Ambiente

Formia / Emergenza incendi: distrutta postazione d’apicoltura nella zona minturnese di Solacciano [VIDEO]

FORMIA – Gli incendi che stanno devastando il già precario patrimonio arboreo e boschivo del sud -pontino stanno procurando non pochi danni e disagi anche a quelle attività economiche ed imprenditoriali che hanno deciso di affidarsi al patrimonio naturalistico del territorio per creare occupazione e reddito. Giuliano Guglielmo dal 2008 gestisce un’azienda, la Florapi, che produce miele grazie a quindici postazioni che altrettanti privati gli hanno messo a disposizione sul territorio del Golfo, da Sperlonga a Minrturno, da Itri a Spigno passando per Formia, per allevare le api.

L’imprenditore non avrebbe mai immaginato che un rogo di sterpaglie scoppiato in località Solacciano, ai confini dei comuni di Formia e Minturno, distrugge il suo apiario. L’incendio c’è stato nel primo pomeriggio di Ferragosto ma l’imprenditore si è reso conto che molti alveari erano stati distrutti dalle fiamme solo giovedì mattina quando si è recato sul posto per rifornire d’acqua le sue api. I danni sono stati ingenti e potevano essere ancora più pesanti se l’imprenditore in precedenza non avesse creato, a sue spese, fasce antincendio a tutela degli impianti di allevamento. Guglielmo, visibilmente scosso, presenterà una denuncia contro ignoti ai Carabinieri di Formia, ha ricevuto la solidarietà di tantissimi cittadini sui principali social e del suo caso si occuperà il direttore tecnico dell’ente Parco regionali dei Monti Aurunci Giorgio De Marchis. Venerdì visiterà il sito di Sollacciano divorato dalle fiamme e ha annunciato l’invio di una lettera al presidente della Regione Nicola Zingaretti per avviare un iter più incisivo sia per lo svolgimento delle indagini che per beneficiare di eventuali risarcimenti.

Giuliano Guglielmo ha voluto affrontare la problematica con una più corretta e larga veduta: “Con questi incendi, la gran parte dolosa, stiamo rinunciando ai nostri unici ed invidiabili territori. L’apicoltura per la famiglia e per altri giovani imprenditori è diventata un’occasione di sviluppo ma anche di rispetto del nostro habitat. Dopo gli ultimi e devastanti roghi personalmente non so più dove svernare le api che già dal prossimo settembre hanno bisogno di tanto verde e, soprattutto di macchia mediterranea. Ci stiamo facendo male e, a causa di pochi criminali, stiamo facendo naufragare un sistema che tutela il nostro ambiente e offre anche tante interessanti occasioni di sviluppo economico ed occupazionale”

L’apicoltura è un settore in grande crescita e – come detto – lo evidenzia il numero delle postazioni, ben 15, che Guglielmo, attraverso Florapi, è riuscito ad installare in zone strategicamente uniche del comprensorio. E’ stato accertato come un’ape custodita in un alveare possa alimentarsi in un raggio d’azione anche largo tre chilometri. E questo imprenditore i problemi li ha dovuti affrontare e risolvere quando gli sono stati posti dalle istituzioni. Clamoroso l’avvelenamento creato lo scorso anno da una società che per conto aveva sanificato l’area attigua alla sorgente Capodacqua di Spigno Saturnia. Nessuna comunicazione e per quell’apiaro fu un ecatombe. Responsabilità? Nessuna. Le api – fu la conclusione dell’ente gestore – non godevano di buona salute.

Dopo il rogo di Sollacciano l’amara considerazione di Guglielmo: “Questa volta è toccato alle mie api, sono davvero stanco di tutta questa follia umana… Stiamo combattendo una guerra ad armi impari da dove però ne usciremo sconfitti tutti…”. 

 

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