LATINA – Neanche la lunga autopsia disposta dal sostituto Procuratore Simona Gentile è riuscita a chiarire la causa o le cause che il 24 settembre ha provocato la morte di Annies Morales Portales, l’italo cubana di 36 anni deceduta al Santa Maria Goretti di Latina tre giorni dopo aver dato alla luce il suo terzo figlio, Stefano Fabian. L’esame autoptico è stato compiuto per conto della Procura di Latina dall’anatomopatologo forense Saverio Potenza e dal ginecologo Francesco Sesti per tentare di individuare il fattore che ha causato l’emorragia che ha portato alla morte la puerpera dopo essere diventata mamma per la terza volta.
I periti della Procura, cui si è affiancato il dottor Augusto Canali indicato dallo studio 3A-Valore Spa (la società specializzata nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini) sono arrivati ad una prima conclusione: le fasi del parto, avvenuto con il taglio cesareo,si sono svolte regolarmente tant’è che il piccolo Stefan Fabian, nato all’ottavo mese di gestazione, ha rispettato tutti i dati clinici tipici di una nascita avvenuta in leggero anticipo. Qualcosa invece sarebbe successo, invece, tra la nascita del bambino e l’insorgenza dell’emorragia, dunque nella fase post operatoria in cui il quadro clinico della 36enne è improvvisamente degenerato. Non a caso i consulenti della Procura, dopo aver avuto copia della cartella clinica della vittima sequestrata dai Carabinieri della Stazione di Latina, hanno chiesto ed ottenuto i vari esami radiologici cui è stata sottoposta la donna prima e dopo la nascita del suo terzo figlio.
Un fatto è certo: il decesso di Annie Morales Portales è stato provocato da una “complicanza improvvisa” – hanno fatto sapere i periti del pm inquirente – per la cui definizione, entro i prossimi giorni, sarà determinante l’esito degli esami di laboratorio e istologici effettuati sul corpo della donna. La Procura di Latina, attraverso i Carabinieri, continua ad indagare con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Il sostituto procuratore Simona Gentile, dopo una denuncia querela presentata dal nuovo compagno della donna, ha aperto un fascicolo contro ignoti in cui campeggiano i documenti della cartella clinica e le dichiarazioni rese ai Carabinieri dall’uomo secondo il quale la 36enne aveva programmato il cesareo,anticipato di circa un mese rispetto al termine della gestazione per via di alcuni problemi insorti durante la gravidanza.
Qualcosa purtroppo non è filato per il verso giusto : la donna, che aveva dato alla luce altri due bambini avuti da una precedente relazione tramite parto cesareo, era arrivata in ospedale il 21 settembre e aveva accusato una prima emorragia. Le sono stati necessari il trasferimento in terapia intensiva ed il primo intervento a cui ne sono succeduti altri 4 in due giorni, come riferito dallo studio 3A. Lo staff sanitario del Santa Maria Goretti di Latina, che aveva chiamato venerdì sera alle 21 il marito per comunicare che la donna non ce l’aveva fatta, afferma difendendosi che la puerpera ed i marito erano stati messi tuttavia in preallarme circa eventuali complicanze. Come purtroppo è avvenuto.