cui Ama vorrebbe sottoscrivere un contratto con il Tbm della Rida Ambiebte di Aprilia per inviare rifiuti a trattamento con stabilizzazione della frazione organica. Per l’azienda pontina, però, è imprescindibile avere la certezza di una discarica dove smaltire, che attualmente non ha, a differenza degli impianti menzionati nell’ordinanza della sindaca di Roma Virginia Raggi. Ciò avviene nel momento in cui la società di Aprilia, secondo alcune anticipazioni di stampa – sarebbe intenzionata a denunciare sia la sindaca della Città Metropolitana sia il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, per avere consentito con le loro ordinanze agli impianti Tm (che come detto non stabilizzano la frazione organica del rifiuto indifferenziato in ingresso) di potere smaltire i rispettivi scarti in discarica.
(Foto di repertorio)