LATINA – Gli agenti della Digos di Latina hanno in mano molti elementi, soprattutto di natura somatica, per tentare di risalire ai due giovani che lunedì mattina, in sella ad uno scoter, hanno, armati di coltello, ferito ad un braccio e al volto Massimo Gibbini, il 63enne candidato al Consiglio comunale per la lista civica e movimento “Fare Latina”.
Le indagini, circondate dal più stretto riserbo, potrebbero conoscere un’importante svolta sulla grave intimidazione che ha richiesto l’urgente convocazione, da parte del Prefetto Maurizio Falco, del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. La Polizia ha raccolto intanto le dichiarazioni della vittima e del candidato a sindaco Annalisa Muzio che nel corso di una conferenza stampa aveva ribadito il suo totale ed incondizionato impegno a proseguire il suo impegno in questa campagna elettorale. Ma la svolta per le indagini potrebbe arrivare dal contenuto del sistema di video sorveglianza di molte attività commerciali confinanti con l’info point dell’avvocato Muzio in piazzale Carturan.
Potrebbero aver immortalato i due aggressori che, armati di un coltello o di un taglierino, con il volo travisato dal casco con la scusa di chiedere un’informazione si erano avvicinato a Gibbini, intento a fumare all’esterno del point elettorale di “Fare Latina” appena aperto, per aggredirlo con due pericolosissimi fendenti. La stessa avvocato Muzio ha rivelato per la prima volta di essere stata destinataria di minacce di morte telefoniche che ha deciso di rendere note solo dopo il grave episodio intimidatorio compiuto ai danni di uno dei fondatori e protagonisti del suo movimento civico.
E’ intervenuto sull’accaduto – attraverso una nota – anche Raffaele Trano (L’Alternativa C’è), membro della Commissione bilancio alla Camera.”Quanto avvenuto a Latina lunedì scorso, dove un candidato al Consiglio comunale è stato sfregiato e minacciato, è di una gravità inaudita. Ho voluto sollevare il caso in aula e ho chiesto al ministro dell’interno Luciana Lamorgese di intervenire, riferendo in Parlamento su quanto si sta facendo per riportare sicurezza e serenità nella campagna elettorale nel capoluogo pontino e per far sì che vengano svolte tutte le necessarie indagini affinché chi ha compiuto un gesto tanto grave quanto vile venga individuato e punito”.
Ed aggiuge ancora: “Solo la prontezza di riflessi di Gibbini, che si è difeso alzando un braccio, ha evitato che perdesse un occhio. E’ stato ferito a una mano, al braccio e al volto. Un caso del genere conosce ben pochi precedenti in Italia ed è avvenuto a Latina, una città che, come emerso da diverse inchieste antimafia, nelle precedenti campagne elettorali ha visto i clan rom impegnati nell’attacchinaggio e nella compravendita di voti per diversi candidati. Quanto avvenuto terrorizza i cittadini, mette in pericolo il libero esercizio democratico del voto e soprattutto spaventa quanti accettano di candidarsi e mettersi così al servizio di una comunità. La candidata Muzio ha dichiarato di aver subito anche altre minacce e quanto sta accadendo non è tollerabile. Non si può accettare che a poche ore di distanza dall’aggressione il prefetto di Latina, il rappresentante del Governo sul territorio, indichi come risposta un aumento dei controlli tramite i vigili urbani. Per la seconda città del Lazio, il capoluogo della mia provincia, chiedo molto di più. I candidati devono essere liberi, a Latina come nel resto d’Italia, di svolgere la loro campagna elettorale senza dover temere l’intervento di squadracce e i cittadini devono poter scegliere serenamente chi votare“.