SUD PONTINO – Hanno respinto in occasione degli interrogatori di garanzia le accuse mosse nell’ordinanza del Gip del Tribunale di Roma Massimo Maresca i primi indagati destinatari dei provvedimenti cautelari che, nell’ambito dell’operazione anti droga denominata “Traqueteros”, sono stati richiesti dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale antimafia di Roma Corrado Fasanelli nei confronti di ben 14 persone. Sono accusate di aver fatto parte di un organizzazione che, tra il 2019 e l’anno successivo, avrebbe gestito un collaudato giro di spaccio a Formia e a Minturno per conto di un clan camorristico di Secondigliano a Napoli.
Il primo a rispondere alle domande del Gip che ha emesso la dura misura cautelare è stato Armando Clemente, il 36enne già noto alle forze dell’ordine di Minturno difeso dall’avvocato Vincenzo Macari che, secondo l’impianto accusatorio della Dda avendo manifestato una certa esperienza sarebbe stato preposto al mantenimento degli equilibri criminali della spaccio di Minturno, avrebbe esercitato il ruolo di custode della droga proveniente da Napoli e di esattore nei confronti degli assuntori ritardatari.
Mercoledì è previsto invece l’interrogatorio di garanzia più atteso, quello di Giuseppe Stefanelli, il fratello maggiore del sindaco di Minturno Gerardo che, difeso dall’avvocato Massimo Signore, comparirà per rogatoria davanti il Gip del Tribunale di Cassino. Sempre mercoledì sono previsti gli interrogatori di Francesco Leone e Giuseppe Strabello, assistiti rispettivamente dagli avvocati Luca Scipione e Signore, mentre giovedì sarà il turno di Roberto Durazzo, anch’egli difeso dall’avvocato Signore.
Leone, Strabello e Durazzo avrebbero svolto nell’organizzazione il ruolo di pusher , di soddisfare le richieste dei propri clienti fissi e occasionali ma anche di effettuare la capacità di penetrazione del sodalizio di cui facevano parte anche in territori diversi da qyuelli di Formia e Minturno, soprattutto nelle province di Frosinone e Caserta. In più Strabello – si legge nelle 416 pagine dell’ordinanza del Gip Maresca – metteva a disposizione dell’organizzazione il bar di famiglia per “tenervi vari incontri e come base per lo spaccio dello stupefacente” mentre Durazzo è considerato “l’assaggiatore ma anche il custode e l’addetto alla preparazioni in dosi della sostanze stupefacente. E’ presente in ogni fase dell’indagine dando un notevole contributo all’accrescimento dell’organizzazione anche nella fase dell’organizzazione dei trasporti e alla relativa distribuzione”.
Ma un’attesa particolare riveste l’interrogatorio di garanzia di mercoledì di Giuseppe Stefanelli, da venerdì ai domiciliari. Per l’uomo ma anche per gli altri 13 indagati il Pm Fasanelli aveva chiesto l’emissione della misura cautelare in carcere. Il Gip invece ha disposto sei detenzioni restrittive piene, quattro ai domiciliari, due obblighi di dimoraed altrettanti di presentazione alla polizia giudiziaria. E solo perchè alcuni degli indagati sono finiti in passato nelle maglie della Finanza per il trasporto di quantitativi di droga da Napoli Secondigliano verso Minturno.
L’episodio più noto è datato 30 ottobre 2019 quando Giuseppe Stefanelli, di 48 anni, ora ai domiciliari, fu raggiunto da un provvedimento di fermo di polizia giudiziaria della stessa Finanza lungo la Variante Formia Garigliano nei pressi dello svincolo di Minturno. Il provvedimento, su istanza dell’avvocato Signore, non venne convalidato dal Gip del Tribunale di Cassino , decisione confermata dal Tribunale del Riesame di Roma dopo un ricorso presentato dal sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo. Per quell’episodio Stefanelli è in attesa ancora di sapere se affrontare un processo penale ad hoc.