FROSINONE – La Procura della Repubblica di Cassino potrebbe valutare ora l’ipotesi di indagare, con l’accusa di falsa testimonianza, Marco Bove, uno degli amici di Serena Mollicone, la studentessa 18enne di Arce trovata priva di vita il 1 giugno 2001. La richiesta l’ha formalizzata il presidente della Corte d’Assise del Tribunale davanti al quale è ripreso presso il campus universitario della Folcara il processo, dopo la pausa estiva, per la misteriosa morte di Serena.
La deposizione del giovane di Arce è stata per certi versi contraddittoria e drammatica: l’uomo sinora nei suoi interrogatori nel corso del tempo aveva sempre dichiarato di non ricordare come avesse trascorso il giorno del delitto. A distanza di 20 anni dall’omicidio Bove, incalzato dal sostituto procuratore Beatrice Siravo (nonostante il recente trasferimento presso la Corte d’Appello di Roma è stata delegata a rappresentare la pubblica accusa insieme alla collega Carmen Fusco) dal legale di parte civile, l’avvocato Dario De Santis, ha rivelato che quella mattina si trovava invece su un motorino in piazza ad Arce in compagnia di Marco Mottola. E’ uno dei principali indagati, con l’accusa di omicidio volontario per la morte di Serena insieme alla madre Anna Maria e al padre Franco, ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce all’epoca dell’assassinio. A giudizio con l’accusa di concorso morale nell’omicidio della diciottenne anche l’ex luogotenente Vincenzo Quatrale, che, però, risponde anche d’istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. Francesco Suprano, invece, risponde solo di favoreggiamento dell’ex maresciallo Mottola.
Bove nel corso del suo interrogatorio ha confermato di aver ricevuto alle 11.34 del 1 giugno di 20 anni fa una telefonata dall’abitazione privata della famiglia Mottola e, dopo sei minuti, di aver chiamato egli stesso Marco per andare nella piazza principale di Arce, “cosa che poi facemmo” – ha aggiunto l’uomo. Sia Bove che altri testi della Procura – Gianna e Vittorio Milite ma anche Marika Arcese – hanno riferito molto sulle persone che frequentava Serena.
Tra queste c’era sempre Marco Mottola, era il leader del “gruppo “Fantastico” che riceveva gli amici anche presso l’abitazione privata all’interno della Caserma dei Carabinieri di Arce dove, in assenza dei suoi genitori, soprattutto nei fine settimana quando tornavano a Teano, si faceva uso di droghe leggere. Nell’apertura del dibattimento è stata interrogata a lungo anche Federica Di Palma, una delle tre amiche di Serena che la mattina del delitto si trovava con lei sul pullman per andare a scuola a Sora. La Di Palma ha ricostruito com’era vestita Serena, volatilizzatasi però mentre era attesa dal dentista. Il processo proseguirà il 24 settembre, l’1 e l’8 ottobre e, dopo l’emergenza Covid, tornerà a svolgersi nella sua sede naturale, presso il tribunale di piazza Labriola.