ITRI – Itri ha fame di servizi e per questo motivo l’offerta sanitaria può essere migliorata soltanto con la creazione di una Casa della Salute al posto dell’attuale cittadella scolastica. Quest’ultima andrebbe localizzara in località Rigoli-Focaccio grazie ad un finanziamento Ministeriale di oltre 8 milioni di euro che la Regione ha confermato la concessione lo scorso febbraio. Giovanni Agresti ha le idee chiare per tornare, a distanza di dieci anni di distanza, a guidare per la terza volta il comune di Itri.
Lo fa alla testa di una lista, “Ripartiamo con Giovanni Agresti sindaco” che ha due pilastri nella sua piattaforma programmatica: potenziare l’offerta sanitaria attraverso la realizzazione di una delle 34 Case della Salute che la Regione ha in agenda per altrettanti comuni aventi una popolazione inferiore ai 15 mila abitanti e, quasi contestualmente con la delocalizzazione e la realizzazione del nuovo polo scolastico.
“La scuola è uno dei pilastri della nostra società e le strutture scolastiche vanno adeguate alle nuove esigenze di una popolazione scolastica, nel rispetto delle nuove normative che vogliono strutture sempre più sicure e confortevoli oltre che attrezzate con spazi adeguati e nuove tecnologie – osserva Giovanni Agresti nell’intervista video allegata – La Regione ha concesso un importante finanziamento del Ministero dell’istruzione per la realizzazione di un nuovo polo scolastico all’avanguardia, sicuro, efficiente e consono alla nuova didattica, con grandi spazi interni ed esterni. La localizzazione della nuova cittadella scolastica è già prevista nell’area delle ex scuole agrarie, un’area destinata, dal vigente Piano Regolatore Generale, ad edilizia scolastica; un’area di circa due ettari, di proprietà comunale”.
“Mi dispiace che chi ha chiesto questo finanziamento – polemizza subito Agresti chiamando in causa il sindaco uscente di Itri Antonio Fargiorgio – abiura clamorosamente una scelta operata soltanto pochi mesi fa. Si tratta invece di un progetto ambizioso, realizzato grazie all’efficienza degli uffici comunali che hanno fatto un ottimo lavoro per la presentazione della richiesta di finanziamento, provvedendo alla realizzazione della progettazione definitiva, cosa che ha permesso di ottenere un punteggio più alto rispetto ad altri comuni.”. In effetti la delocalizzazione del polo scolastico rientra nel più ampio progetto di riqualificazione e rigenerazione urbana dell’attuale area scolastica che da subito consentirà di utilizzare il ‘Plesso A’, appunto, per la Casa della salute e, successivamente, con il trasferimento dell’attuale polo scolastico permetterà di utilizzare l’attuale edificio della scuola media in parte come centro anziani ed in parte come centro polivalente per i giovani. E’ un obiettivo cui personalmente tengo perché tanti giovani, che saranno i cittadini del domani, non sanno dove andare e come investire al meglio il loro tempo libero. La restante area verrà adibita a parcheggi interrati ed in superficie verrà realizzata una piazza con aree verdi attrezzate e parco giochi per bambini”.
Giovanni Agresti crede molto, alla luce del ruolo svolto nella sana imprenditoria privata impegnata nell’assistenzialismo sanitario e riabilitativo (“Ora sono in pensione e lo scriva per favore”), nell’importanza sociale ma anche economica della casa della Salute per decongestionare gli ospedali territorialmente più vicini, quelli di Gaeta e soprattutto di Formia.
“Significherà avere una struttura di 500 metri quadrati – aggiunge nell’intervista allegata – in cui fare praticamente di tutto, dal Cup all’erogazione di servizi ambulatoriali e diagnostici. Ho in mente di proporre alla Regione di allocarvi un consultorio familiare ed un altro per la neonatologia. I miei concittadini dovranno andare in ospedale solo per patologie serie e non per un semplice graffio”.
“La delocalizzazione dell’attuale polo scolastico nell’area di proprietà della filiale cittadina dell’istituto San Benedetto di Borgo Piave – ha aggiunto il candidato a sindaco Giovanni Agresti che vuole rivedere il progetto (“quello attuale non lo condivido completamente”) per renderlo cantierabile entro la fine del 2022 – potrebbe permettere il definitivo rilancio di questa eccellenza del panorama scolastico provinciale”.
“Quante critiche ricevetti – ha osservato l’ex primo cittadino – quando proposi di realizzare ad Itri una struttura distaccata dell’istituito di Latina. Ora è frequentata da tantissimi ragazzi, di Itri ma anche degli altri centri del comprensorio, che hanno capito come la formazione nel settori agro zootecnico sia sinonimo di una sicura prospettiva occupazionale”. Giovanni Agresti nell’intervista è intervenuto nell’altra polemica che ha incendiato la parte conclusiva della campagna elettorale: la pedonalizzazione di parte di piazza Incoronazione e del vicino piazzale Umberto I°. il candidato sindaco di “Ripartiamo” rivela di aver inviato anch’egli in una Pec una vibrata protesta nei confronti del commissario Prefettizio del comune di Itri, il vice Prefetto Francesco Del Pozzone per aver assunto una “decisione che avrebbe dovuto adottare la politica”.
Ma Agresti coglie l’occasione per polemizzare anche e ancora con il sindaco uscente Antonio Fargiorgio che, dopo aver avviato l’iter tecnico amministrativo (su proposta dell’allora gruppo consiliare e rappresentanza in Giunta di Forza Italia, i cui rappresentanti sono candidati nella lista di “Ripartiamo”), ha chiesto di bloccare l’intero iter Agresti lo motiva: “Per rimodulare la mobilità in quest’area del centro storico di Itri c’è bisogno – suggerisce- di aver una necessaria interlocuzione con cui risiede e opera in piazza Incoronazione e capire come agire. Personalmente contro contrario alla chiusura totale ma c’è bisogno di individuare la soluzione migliore. L’avrebbe dovuta realizzare l’avvocato Fargiorgio – ed è questo il pesante affondo finale di Agresti prima del suo conclusivo appello al voto “responsabile” – ma abbiamo capito un po’ tutti che non ha avuto la personalità per assolvere al ruolo per il quale è stato eletto nel 2016. Lo sa che le dico: l’ultimo sindaco di Itri ha terminato anticipatamente il suo mandato perché gli mancava la capacità di imporsi e scegliere. Ha adottato ben tre delibere e ha inserito il progetto nell’ultimo piano triennale delle opere pubbliche. Ora dare la responsabilità solo ed esclusivamente al commissario Prefettizio mi sembra inopportuno e soprattutto fuori luogo”.