GAETA – Dopo aver risposto a tutte le domande nel corso dell’interrogatorio di Garanzia, il Gip di Santa Maria Capua Vetere Orazio Rossi ha concesso i domiciliari ad Andrei Ciorba, il moldavo di 39 anni che, residente a Gaeta, era stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Mondragone, insieme ad un fratello e ad una donna romena di 51 anni di Santi Cosma e Damiano, con l’accusa di essere alla testa di un’organizzazione criminale dedita a favorire da anni l’ingresso illegale in Italia di decine e decine di cittadini moldavi.
E’ stata così accolta la richiesta del legale dell’uomo, l’avvocato Pasquale Di Gabriele, secondo il quale il suo assistito avrebbe svolto soltanto il ruolo di conducente del furgone con cui ha trasportato nel sud-pontino e nei centri dell’alto casertano decine e decine di connazionali. Lo stesso 39enne al Gip Rossi aveva respinto invece l’accusa di aver procurato ai suoi clienti il pass per arrivare in Italia e, dunque, per approdare nell’area Schengen passando per l’Ungheria che – secondo la convinzione della Procura di Santa Maria Capua Vetere – sarebbe dovuto essere motivato solo dallo svolgimento di attività lavorative.
Con la concessione dei domiciliari il Gip Rossi ha anche prescritto a Ciorba di aver contatto con i soli familiari conviventi e di non fare uso degli strumenti di comunicazione esterna come telefono, computer ed altro.
La donna, che da anni vive e risiede stabilmente a San Cosma con la figlia, non ha formalizzato alcuna richiesta al Gip Rossi. Attende il pronunciamento del Riesame fissato per il 13 agoso. La donna era finita nel carcere femminile di Pozzuoli con l’accusa di aver gestito l’attività di intermediazione illecita nel reclutamento e nell’impiego di manodopera di cittadini moldavi. La 51enne, assistita dall’avvocato Antonio Urciuolo, al termine dell’interrogatorio di garanzia aveva soltanto ribadito di aver offerto sporadicamente aiuto e assistenza agli immigrati che, giunti dall’est europeo, le chiedevano di lavorare in considerazione della sua datata presenza in Italia o addirittura di essere accolti presso la sua abitazione quando non avevano un luogo in cui vivere appena giunti in Italia.
La tesi della Procura è un’altra; in violazione del divieto di impiegare cittadini extracomunitari privi del permesso di soggiorno per motivi lavorativi, la 51enne invece li avrebbe reclutati e impiegati presso terzi, svolgendo questa attività come se fosse una vera e propria agenzia di collocamento – illecita ovviamente – in maniera stabile ed incessante.