Cronaca

Latina / Concorso Asl “pilotato”, il Consiglio di Stato conferma l’annullamento

LATINA – L’Asl di Latina ha fatto bene a revocare il concorso per l’attribuzione di 70 posti per assistenti amministrativi. L’ha sentenziato il Consiglio di Stato che, sciogliendo la riserva, ha confermato il precedente pronunciamento della sezione di Latina del Tar che aveva respinto il ricorso di 47 candidati contro il procedimento della stessa Asl di annullare la stessa prova concorsuale.

Per la direttrice generale Silvia Cavalli le ordinanze del Consiglio di Stato hanno ribadito, invece, la correttezza e legittimità dell’operato dell’autorità sanitaria che aveva revocato il concorso prima dell’adozione dei provvedimenti cautelari penali. In più – sempre secondo la dottoressa Cavalli – con la revoca del concorso sono stati tutelati i principi costituzionali di parità tra concorrenti e trasparenza che regolano l’accesso agli impieghi della Pubblica amministrazione e l’indizione di un nuovo concorso consentirà il ripristino dell’equilibrio tra i candidati.

A pensarla diversamente erano stati 40 partecipanti al concorso indetto dall’Asl di Latina ma avrebbe soddisfatto le richieste di personale anche delle Asl di Frosinone, Viterbo e Roma 3. I ricorrenti, assistiti dagli avvocati Rezzillo, Bonetti e Galletti, avevano chiesto la revoca della sospensione del concorso che di fatto terminato, tranne che nove dei concorrenti alle prese con i postumi del contagio del Covid. Il Tar prima e ora il Consiglio di Stato hanno sostenuto come alcuni candidati, poi vincitori di concorso, avessero saputo in anticipo le risposte della prova orale non avessero garantito le necessaria trasparenza nello svolgimento dello stesso concorso.

Per questa vicenda erano stati arrestati e finiti ai domiciliari l’ex segretario provinciale del Partito Democratico di Latina Claudio Moscardelli e i funzionari Asl Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito che, nella veste di presidente e segretario del concorso, sono stati accusati di corruzione e di violazione di segreto d’ufficio. Per i tre il processo inizierà con il rito del giudizio immediato il prossimo 21 ottobre ma, in prospettiva, i rispettivi collegi difensivi hanno presentato in Cassazione altrettanti ricorsi contro i provvedimenti del Riesame che hanno confermato la detenzione domiciliare.

Per gli avvocati Renato Archidiacono, Leone Zeppieri, Stefano Mancini e Luca Giudetti non c’è mai stato alcun patto corruttivo, ipotesi, questa, avanzata dal sostituto procuratore Valerio De Luca e dall’Aggiunto Carlo Lasperanza al punto che la Regione Lazio e negli ultimi giorni le Asl di Latina e Frosinone hanno preannunciato la costituzione di parte civile contro i tre indagati.

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