ITRI – Il compito è arduo ma realizzabile: tentare di porre fine ad un isolamento, istituzionale ma anche economico e sociale, in cui è finita Itri. Si tratta di una situazione di ghettizzazione iniziata dieci anni fa nel periodo in cui terminava il suo terzo mandato. Definendosi “orgogliosamente democristiano”, nonostante abbia ricoperto per un mandato il ruolo di assessore provinciale al bilancio per conto dell’allora Alleanza Nazionale, Giovanni Agresti si dichiara pronto “a calare un pesante ed inedito poker: diventare per la quarta volta – impresa mai riuscita a nessuno – sindaco di Itri. Lo fa alla testa di una lista, “Ricominciamo”, che prima di essere tale era un’associazione culturale che aveva cominciato a muovere i suoi primi passi in concomitanza della conclusione anticipata, lo scorso maggio, della prima consiliatura dell’avvocato Antonio Fargiorgio. Per tornare a guidare il comune di Itri Giovanni Agresti – come ammette l’interessato – ha aperto questo cantiere civico “in cui ci sono le migliori espressioni e rappresentative politiche e professionali del paese” da almeno un anno.
“Il paese è fermo, però, da dieci anni e i risultati, negativi, sono sotto gli occhi – esordisce nell’intervista allegata Agresti facendo riferimento alla circostanza che le due consiliature seguite alla sua terza si sono concluse anticipatamente ed erano guidate dai suoi due avversari, Giuseppe De Santis e, appunto, Antonio Fargiorgio – Se ho governato Itri per tre mandati probabilmente ho palesato due peculiarità: ho saputo dare concretezza all’azione amministrativa e garantire una necessaria compattezza alla mia maggioranza. Con la mia esperienza penso, e non una falsa modestia, di garantire un valore aggiunto alla nostra comunità che ha una grande ‘fame’ di servizi e di uscire da un isolamento in cui è stata piombata. Lo dico scherzando…è meglio l’usato garantito che il nuovo che invece ha messo a nudo tante defaillance. Smentisco nella maniera più categorica poi che io sia stato il burattinaio nella decisione di far concludere anzitempo l’amministrazione Fargiorgio”.
Agresti pensa al rilancio dell’artigianato, una delle voci del Pil cittadino, dei servizi socio assistenziali e, più complessivamente, del welfare, una carenza quest’ultima che ha reso i cittadini di Itri di “seconda fase rispetto a quelli residenti nei comuni limitrofi”. Il candidato a sindaco di “Ricomciano” ha nel cassetto un progetto realizzabile: delocalizzare alle porte di Itri (in via Civita Farnese lato Santuario della Civita) l’attuale cittadella scolastica e rimpiazzarla, dopo adeguati interventi di messa in sicurezza e riqualificazione, con una casa della Salute “in cui il cittadino trova tutto”.
“L’ospedale – osserva Agresti – deve essere l’ultima risposta per soddisfare le proprie esigenze in termini di salute”. Agresti allestendo “Ricominciamo” ha avuto il merito di riunire, seppur all’interno di una lista civica, tutte le articolazioni del centro destra: Fratelli d’Italia e Lega sono stati affiancati in extremis da Forza Italia con la quale la trattativa è stata durissima e più volte sul punto di arenarsi definitivamente. L’accordo c’è stato, Forza Italia ha avuto la possibilità di ricandidare due degli assessori in carica nella Giunta Fargiorgio, Andrea Di Biase e Serena Ciccarelli, ma Agresti non ha arretrato di un millimetro sulla proposta che il suo vice, in caso di elezione, sarà Elena Palazzo, di Fratelli d’Italia.
Il candidato di “Ricominciamo” conferma la bontà di quella proposta che, alla distanza, ha dovuto accettare la componente di Forza Italia: “Sono stato chiaro sin dall’inizio. Mi faceva piacere avere un vice sindaco donna, dotata della necessaria esperienza, affidabilità amministrativa e disponibilità ad essere sui problemi per risolverli. Ed Elena è la figura che risponde meglio di tutti a questi requisiti. Forza Italia l’ha capito e tutto è stato risolto”. Nella parte conclusiva dell’intervista Agresti fugge con successo al gioco della torre. Afferma di non voler buttare giù nessuno dei suoi due sfidanti, Giuseppe De Santis e Antonio Fargiorgio: “E perché dovrei? – risponde terminando – Sono due miei amici”. La campagna elettorale appena iniziata confermerà o meno la veridicità di questa impegnativa affermazione.
INTERVISTA Giovanni Agresti, candidato sindaco comune di Itri lista “Ripartiamo”