ITRI – “Per me e per la mia coalizione, che mi ha pregato di tornare a fare il sindaco per la quarta volta, non è importante vincere le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre ma saper governare il giorno dopo il comune di Itri…” . Giovanni Agresti ha commentato in questi termini la clamorosa rottura con Forza Italia sancita l’antivigilia di Ferragosto con il plenipotenziario degli azzurri Michele Stamegna. Per evitare facili equivoci di interpretazioni l’imprenditore delle residenze sanitarie per anziani ha voluto che vi partecipasse anche l’avvocato Giuseppe Cece, il vice presidente dell’associazione “Ripartiamo con Giovanni Agresti sindaco”.
Se il pomo della discordia era costituito inizialmente dal numero di sei (“troppo sbilanciato”) candidati proposti da Forza Italia da far eleggere nel nuovo consiglio comunale, Agresti è andato decisamente oltre. Confermando di aver ricevuto a più riprese al telefono un invito dal Senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone a definire positivamente la trattativa, Agresti ha posto un imprevisto altolà quando ha posto la sua condizione: “Chiedo una discontinuità con l’ultima azione amministrativa del sindaco Antonio Fargiorgio e per me non sono candidabili nella mia i rappresentanti di Forza Italia che hanno fatto parte di quell’esperienza di governo dal 2016 sino a pochi mesi”.
In sintesi Agresti è arrivato a questa clamorosa considerazione nei confronti di Forza Italia: candidate chi ritenete più opportuno ma non scegliete coloro che hanno governato il paese con risultati negativi con il sindaco Fargiorgio sino allo scorso maggio. Per la neo segretaria comunale di Forza Italia Stefania Saccoccio quello di Agresti è stato un inatteso pugno nello stomaco . Ha di fatto bloccato la personale sfida elettorale di due assessori uscenti come il vice sindaco e assessore ai Servizi sociali Andrea Di Biase e la delegata ai Lavori Pubblici Serena Ciccarelli ma anche del consigliere comunale uscente Antonio Di Fazio. Forza Italia non avrebbe mai immaginato che Agresti arrivasse a tanto, fosse così categorico a poco meno di venti giorni dalla presentazione delle liste.
Ma il candidato sindaco di “Ripartiamo” è stato inflessibile: “Il rinnovamento che chiedo farà a bene a Forza Italia e allo stesso Senatore Fazzone. Se un partito è elettoralmente forte sul territorio lo può dimostrare con la classe dirigente che nel frattempo ha contribuito a far crescere. I nomi per me non sono così decisivi e fondamentali”. E invece il diktat di Agresti ha preso il sopravvento al punto che la neo coordinatrice degli azzurri Saccoccio ha definito l’improvvisa levata di scudi del candidato a sindaco di “Ripartiamo” come un “tentativo di indebolirci”. Sul piano politico Agresti una decisione politica l’ha assunta. Ha preferito salvaguardare l’accordo con Fratelli d’Italia che, in caso di vittoria elettorale, potrebbe concretizzarsi con il ticket di Elena Palazzo come vice sindaco.
All’imprenditore il nome dell’ex assessore alla cultura della prima Giunta Fargiorgio, la professoressa Paola Soscia, non ha mai convinto e queste riserve le ha manifestate al coordinatore ombra di Forza Italia Stamegna: “Ho bisogno di un vice sindaco che, conoscendo da anni a memoria la macchina amministrativa, sappia assumere decisioni nel momento in cui non sarò fisicamente in comune. Per me la professoressa Soscia resta un’ottima assessora al comune che avrebbe potuto dare molto se l’ex sindaco non le avesse impedito di lavorare”.
In tema di discontinuità per Forza Italia “il candidato sindaco Agresti avrebbe potuto evitare questa ingerenza al nostro interno quando invece non ha preferito effettuare alcuna valutazione sul candidato vice sindaco”. Cioè Elena Palazzo, per l’appunto.
La notte di Ferragosto l’ex assessore ai lavori Pubblici della Giunta Fargiorgio, Serena Ciccarelli ha postato un commento sulla sua pagina facebook che per Agresti merita una verifica presso uno studio di un avvocato. Ecco il testo: “Cercare di negare il diritto di candidarsi a chi ha lavorato a testa bassa – ha scritto la Ciccarelli – negli ultimi cinque anni (bene o male lo diranno i cittadini) è da veri vigliacchi. Io non ho paura di confrontarmi e di mettermi in gioco. Ai vigliacchi dico: ‘Ci vediamo il 3 ed il 4 ottobre”.
Serena Ciccarelli, storicamente vicina alle posizioni del capogruppo di Forza Italia alla regione Lazio Pino Simeone, una
Ma c’è un’altra ragione per la quale Agresti ha rotto con Forza Italia: conservare il ruolo nella sua lista di coloro che guardano a sinistra. Ed il candidato a sindaco li ha anche menzionati: Salvatore Mazziotti, Salvatore Ciccone e la professoressa Donatella Del Bove. Del loro ruolo e peso elettorale Agresti ne ha parlato in un incontro tenuto presso il suo ufficio di via Civita Agresti ad Itri con l’ex vice presidente della Giunta Regionale del Lazio ed ora parlamentare (indipendente eletto nella liste del Pd) Massimiliano Smeriglio.
Il Movimento Cinque Stelle sta lavorando intanto per la ricandidatura a sindaco di Giuseppe De Santis. Lo ha anticipato il capogruppo consiliare uscente Osvaldo Agresti: “A differenza di altri mantengo la prua verso il medesimo punto fisso, non mi faccio deviare dalle correnti nè dal canto delle sirene, mantengo dignità e coerenza! A giorni vedrete una nuova proposta politica , fatta di gente perbene, con idee chiare ed efficaci, che navigano tutte nella stessa direzione e che , al di là delle bandiere di appartenenza ha un solo obiettivo, dare ad Itri un futuro scevro da ingiustizie o oligarchie, scevro da interessi personali o individualismi, scevro da manovre di palazzo delle cariatidi della politica itrana”.
“Un progetto di tante personalità della società civile che – ha concluso Agresti – non farà la solita promessa farlocca per vincere le elezioni, ma farà una promessa chiara e vincolante, Itri ne ha urgentemente bisogno, che non si scioglierà ,come neve al sole, il giorno successivo alle elezioni come è quasi sempre accaduto”.