GAETA – E’ partito lo scorso 26 luglio da Gaeta (Lt) ed ha percorso 7mila chilometri per arrivare fino a Capo Nord – ribattezzato così dall’esploratore inglese Chancellor dopo esservi approdato nel 1553 per la ricerca del “passaggio a nord-est”. Ad essersi avventurato in questo viaggio lungo un mese in sella alla sua moto, una Honda XDAV 750 – una sorta di scooter con le marcie – è il reporter Giuseppe Miele, tecnico televisivo e fotografico da anni impegnato sul territorio nazionale ed internazionale, che ha deciso di assecondare così la sua passione per i viaggi, per la moto e per le immagini mozzafiato che è riuscito ad immortalare.
Giuseppe per trenta giorni ha salutato la quotidianità del suo lavoro per darsi ad una parentesi straordinaria che lo ha portato ai confini dell’Italia e poi in Slovenia, Ungheria, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e Finlandia, Norvegia, fino a Capo Nord. Un itineriario studiato per sommi capi fino alla meta, valigie preparate con lo stretto indispensabilie – come maglioni, cibo disidradato e tutta l’attrezzatura da reporter (videocamera, go-pro, drone, pc), e uno svolgimento quasi completamente improvvisato rispetto al pernotto – in tenda o in ostelli prenotati sul momento, se non addirittura in luoghi di fortuna, come un muretto o una panchina, dove distendersi qualche minuto o, al più, un paio d’ore.
Fermarsi seguendo gli occhi e il fascino dei luoghi, senza seguire ritmi o tappe serrate, è stato lo spirito che ha guidato Giuseppe Miele – per gli amici Peppe – il quale così ha goduto fino in fondo di un’esperienza di viaggio della quale conserva tanti ricordi incisi sui vari supporti a seguito e la “grande soddisfazione – ci confida – di averlo fatto”.
Unica nota negativa – invitato a rifericene una – le condizioni meteo spesso caratterizzate da giornate uggiose e da un certo punto in poi con temperature che hanno sempre oscillato tra una minima di 5 gradi ed una massima 15; e i costi. “Non ho ancora fatto un bilancio delle spese – ci racconta Giuseppe – ma bevande energetiche e benzina mi sono costate molto”.
“Durante il viaggio non mi mancava niente della vita di tutti i giorni, tranne mia figlia. Ho visto castelli medioevali; i fiordi norvegesi, sono salito sul Preikestolen, il fiordo lungo e stretto più meridionale delle grandi insenature della Norvegia; ho visto e fotografato le balene. Mi sono perso in un villaggio in Lituania, quando l’app di geolocalizzazione non ha più funzionato e insisteva perchè proseguissi davanti a me quando dinanzi avevo solo un granaio. E’ stata un’esperienza bellissima. Mi dispiace solo di non essere riuscito a fotografare l’Artic Fjords, a causa della nebbia”.
Nonostante la pandemia da Covid-19 viaggiare non è stato maggiormente complicato. A Giuseppe è sempre bastato rispettare l’uso dei dispositivi di sicurezza – mascherine, disinfettante – e mostrare il “Green Pass”. L’unica vera noia, insomma, sono stati – in alcuni istanti – gli “infiniti” rettilinei che sembravano non terminare mai e che rendevano la guida un po’ monotona, in compenso – in altri tratti – sarebbero stati utili altre centinaia di paia di occhi per le alci che all’improvviso potevano sbucarti davanti. “Una notte, col buio pesto e in lontananza, non essendo abituato alla presenza di questi animali sulle carreggiate stradali, ho pensato che potesse essere un uomo che agitava le braccia” – ci racconta ridendo il reporter gaetano.
Giuseppe è partito da solo, ma “non sono mai stato davvero solo” – ci dice, infine, spiegandoci che incontrando tanti altri viaggiatori, turisti, di volta in volta ci sono stati tanti nuovi “compagni di viaggio”, che a volte lo hanno “sfamato” – come è accaduto in Norvegia con dei turisti tedeschi che hanno provveduto alla sua cena dopo essere rimasto digiuno per via della chiusura dei ristoranti alle 20.30 – altre gli hanno fatto compagnia per alcuni chilometri, una volta non gli hanno fatto chiudere occhio in un ostello/discoteca di Bratislava (Polonia).
E’ proprio con uno di questi “compagni di viaggio” – un ragazzo bolognese incontrato lungo il tragitto – che Giuseppe Miele sta già pensando ad alzare l’asticella dell’avventura. Per il prossimo anno l’idea è un viaggio in Giappone, tutto via terra, per un totale stimato– andata e ritorno – intorno ai 28mila chilometri in sella alla sua moto.
Il 28 agosto è rientrato con altri settemila chilomentri a ritroso; oggi ci racconta la sua avventura e ci regala qualche scatto per voi lettori.
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