LATINA – Il quadro probatorio della Procura della Repubblica è schiacciante ed evidente e pertanto si può celebrare il processo direttamente by-passando l’udienza preliminare. Lo ha disposto il Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario che ha fissaato per il prossimo 21 ottobre, alle ore 9.30, davanti il terzo collegio penale l’inizio del giudizio immediato nei confronti dei tre principali dell’indagati della “concorsopoli” dell’Asl pontina.
Dovranno difendersi dalle pesanti accuse di corruzione e violazione di segreto d’ufficio l’ex segretario provinciale del Partito Democratico di Latina Claudio Moscardelli, di 59 anni, e i dirigente della Uoc reclutamento dell’Asl pontina Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito, rispettivamente di 59 e 55 anni. Questi ultimi due, in qualità di presidente e di segretario dei concorsi per l’aggiudicazione di 23 posti di collaboratore e di quello per l’attribuzione di 70 posti da assistente amministrativo sono accusati di aver fornito in anticipo, tra le ore 19.46 del 6 ottobre e le ore 20.57 del 7 ottobre scorso, le risposte delle prove orali – in programma all’indomani a favore di sei candidati politicamente vicini all’ex segretario del Pd di Latina Claudio Moscardelli.
Tra questi ci sono il dimissionario presidente del consiglio comunale di Minturno, Giuseppe Tomao – tuttora indagato e pertanto ancora in forse la sua candidatura a sostegno della rielezione del sindaco Gerardo Stefanelli – e Matteo Di Domenico, figlio del presidente d’aula al comune di Gaeta, Pina Rosato, che, nonostante le tante richieste di dimissioni arrivate, ha deciso di rimanere al suo posto.
La Procura nella richiesta di giudizio immediato ha avanzato un’altra ipotesi corruttiva: Rainone si sarebbe impegnato a fornire i quiz ai candidati raccomandati dal Senatore Dem con la promessa di diventare – cosa poi avvenuta a dicembre scorso – direttore amministrativo dell’Asl di Latina. Il Capo della Procura Giuseppe De Falco, il procuratore aggiunto Carlo La Speranza ed il sostituto procuratore Valerio De Luca hanno citato nella richiesta di giudizio immediato quali parti offese la Regione Lazio e le Asl di Latina, Frosinone Velletri e Viterbo presso le quali avrebbero dovuto lavorare i candidati vincitori delle due prove concorsuali bandite dall’autorità sanitaria pontina. Le fonti di prova sono le numerose informative di polizia giudiziaria formalizzate dalla Guardia di Finanza e dalla Questura di Latina ma anche le sommarie informazioni rese, tra gli altri, dall’attuale direttore generale dell’Asl pontina Silvia Cavalli, dal suo predecessore Giorgio Casati, dall’attuale assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato e dall’ex direttore amministrativo dell’Asl Eleonora Di Giulio e da due tecnici informatici (Claudio Flamigni e Federico Ottoni della Net4;arket-Csamed e della Fata Informatica) responsabili della piattaforma sulle quali era state depositate le risposte delle prove orali dei due concorsi.
Nella richiesta di svolgimento del giudizio immediato c’è di più. Moscardelli avrebbe esercitato precise pressioni per la tardiva approvazione della graduatoria del concorso cui prese parte e si aggiudicò l’ex presidente del consiglio comunale di Minturno Tomao in maniera tale che sarebbe toccato a Rainone, una volta diventato direttore amministrativo facente funzioni dell’Asl di Latina “individuare lui stesso i luoghi della destinazione lavorativa dei neo assunti ed accontentare la richiesta di Moscardelli di indirizzare Tomao a Formia”.
In un altro passaggio della richiesta di far svolgere direttamente il processo senza il rinvio a giudizio Moscardelli, dopo aver comunicato a Rainone i numeri dei telefonini cellulari dei candidati da favorire, in qualità di segretario provinciale del Parito Democratico avrebbe tessuto le lodi del responsabile dell’ufficio reclutamento dell’Asl sia davanti l’assessore regionale D’Amato in un incontro del 13 maggio scorso che davanti la neo direttrice dell’Asl Silvia Cavalli alla quale “segnatamente chiedeva di soprassedere dal ricevere le dimissioni di Rainone da direttore amministrativo facente funzioni. Anzi le chiedeva di nominarlo in futuro quale titolare della medesima posizione”.
Moscardelli, Rainone e Esposito si trovano tuttora ai domiciliari, detenzione confermata da due pronunciamenti del Riesame. I loro legali, gli avvocati Renato Archidiacono, Leone Zeppieri e Luca Giudetti hanno escluso di dover chiedere, nelle prossime due settimane, riti alternativi in occasione del giudizio immediato già fissato per il 21 ottobre e di essere pronti, invece a demolire il castello accusatorio approntato dalla Procura di Latina.