MINTURNO – Un’organizzazione sopravvissuta a se stessa dopo i primi ed eccellenti arresti operati il 1 aprile 2020 da parte dei Carabinieri della compagnia di Formia. E’ quanto emerge dalla lettura delle 416 pagine dell’ordinanza custodiale notificata venerdì mattina dagli agenti Gruppo di Formia della Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta anti droga “Traqueteros” I provvedimenti, richiesti dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Roma Corrado Fasanelli ed emessi dal Gip del Tribunale di piazzale Clodio Massimo Maresca, hanno riguardato 14 persone ritenute componenti di un’organizzazione che, secondo gli inquirenti, avrebbe gestito, indirettamente per conto della camorra, lo spaccio di sostanze stupefacenti a Minturno e a Formia ma anche a Vairano Patenora, in provincia di Caserta, – località da cui partiva la droga per il sud pontino due tre volte la settimana – a Mantova, Teramo, Isernia, Roma e Napoli. Nello specifico sei persone sono finite in carcere, quattro agli arresti domiciliari, due sono state raggiunti da altrettanti obblighi di dimora, due da divieti di dimora e due da obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.
Si tratta di Domenico Scotto, 37 anni, di Napoli; Walter Palumbo, 37 anni, di Napoli; Vincenzo Stanganelli, 35 anni, di Napoli; Antonio De Meo, 44 anni, di Formia ma residente a Minturno; Giuseppe Stefanelli, 48 anni, di Minturno; Ivan Di Lorenzo, 40 anni, di Napoli ma residente a Formia; Carmine Brancaccio, 41 anni, di Napoli ma residente a Scauri; Italo Laracca, 38 anni, di Minturno; Roberta Di Calisto, 58 anni, residente a Minturno; Francesco Leone, 44 anni, residente a Formia; Giuseppe Strabello, 26 anni, di Minturno; Roberto Durazzo, 41 anni di Minturno; Stefano Marino, 25 anni, residente a Sesto Campano, in provincia di Isernia; Adriano Russo, 42 anni, domiciliato a Vairano Patenora; Armando Danilo Clemente, 36 anni, di Minturno.
L’inchiesta ha appurato come questo sodalizio avesse raccolto l’eredità criminale di “Touch & Go” negli anni 2019 e 2020 sotto l’egida apicale di Domenico Scotto, ritenuto collegato a due clan dominanti nel quartiere napoletano di Secondigliano, i Licciardi prima e, dopo la sua trasformazione, i “Sacco Bocchetti” poi. Gli indagati ruotavano attorno a due base operative allestite nelle realtà di Gianola e S.Janni a Formia e a Scauri dove veniva gestito lo spaccio di ingenti quantitativi di cocaina, hashish e crack provenienti dalla confinante Regione Campania attraverso una rete di pusher. Non a caso dei 14 indagati, tra cui una donna, otto risiedono o sono originari di Minturno e due sono di Formia. Oltre a spacciare – secondo gli inquirenti – gli indagati avrebbero assolto anche ai ruoli di far affermare con la violenza il gruppo sul territorio del Golfo, eliminando ogni forma di concorrenza, e di recuperare i debiti accumulati da numerosi assuntori. L’attività delle Fiamme Gialle ha arricchito il proprio quadro probatorio con il sequestro di 877 grammi di cocaina, di 145 di crack, di quattro chili e duecento grammi di hashish e di una pistola calibro 7,65 che, secondo gli inquirenti, sarebbe servita per intimidire i clienti morosi.
La Guardia di Finanza ha presentato alla Dda capitolina anche la posizione reddituale di molti degli indagati. Uno di questi riguarda Giuseppe Stefanelli, il fratello maggiore dell’attuale sindaco e candidato primo cittadino al comune di Minturno, Gerardo. Dall’ordinanza emerge il ruolo svolto da Stefanelli senior che si trovava ai domiciliari: “Era partecipe dell’organizzazione – scrive il Gip Maresca – con il ruolo di corriere e pusher nonchè di referente per il procacciamento di appartamenti da mettere a disposizione del clan – così viene definito – autovetture, carte postepay per il trasferimento del danaro. Era altresì referente presso le amministrazioni locali per far ottenere la residenza ai familiari dei componenti l’organizzazione al fine di eludere le misure di divieto di ingresso nel comune di Minturno a carico dei membri di vertice del sodalizio grazie anche alla circostanza di essere il fratello del sindaco di Minturno in carica. Stefanelli – aggiunge ancora il Gip del Tribunale di Roma – forniva informazioni riguardo le indagini condotte dalle forze dell’ordine nei confronti dell’organizzazione criminale e infine provvedeva a rilevare la qualità dello stupefacente destinate allo spaccio”.
Ci sono due episodi che Il gip menziona. il primo è datato19 ottobre 2019 quando Giuseppe Stefanelli trasportò un carico di droga, organizzato da Domenico Scotto e Walter Palumbo ed eseguito da Vincenzo Stanganella sino a Mondragone, e lo consegnò a Italo Laracca. La droga venne stoccata presso l’abitazione del minorenne F.P.F. in attesa di distribuirla ai pusher del sud pontino su indicazione di Domenico Scotto”. Dieci ed undici giorni più tardi – era il 29 ed il 30 ottobre di due anni – Stefanelli senior partecipò con il ruolo di vedetta e di staffetta a due trasporti di droga lungo il percorso che effettuò il corriere dal Napoli Secondigliano a Minturno e, più precisamente, presso l’abitazione del minorenne in attesa della distribuzione sul territorio”.
Il sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli ha prima divulgato attraverso l’ufficio stampa del comune il seguente comunicato: “A nome dell’Amministrazione Comunale, intendo esprimere, come sempre avvenuto in passato, il più vivo apprezzamento per la brillante operazione compiuta, questa mattina, nei comuni di Minturno e Formia, in base ad un’ordinanza emessa dal Gip presso il Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Ringrazio la Guardia di Finanza per l’impegno profuso nel contrastare i fenomeni della criminalità organizzata e dello spaccio di stupefacenti nel comprensorio meridionale della provincia. Confido sempre nel gioco di squadra di uomini e donne, impegnati, a vari livelli, quotidianamente, nel rispetto della legge. Spero che i provvedimenti eseguiti stamane pongano fine a vicende che hanno segnato la comunità locale ed, in particolare, diverse famiglie della città. Sul piano personale, mi auguro che gli organi giudiziari, nel prosieguo delle attività mirate all’accertamento della reale consistenza degli addebiti, possano delineare con più precisione le singole posizioni e le relative responsabilità delle persone sottoposte oggi a misure cautelari”.
Quando la pressione mediatica è diventata asfissiante, il sindaco di Minturno ha utilizzato i suoi canali social per allestire una significativa ed apprezzata copertura a favore del fratello Giuseppe. “Non lo lascerò solo, neanche ora. È mio fratello e sempre lo sarà, nel bene e nel male, chiamati già da piccolissimi a farci forza l’un l’altro dopo la morte di nostra madre – ha subito esordito – Qui avevamo 4 e 2 anni, già Lei non c’era più, ma io c’ero per lui e lui c’era per me, aggrappati alla fanciullezza che il triste destino ci avrebbe altrimenti strappato. E, invece, quella fanciullezza noi ce la portiamo ancora dentro, capaci di sognare quando tutto sembrerebbe finito, capaci di tirare fuori la luce anche nei momenti più bui. Da anni, ormai, cerco di essere la sua forza quando non ne ha abbastanza, contro un mostro, la dipendenza, che anche quando sembra domato gli ripresenta il conto. E quella forza, finalmente, era diventata sua, dopo un lungo percorso di riabilitazione personale, sociale e professionale, con il quale aveva riconquistato la propria serena normalità ormai da quasi due anni, ripartendo dal basso, riappianando contrasti familiari e ritornando nel mondo del lavoro. Tante persone in questi anni, pensando di consigliarmi per il giusto, mi hanno detto: “perché non lo allontani? Lascialo al suo destino. Se continua così, finirà per danneggiare anche te”. Se fossi stato un uomo cinico, molto probabilmente avrei ascoltato quei consigli. Invece sono un uomo di cuore, che crede profondamente nei principi cristiani di solidarietà, e soprattutto sono suo fratello e i fratelli non si lasciano mai soli. Chi ha vissuto o vive una situazione così, so che può capirmi bene. Si vive con un continuo senso di colpa. Quello che continuamente mi sono chiesto è: “Cosa posso fare per aiutarlo? Perché non ci riesco? Sono un buon fratello?” Negli anni ho lottato con lui la sua personale battaglia, fianco a fianco, nonostante la sua debolezza lo abbia portato a commettere errori ingiustificabili. Le dipendenze hanno distrutto tante famiglie, economicamente e socialmente, e continuano a farlo. Per questo gli insegnamenti di questa battaglia li ho portati dentro anche durante la mia amministrazione, volendo con forza l’istituzione dello Sportello contro le Dipendenze Come ogni mattina ho aperto Il Vangelo del giorno che oggi recita : ‘Il Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno’. Da queste parole troveremo le forze per affrontare quest’altro duro cammino” ha concluso il sindaco in carica e candidato Gerardo Stefanelli.