La canapa indiana, nota anche come cannabis, è la pianta dalla quale si ricavano due delle più note sostanze stupefacenti (considerate universalmente come ‘droghe leggere’), ovvero la marijuana e l’hashish. Entrambe vengono ricavate dalle infiorescenze della canapa, seppur attraverso procedimenti diversi.
Con l’entrata in vigore, nel 2017, della Legge n. 242 del 2016, contenente “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”, si è cominciato a parlare anche in Italia di ‘hashish legale’. Il dispositivo, infatti, consente la coltivazione, senza necessità di richiedere alcun tipo di autorizzazione, della canapa sativa L. I derivati di questa varietà, l’unica legalmente coltivabile in Italia, possono essere lavorati in vario modo, inclusa la trasformazione per la produzione di alimenti e cosmetici, a patto di rispettare le normative di settore.
La legge sopra citata ha di fatto creato una categoria di prodotti che non esisteva in precedenza: i derivati ‘light’ della canapa. Questa denominazione, del tutto informale, viene comunemente applicata a prodotti come hashish e marijuana che contengono una quantità di THC prossima allo zero. THC è la sigla identificativa del tetracannabinolo, un principio attivo, presente sia nella marijuana e (in misura maggiore) nell’hashish, che genere gli effetti psicotropi e psicoattivi che rendono tali sostanze stupefacenti.
Nei prodotti ‘light’, il THC non può superare i valori massimi stabiliti da un apposito decreto (4 novembre 209) del Ministero della Salute. Nello specifico, per quanto riguarda i semi (sia interi che frantumati), la farina e gli integratori, il limite è dello 0,2% mentre nell’olio ottenuto dai semi di canapa è dello 0,5%. Di conseguenza, quando si parla di ‘hashish legale’ o ‘light’, si fa riferimento ad un derivato della canapa sativa L caratterizzato da una concentrazione di THC non superiore a 5 mg per kg di prodotto; esso può essere reperito legalmente attraverso canali certificati e rivenditori autorizzati, sia retailer che e-commerce come, ad esempio, prodotti-cannabis.it, a patto di aver raggiunto la maggiore età. Il consiglio è quello di rivolgersi solo ed esclusivamente a chi utilizza canali di vendita trasparenti e rintracciabili, così da tutelarsi sia dal punto di vista legale che per quanto concerne la qualità del prodotto.
La versione ‘non-light’, l’hashish è a tutti gli effetti una sostanza stupefacente, che risulta avere effetti più pesanti rispetto alla marijuana in quanto caratterizza da una concentrazione di THC sensibilmente maggiore.
La variante ‘light’, invece, viene coltivata utilizzando la canapa sativa L.; la sostanza viene derivata da infiorescenze sviluppate tramite processi di laboratorio, in maniera tale che il tasso di THC rispetti i limiti imposti dalla normativa vigente. Di contro, le altre caratteristiche del prodotto, soprattutto quelle aromatiche e olfattive, sono identiche all’hashish prodotto tradizionalmente in diverse parti del mondo.
Come già sottolineato, l’hashish light non è una sostanza stupefacente, in quanto non sortisce effetti psicoattivi in caso di consumo. Conserva il gusto e gli aromi del ‘fumo’ ma senza alterare le facoltà motorie e cognitive. Si caratterizza per l’odore forte e pungente, contraddistinto da note speziate e agrumate, pervase da un vago retrogusto acido.
Per quanto concerne gli effetti, eventuali reazioni avverse dipendono dalla ‘tolleranza’ del singolo individuo. In linea generale, la declinazione light di questo derivato della canapa agisce per lo più da rilassante o, in alcuni casi, da blando sedativo. Per questo, può risultare utile per combattere l’insonnia e favorire il riposo, oppure allentare lo stress e la fatica. In aggiunta, in alcuni casi può essere di aiuto per alleviare dolori muscolari o di altro tipo, a patto di non considerare sostanze di questo tipo, pur essendo legali, quali alternativa ai farmaci convenzionali.