FROSINONE – “Serena era preoccupata due giorni prima che facesse perdere le proprie tracce. La incontrai , da sola, la sera del 29 maggio 2001 in occasione della festa patronale di S.Eleuterio. L’abbracciai ma percepiì la sensanzione che fosse turbata ma non ho capito, all’epoca, le ragioni del suo turbamento”. Il racconto di Alessandra Fraioli ha monopolizzato la seconda udienza, dopo la pausa estiva, del processo per la misteriosa morte di Serena Mollicone. Della studentessa di Arce Alessandra, che ora vive ad Ostia, era la cugina con la quale “aveva un rapporto intimo”. L’ha detto in qualità di teste della Procura nel cuore del dibattimento che si è svolto davanti la Corte d’Assise del Tribunale di Cassino ma, a differenza di quanto avvenuto sinora (nel campus della Folcara) a causa delle limitazioni anti Covid, nella sua sede naturale, presso il palazzo di Giustizia di piazza Labriola.
La Fraioli è stata più volta incalzata dai Pm Beatrice Siravo e Carmen Fusco semplicemente perchè dopo 20 anni ha puntualizzato un aspetto che, sebbene anticipato nelle sue precedenti dichiarazioni , potrebbe rappresentare un tassello significativo nel puzzle, ancora incompleto, del possibile movente del delitto. Per i legali difensori della famiglia Mottola, gli avvocati Marzella, Di Giuseppe e Germani, questa ricostruzione della Fraioli è tardiva anche in rapporto a quanto dichiarà 18 giorni dopo il delitto: Serena non era preocccupata.
La teste ha cercato poi di giustificare la sua ricostruzione postuma di 20 anni: la preoccupazione di Serena riguardava il timore del suo fidanzato dell’epoca, Michele Fioretti, che non accettasse di andare a vivere con lui a Roma. Del resto la testimone e cugina di Serena Mollicone ha ripetuto quanto hanno dichiarato nelle ultime udienze altri testi citati dalla Procura e, cioè, di far parte di una comitiva in cui si faceva uso di spinelli. “Ma non ho mai visto spacciare Marco Mottola, nel senso che cedesse droghe in cambio di somme di danaro”.
Dunque, chi era veramente Serena Mollicone? aveva fumato anche lei qualche spinello? “Mia cugina – ha concluso la Fraioli rivelando che la parente tra gli 8 e i 10 anni avrebbe subito un tentativo di avance sessuale da un familiare nella sua abitazione di Arce – era una persona sensibile, altruista, generosa ma anche coraggiosa nel senso che, pur fidandosi di tutti, era capace di andare a scuola la mattina facendo l’autostop”.
Nel mirino dei sostituti procuratori Beatrice Siravo e Carmen Fusco è stato anche il contenuto di un’altra deposizione, quella di Elisa Santopadre. Ora fa l’avvocato, ha 40 anni e all’epoca dei fatti frequentava la comitiva di Serena e di Marco Mottola. Ha raccontato come trascorse la mattina del giorno in cui scomparse la studentessa di Arce: c’era il mercato e andò, poco prima delle 11, con una sua amica nei Giardinetti dove arrivarono Marco Mottola e Davide Bove. Per la difesa questa è una ricostruzione importante perchè nell’ora presunta del delitto – o meglio dell’ingresso di Serena nella vicina ed ex caserma dei Carabinieri – il figlio dell’ex comandante dei Carabinieri di Arce si trovasse in piazza in compagnia di amici, in particolare di Marco Bove come ha dichiarato quest’ultimo nella penultima udienza del processo. Le rappresentanti della Procura hanno censurato i “tanti non ricordo” della Santopadre relativamente a come trascorse il pomeriggio di quella stessa giornata, il 1 giugno 2001.
Durissimo il commento della dottoressa Siravo: “E’ incredibile che lei – rivolgendosi alla Santopadre – si ricordi tutto di quella mattina mentre è alle prese con un black out per quanto riguarda il pomeriggio”.
Elisa Santopadre intanto ha ripercorso le fasi della ricerche di Serena: “Ho saputo della sua scomparsa il 2 giugno quando l’ho chiamata ma senza ricevere alcuna risposta. Seppi del ritrovamento del suo corpo nel boschetto dell’Anitrella la mattina di domenica 3 giugno. Eravamo sempre nei guardinetti di Arce e decidemmo di andare sul posto. Non potrò mai dimenticare cosa ci disse in dialetto Antonio Fraioli a noi che eravamo rimasti lungo il ciglio della strada: ‘L’hanno messa lì da poco, ho toccato il suo corpo ed è ancora caldo'”.
La Santopadre ha ripercosto i suoi rapporti con il figlio del Maresciallo dei Carabinieri di Arce: “E’ vero, Marco approfittava del fatto che fosse il figlio del comandante. L’ho visto più volte fumare spinelli ma mai cedere droga in cambio di qualcosa. La stessa Serena, che conosceva Marco Mottola, era perplessa del suo atteggiamento spavaldo. Mi ricordo che fosse tutt’altro che agitato dopo l’omicidio . Di sicuro – ha concluso la donna – non avrei mai immaginato che questa triste vicenda conoscesse un epilogo tragico”
Un fatto è certo. La Procura chiederà alla Corte d’Assise la trasmissione degli atti alla stessa autorità inquirente con l’ipotesti di falsa testimonianza nei confronti di Giuseppe Dal Masso. E’ stato l’ultimo venerdì’ a comparire davanti la Corte d’Assise (giudice a latere Vittoria Sodani) presieduta dal dottor Massimo Capursio. Nel 2018 aveva dichiarato alla dottoressa Siravo di aver visto sempre nei giorni della festa patronale di S.Eleuterio del 2001 Serena e Marco gesticolare, nei pressi del Bar Ceccacci, “come se stessero litigando”. L’uomo non ha saputo confermare questa ricostruzione e i Pm Siravo e Fusco hanno chiesto al Tribunale di trasmettere alla stessa Procura gli atti nei confronti del teste sempre per falsa testimonianza.
Sicuramente rilevante è stata all’inizio dell’udienza la testimonianza di Laura Ricci, ex fidanzatina all’epoca di 16 anni di Marco Mottola. L’attenzione è stata focalizza su telefonata che Marco fece a Laura. Durate la conversazione le disse che, ascoltato dalla polizia a Frosinone, aveva riferito che la mattina della scomparsa di Serena, non si ricordava i suoi movimenti, ma si che sicuramente si trovavano insieme al bar Della Valle. L’ex fidanzatina ha chiarito di non essere al bar Della Valle, semplicemente perché “era a scuola”, ha riferito la donna e la Procura ha prodotto il certificato di presenza a scuole.
Il Tribunale infine, ha chiesto al proprio perito fonico un’integrazione della trascrizione delle intercettazioni telefoniche ed ambientali di alcuni degli indagati e in quest’ottica sarà affiancato da un agente di Polizia che tradurrà in italiano alcune conversazioni in dialetto casertano e ciociario. Il processo è stato calendarizzato per i prossimi 1 e 8 ottobre. Nella prima udienza saranno ascoltati ulteriori tre testi della procura e soprattutto il Comandante dei Carabinieri della stazione di Arce che subentro a Franco Mottola, il Mareciallo Evangelisti..