FORMIA – E’ stato un commosso ed applaudito ritorno a casa quello compiuto da Ambrogio Sparagna. L’etnomusicologo formiano di Maranola, dopo il lungo lockdown, è tornato ad esibirsi nella terra d’origine rispondendo convintamente all’invito formulatogli dalla parrocchiale del cuore immacolato di Maria di Formia per impreziosire il ricco programma di “Don Bosco in festa” che culminerà lunedì 16 agosto con la ricorrenza della nascita del sacerdote torinese fondatore dell’ordine dei Salesiani.
E l’oratorio Don Bosco ha riabbracciato Sparagna che,accompagnato da cinque musicisti dell’Orchtestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma (di cui è fondatore e direttore) e dal coro della “Polifonica Aurunca”.ha voluto inserire la sua città, Formia, nella sua fortunata tourneè estiva per promuovere il suo “Dante Cantato”. Quello di Sparagna è un altro capolavoro artistico capace in pochi mesi di tradurre in musica, quella popolare di cui è il più raffinato interprete in Italia, alcuni dei passi dei tre canti della Divina Commedia. Sparagna ha voluto così omaggiare Dante Alighieri a 700 anni dalla sua morte con una ragione ben precisa di cui si sottovaluta l’importante per la crescita culturale, sociale e politica di un’Italia per il quale “il somma poeta” profetizzava la sua nascita. Se le rime della Divina Commedia sono state tramandate oralmente nel corso dei secoli il merito va attribuito alle melodie dei cantori popolari degli Appennini. E, dopo 7 secoli, sono arrivate sino a noi, nelle feste popolari, nei convivi, nelle osterie, nelle gare poetiche.
Quello di giovedì sera in riva al mare nel prato dell’oratorio Don Bosco di Formia è stato un apprezzato un concerto dedicato a Dante riprendendo lo stile dei pastori e dei contadini per farlo diventare nuova poesia e nuovo spettacolo. Sparagna di fatto ha raccontato questo percorso d’amore e di mistero utilizzando le terzine della poesia dantesca cantandole nello stile della tradizione popolare italiana, degli Appennini in particolare. Il repertorio è stato costituito da brani originali di Ambrogio Sparagna ispirati – come detto – ad alcuni dei passi più celebri e meno noti della Divina Commedia. Le storie di Paolo e Francesca, così come quelle di Ulisse e del Conte Ugolino e di altri personaggi danteschi sono state musicate, intramezzate da parti strumentali secondo i modi antichi dei pastori.
Ambrogio Sparagna è stato accompagnato da quattro solisti dell’Orchestra Popolare Italiana con originali strumenti musicali come zampogna, ciaramella, violino a tromba, organetto, corni con il “quid” dell’affascinante e raffinata voce della moglie e tenore Anna Rita Colaianni. Con questo concerto formiano Sparagna è riuscito “a riveder le stelle”, nel senso che, se pur nel rispetto delle normative anti Covid in essere, ha avuto il merito di rifavorire, se pur distanziati, nuove forme di aggregazione di cui francamente si sentiva la mancanza da fin troppo tempo.
Il concerto è stata poi l’occasione per presentare “Convivio, Dante e i cantori popolari” è anche un libro con cd accluso, prodotto da Finisterre per la nuova collana Nubes, che raccoglie i 12 brani cantati ed una guida di una ottantina di pagine che, oltre a riportare i testi cantati, offre una lettura che favorisce un ascolto critico e cosciente dei versi cantati.
Nell’intervista video allegata Ambrogio Sparagna, affiancata dal padrone di casa, il parroco del Villaggio Don Bosco di Formia, l’attivo don Mariano Salpinone, ha commentato, tradendo una legittima emozione,questo ritorno a casa che attendeva da mesi. Un’attesa iniziata dalle fasi iniziali dell’emergenza pandemica e dal lockdown nel corso del quale l’etnomusicologo di Maranola è stato uno dei pochi artisti a pungolare le autorità a riservare una maggiore attenzione economica nei confronti degli operatori dello spettacolo rimasti senza lavoro. Sparagna ha sottolineato come diversi sforzi siano stati realizzati per permettere lo svolgimento di concerti e di happening musicali in sicurezza ma ha anche chiesto che non “vengano abbondonati al loro destino” quegli organizzatori che in maniera volontaristica- come Don Mariano Salpinone e i laici dell’oratorio Don Bosco – promuovano questo tipo di iniziative che hanno un solo scopo: favorire la socializzazione e l’aggregazione. Una “mission” che ha insita nel suo Dna la tradizione musicale popolare italiana. Quella di Ambrogio Sparagna è un ‘must’ cui non ha mai derogato…Nonostante il Covid 19.
Intervista video Ambrogio Sparagna, etnomusicologo, e Don Mariano Salpinone, parroco Villagio Don Bosco Formia